si parva licet componere magnis
〈... kompònere ...〉 (lat. «se è lecito confrontare le cose piccole con le grandi»). – Frase usata da Virgilio (Georg. IV, 176) a proposito del paragone che egli istituisce [...] tra i lavori delle api e le fatiche dei Ciclopi, in forma simile presente più volte anche in Ovidio; si ripete talvolta, per lo più in tono scherz., per scusarsi di accostare o paragonare cose, fatti, argomenti molto diversi tra loro per valore o ...
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mentire
v. intr. e tr. [lat. tardo mentire, class. mentiri, der. di mens mentis «mente»; propr. «inventare con la mente» e quindi «fingere»; cfr. gli analoghi sign. del lat. fingĕre «plasmare, inventare, [...] E s’alcun dice che Turpin morisse In Runcisvalle, mente per la strozza (Pulci); m. a sé stesso, cercare di convincersi a credere cosa accusa di menzogna). b. Per estens., riferito a cose (soprattutto parole, atti, comportamenti), non esprimere il vero ...
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generoso
generóso agg. [dal lat. generosus, der. di genus -nĕris «nascita, stirpe»]. – 1. letter. Che è di nascita nobile e ha insé le migliori doti che si convengono alla nobiltà dell’origine: da antichissima [...] proprie energie per conquistare la vittoria in una competizione: un corridore, un il peso; fig., essere g. di sé, dare largamente il proprio aiuto, prodigarsi g. offerta; mancia g.; fig., d’altre cose: una sorgente g., da cui sgorgano abbondanti acque ...
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forma
fórma s. f. [lat. fōrma]. – 1. a. L’aspetto esteriore con cui si configura ogni oggetto corporeo o fantastico, o una sua rappresentazione: f. circolare, quadrata, ovale, sferica, regolare, irregolare; [...] stesso, o il corpo umano, animale, o altra figura, soprattutto in quanto se ne veda soltanto il contorno, la sagoma, l’ombra, e non . c. In filosofia, con accezioni varie: nella concezione platonica, l’essere vero, l’essenza delle cose, realtà che ...
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vergognarsi
v. intr. pron. [der. di vergogna] (io mi vergógno, ... noi ci vergogniamo, voi vi vergognate, e nel cong. vergogniamo, vergogniate). – 1. Avere, provare e manifestare vergogna, per azioni [...] muti con li occhi a terra stannosi, ascoltando E sé riconoscendo e ripentuti, Tal mi stav’io (Dante); vergognare, essere causa di vergogna: queste eran le cose che non potevo sentire, che mi vergognavano fino in fondo all’anima, per me e per lui ...
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presumere
preṡùmere (ant. preṡùmmere, proṡùmere) v. tr. [dal lat. praesumĕre «supporre, congetturare», comp. di prae- «pre-» e sumĕre «prendere»] (coniug. come assumere). – 1. Ritenere in base ad argomentazioni [...] corrente, più com. in casi simili pretendere). Più spesso, seguito dalla prep. di (con un complemento o con un verbo all’infinito), ritenersi capace di cose superiori alle proprie forze, avere eccessiva opinione di sé, delle proprie capacità ...
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meravigliare
(tosc. o letter. maravigliare) v. intr. e tr. [der. di meraviglia, maraviglia] (io meravìglio o maravìglio, ecc.). – 1. intr. pron. a. Provare meraviglia, essere preso da meraviglia, per [...] notizie si meravigliò; non è da meravigliarsi se le cose sono (o che le cose siano) andate a finire così; che c d’altra voglia (Dante). 2. tr. a. Destare meraviglia in qualcuno, provocare un sentimento di meraviglia: meravigliò tutti con la sua ...
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pretensione1
pretensióne1 (meno com. pretenzióne) s. f. [dal lat. tardo praetensio -onis, der. di praetendĕre «pretendere1»], letter. – 1. Il fatto di pretendere, nelle varie accezioni del verbo, sinon. [...] spesso del più com. pretesa. In partic.: a. L’azione o l’atteggiamento di chi pretende di avere cose a cui non ha pieno diritto o di far cose superiori alle proprie forze: avere, avanzare delle p. su un territorio, su un possesso; che cosa è la ...
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qualcosa
qualcòsa pron. indef. [comp. di qual(che) e cosa]. – 1. Indica in modo indeterminato una o alcune cose e può essere sostituito dalla locuz. qualche cosa, dalla quale deriva; ha valore neutro [...] è andato via lui, q. è cambiato in questa casa; nel suo ragionamento q. non ha convinto; se ti decidi, fammi sapere q.; ognuno , veramente incantevole). In alcune espressioni iron. allude, per antifrasi, a un numero notevole di cose, a una grande ...
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chiacchierare
v. intr. [voce onomatopeica] (io chiàcchiero, ecc.; aus. avere). – 1. Parlare a lungo, di cose futili e oziosamente: quanto chiacchieri!; parlare alla buona, familiarmente: Odoardo raggiunse [...] voi due!; come posso scrivere se voi continuate a chiacchierare? 2. Parlare rivelando cose che si dovrebbero tacere o che persona sul cui conto si fanno molti pettegolezzi, o di cosa in genere su cui si fa un gran parlare, che suscita discussioni, ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...