preparare
v. tr. [dal lat. praeparare, comp. di prae- «pre-» e parare «apprestare»]. – 1. a. Procurare, predisporre quanto è necessario per compiere una determinata azione o operazione: p. l’occorrente [...] ; p. la tavola, apparecchiarla (in questo sign., anche assol.: se il tempo è bello, prepareremo in terrazzo); p. il terreno per prepararsi al peggio, essere pronti ad accettare anche le cose più spiacevoli. c. fam. Apprestarsi, accingersi a qualche ...
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veramente
veraménte avv. [der. dell’agg. vero]. – 1. a. Con verità, in modo conforme a verità, realmente: pare che le cose stiano v. così; è v. ammalato (volendo significare che non è una finzione, o [...] contegno non è stato v. dei più nobili; e, spec. in usi assol. o come inciso, per fare un’opposizione, con mi diciate ciò che l’angelo poi vi disse (Boccaccio); col sign. di «se non che»: di che la donna contenta, onestamente, come soleva, con lui ...
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certo1
cèrto1 agg., agg. e pron. indef., s. m. [lat. certus]. – 1. agg. Riferito a persona: a. Sicuro, fermamente persuaso: sono c. di quanto affermo; era certissimo di giungere in tempo; far c., rendere [...] giro a dire c. cose: la terra è di chi la lavora! (Dario Fo); con senso spreg.: tocca sentir c. discorsi!; dover trattare con c. gente. b. Tale: un c. signore; una c. Rosina; con i nomi proprî di persona o cognomi, spec. sein funzione di apposizione ...
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formalismo
s. m. [der. di formale1]. – 1. Attaccamento alla forma esteriore, per cui si trascura o si dà minore importanza a ciò che è sostanziale ed essenziale; rigorosa osservanza delle norme, dei [...] perfezione stilistica, prevalenza data ai valori formali, per cui più che le cose e i sentimenti da esprimere conta il modo di esprimerli, la parola o il colore o il suono insé, e l’armonia o piuttosto l’euritmia esteriore, lo stile accademicamente ...
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oste1
òste1 s. m. (f. -éssa) [lat. hŏspes -pĭtis (cfr. ospite), prob. attraverso il fr. ant. oste (mod. hôte)]. – 1. Padrone o conduttore di un’osteria (sia nel sign. attuale, sia in quello ormai ant. [...] fare i conti senza l’o., prendere decisioni su cose che dipendono dalla volontà altrui senza interpellare la persona interessata, all’o. se ha buon vino, fare domande alle quali si sa che l’interrogato non potrà rispondere se non in proprio favore. ...
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pazzo
agg. e s. m. (f. -a) [forse alteraz. del lat. patiens «paziente, che patisce» (v. paziente)]. – 1. agg. e s. m. a. Malato di mente; è, come pazzia, termine generico e non tecnico, e ha come sinon. [...] mostra comunque poco senno in ciò che fa o dice. In similitudini: rideva, si cose da pazzi!, esclam. di stupore sdegnoso di fronte a cose che sembrano insensate, assurde o anche degne di riprovazione. b. Per estens., di chi è o sembra fuori di sé ...
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guardare
v. tr. e intr. [dal germ. wardōn] (come intr., aus. avere). – 1. Dirigere gli occhi, fissare lo sguardo su qualche oggetto (non include necessariamente l’idea del vedere, in quanto si può guardare [...] sé; g. dietro a sé, dietro di sé, o g. indietro, voltando indietro il capo; g. innanzi e indietro, in qua e in là, in su e in giù, per tutti i versi; g. in giro, g. intorno a sé o anche ad adulti) di non toccare cose fragili o preziose; stare a g., di ...
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smascherare
v. tr. [der. di maschera, col pref. s- (nel sign. 4)] (io smàschero, ecc.). – 1. Togliere la maschera o l’abito con cui uno è mascherato: guarda se ti riesce di smascherarlo, per sapere chi [...] rifl.: andiamo a smascherarci e torniamo a casa. 2. Più com. in senso fig., rivelare, mettere a nudo la vera natura di una ha finito per smascherarsi da sé. ◆ Part. pass. smascherato, anche come agg., fig., riferito a persone o cose di cui è stata ...
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vita
s. f. [lat. vīta, affine a vivĕre «vivere»]. – 1. In senso ampio, proprietà o condizione di sistemi materiali (i sistemi viventi, dagli organismi unicellulari a quelli pluricellulari più evoluti) [...] in basso, verso il polso: indicherebbe vita lunga se ben marcata, vita breve se corta, mortale malattia se spezzata. d. In amata; la fede è v. dell’anima; e con riferimento a cose inanimate: il credito è la v. del commercio; gli abbonati sono la ...
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ribaldo
(ant. rubaldo) s. m. e agg. [dal provenz. e fr. ant. ribaud, der. del germ. hrība «prostituta»; cfr. il ted. mod. reiben]. – 1. s. m. a. Negli eserciti medievali, erano così chiamati i soldati, [...] , Distruggitor di sé e di sue cose (Dante); uomo di bassa condizione, straccione: che ne fareste voi più, se egli a un ribalda, né delle minacce (Manzoni); talora per esprimere, in tono energicamente o ironicamente sprezzante, un giudizio di biasimo ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...