uguale
(meno com. eguale, ant. equale) agg. e s. m. e f. [lat. aequalis, der. di aequus «uguale, piano, equo»]. – 1. agg. a. Che nella natura, o nell’aspetto, non differisce, non si discosta sostanzialmente [...] quel gattino è proprio u. alla madre; di più cose o persone che non differiscono tra loro: questi due In matematica, due enti a e b si dicono uguali se sono la stessa cosa, cioè se coincidono, o, più in generale, se godono delle medesime proprietà in ...
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corso2
córso2 s. m. [lat. cŭrsus -us, der. di cŭrrĕre «correre»]. – 1. a. ant. L’atto, l’esercizio del correre: In picciol c. mi parieno stanchi Lo padre e’ figli (Dante); alla lotta e al corso Io t’educai [...] proprio corso nella direzione originaria primitiva; c. d’acqua susseguente, se per un fenomeno di cattura devia il corso verso quello del . 4. Andamento, movimento regolare e continuo di molte cose. In partic.: a. Il movimento, reale o apparente, dei ...
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occorrere
occórrere v. intr. [dal lat. occurrĕre «andare incontro, imbattersi, presentarsi alla mente», comp. di ob- e currĕre «correre»] (coniug. come correre; aus. essere). – 1. ant. a. Farsi incontro: [...] ; mi narrò un fatto occorsogli mentre era in viaggio; la ragione la vedo adesso dopo molta prudenza. Assol.: se occorre, bisogna tentare ogni valore verbale, che capita, che accade: Cronica delle cose occorrenti ne’ tempi suoi, titolo dell’opera più ...
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multicolore
multicolóre (raro molticolóre) agg. [dal lat. multicŏlor -oris, comp. di multi- e color «colore»]. – Che ha molti colori, che si presenta con varietà di colori, detto di più cose diversamente [...] colorate l’una dall’altra, o di un solo oggetto che abbia insé più colori: l’illuminazione è fatta con lampade m.; un filo di perline m.; il m. vestito di Arlecchino; con uso fig., letter.: il passato è un multicolore caos di generazioni (Pavese). ...
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ritardare
v. intr. e tr. [lat. retardare, comp. di re- e tardare «tardare»]. – 1. intr. (aus. avere, e raram. anche essere se il soggetto è inanimato) Lo stesso che tardare: r. a rispondere, ad andare [...] con sostanze apposite (v. ritardante). Riferito a persone o cosein movimento: la gran folla lo ritardava; la nebbia avrà ritardato la corriera; quindi, far giungere in ritardo: scusami se arrivo solo ora, mi ha ritardato un seccatore con le ...
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ma1
ma1 cong. [lat. magis «più»; v. mai] (radd. sint.). – 1. Congiunzione coordinativa avversativa, esprimente spesso esplicita contrapposizione al termine che precede, il quale è per lo più espresso [...] esempî letterarî: Ma però di levarsi era neente (Dante); cose da levarsi l’allegria per tutta la vita; ma però, ragione: resta sempre a vedere se ... Nella seconda proposizione di un sillogismo o in dimostrazioni matematiche, serve a indicare un ...
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preparare
v. tr. [dal lat. praeparare, comp. di prae- «pre-» e parare «apprestare»]. – 1. a. Procurare, predisporre quanto è necessario per compiere una determinata azione o operazione: p. l’occorrente [...] ; p. la tavola, apparecchiarla (in questo sign., anche assol.: se il tempo è bello, prepareremo in terrazzo); p. il terreno per prepararsi al peggio, essere pronti ad accettare anche le cose più spiacevoli. c. fam. Apprestarsi, accingersi a qualche ...
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veramente
veraménte avv. [der. dell’agg. vero]. – 1. a. Con verità, in modo conforme a verità, realmente: pare che le cose stiano v. così; è v. ammalato (volendo significare che non è una finzione, o [...] contegno non è stato v. dei più nobili; e, spec. in usi assol. o come inciso, per fare un’opposizione, con mi diciate ciò che l’angelo poi vi disse (Boccaccio); col sign. di «se non che»: di che la donna contenta, onestamente, come soleva, con lui ...
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certo1
cèrto1 agg., agg. e pron. indef., s. m. [lat. certus]. – 1. agg. Riferito a persona: a. Sicuro, fermamente persuaso: sono c. di quanto affermo; era certissimo di giungere in tempo; far c., rendere [...] giro a dire c. cose: la terra è di chi la lavora! (Dario Fo); con senso spreg.: tocca sentir c. discorsi!; dover trattare con c. gente. b. Tale: un c. signore; una c. Rosina; con i nomi proprî di persona o cognomi, spec. sein funzione di apposizione ...
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formalismo
s. m. [der. di formale1]. – 1. Attaccamento alla forma esteriore, per cui si trascura o si dà minore importanza a ciò che è sostanziale ed essenziale; rigorosa osservanza delle norme, dei [...] perfezione stilistica, prevalenza data ai valori formali, per cui più che le cose e i sentimenti da esprimere conta il modo di esprimerli, la parola o il colore o il suono insé, e l’armonia o piuttosto l’euritmia esteriore, lo stile accademicamente ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...