multicolore
multicolóre (raro molticolóre) agg. [dal lat. multicŏlor -oris, comp. di multi- e color «colore»]. – Che ha molti colori, che si presenta con varietà di colori, detto di più cose diversamente [...] colorate l’una dall’altra, o di un solo oggetto che abbia insé più colori: l’illuminazione è fatta con lampade m.; un filo di perline m.; il m. vestito di Arlecchino; con uso fig., letter.: il passato è un multicolore caos di generazioni (Pavese). ...
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ritardare
v. intr. e tr. [lat. retardare, comp. di re- e tardare «tardare»]. – 1. intr. (aus. avere, e raram. anche essere se il soggetto è inanimato) Lo stesso che tardare: r. a rispondere, ad andare [...] con sostanze apposite (v. ritardante). Riferito a persone o cosein movimento: la gran folla lo ritardava; la nebbia avrà ritardato la corriera; quindi, far giungere in ritardo: scusami se arrivo solo ora, mi ha ritardato un seccatore con le ...
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ma1
ma1 cong. [lat. magis «più»; v. mai] (radd. sint.). – 1. Congiunzione coordinativa avversativa, esprimente spesso esplicita contrapposizione al termine che precede, il quale è per lo più espresso [...] esempî letterarî: Ma però di levarsi era neente (Dante); cose da levarsi l’allegria per tutta la vita; ma però, ragione: resta sempre a vedere se ... Nella seconda proposizione di un sillogismo o in dimostrazioni matematiche, serve a indicare un ...
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preparare
v. tr. [dal lat. praeparare, comp. di prae- «pre-» e parare «apprestare»]. – 1. a. Procurare, predisporre quanto è necessario per compiere una determinata azione o operazione: p. l’occorrente [...] ; p. la tavola, apparecchiarla (in questo sign., anche assol.: se il tempo è bello, prepareremo in terrazzo); p. il terreno per prepararsi al peggio, essere pronti ad accettare anche le cose più spiacevoli. c. fam. Apprestarsi, accingersi a qualche ...
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veramente
veraménte avv. [der. dell’agg. vero]. – 1. a. Con verità, in modo conforme a verità, realmente: pare che le cose stiano v. così; è v. ammalato (volendo significare che non è una finzione, o [...] contegno non è stato v. dei più nobili; e, spec. in usi assol. o come inciso, per fare un’opposizione, con mi diciate ciò che l’angelo poi vi disse (Boccaccio); col sign. di «se non che»: di che la donna contenta, onestamente, come soleva, con lui ...
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certo1
cèrto1 agg., agg. e pron. indef., s. m. [lat. certus]. – 1. agg. Riferito a persona: a. Sicuro, fermamente persuaso: sono c. di quanto affermo; era certissimo di giungere in tempo; far c., rendere [...] giro a dire c. cose: la terra è di chi la lavora! (Dario Fo); con senso spreg.: tocca sentir c. discorsi!; dover trattare con c. gente. b. Tale: un c. signore; una c. Rosina; con i nomi proprî di persona o cognomi, spec. sein funzione di apposizione ...
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formalismo
s. m. [der. di formale1]. – 1. Attaccamento alla forma esteriore, per cui si trascura o si dà minore importanza a ciò che è sostanziale ed essenziale; rigorosa osservanza delle norme, dei [...] perfezione stilistica, prevalenza data ai valori formali, per cui più che le cose e i sentimenti da esprimere conta il modo di esprimerli, la parola o il colore o il suono insé, e l’armonia o piuttosto l’euritmia esteriore, lo stile accademicamente ...
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oste1
òste1 s. m. (f. -éssa) [lat. hŏspes -pĭtis (cfr. ospite), prob. attraverso il fr. ant. oste (mod. hôte)]. – 1. Padrone o conduttore di un’osteria (sia nel sign. attuale, sia in quello ormai ant. [...] fare i conti senza l’o., prendere decisioni su cose che dipendono dalla volontà altrui senza interpellare la persona interessata, all’o. se ha buon vino, fare domande alle quali si sa che l’interrogato non potrà rispondere se non in proprio favore. ...
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pazzo
agg. e s. m. (f. -a) [forse alteraz. del lat. patiens «paziente, che patisce» (v. paziente)]. – 1. agg. e s. m. a. Malato di mente; è, come pazzia, termine generico e non tecnico, e ha come sinon. [...] mostra comunque poco senno in ciò che fa o dice. In similitudini: rideva, si cose da pazzi!, esclam. di stupore sdegnoso di fronte a cose che sembrano insensate, assurde o anche degne di riprovazione. b. Per estens., di chi è o sembra fuori di sé ...
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guardare
v. tr. e intr. [dal germ. wardōn] (come intr., aus. avere). – 1. Dirigere gli occhi, fissare lo sguardo su qualche oggetto (non include necessariamente l’idea del vedere, in quanto si può guardare [...] sé; g. dietro a sé, dietro di sé, o g. indietro, voltando indietro il capo; g. innanzi e indietro, in qua e in là, in su e in giù, per tutti i versi; g. in giro, g. intorno a sé o anche ad adulti) di non toccare cose fragili o preziose; stare a g., di ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...