come
cóme avv. e cong. [lat. quōmŏ(do) et, propr. «nel modo che anche ...»] (radd. sint.). – Può essere apostrofato davanti a vocale, spec. davanti a e: com’egli volle; com’eravamo d’accordo; nell’uso [...] si vogliono bene come fratelli; sei anche tu ottimista come me (se il secondo termine di paragone è un pron. personale, questo viene secondo significa «il modo, la maniera, in cui»: stando a come si son messe le cose; dipende da come la intenderà; da ...
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dare2
dare2 v. tr. [lat. dare] (pres. do 〈dò〉 o dò [radd. sint.], dai o dài, dà, diamo, date, danno o dànno; imperf. davo, davi, ecc.; pass. rem. dièdi o dètti, désti, diède [poet. diè] o dètte, démmo, [...] quindi di prendere, ricevere), e si dice sia di cose materiali sia di cose astratte: dammi un bicchiere d’acqua; gli ho dato si diede l’occasione, se si desse la combinazione ...; può darsi che ..., è probabile (anche assol., in risposte: «Credi che ...
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mangiapartiti
(mangia-partiti), agg. inv. (scherz.) Che tende a prendere il sopravvento sugli altri partiti. ◆ Lei sarà invitata all’assemblea costituente della Margherita a luglio: andrà a dire queste [...] da tempo. Ha qualche dubbio? Ho mai detto cose diverse da quelle in cui credo profondamente? Dirò “no” ad una Margherita non dalla nascita di un nuovo partito che se li mangia. [Romano] Prodi si è messo in testa, invece, di risolvere il problema ...
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commistione
commistióne s. f. [dal lat. tardo commixtio -onis, der. di commixtus: v. commisto]. – 1. letter. Unione, fusione, mescolanza di due o più cose o elementi; si dice più spesso di cose non materiali: [...] frammento dell’ostia consacrata, dopo averla spezzata. 3. In diritto, unione, mescolanza di beni appartenenti a diversi proprietarî , e la situazione giuridica che ne deriva: se le cose sono separabili, ciascun proprietario conserva la proprietà della ...
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doppio
dóppio agg. [lat. dŭplus, dal tema di duo «due»]. – 1. a. Che è due volte tanto, che è due volte la grandezza o la quantità considerata come base o come normale: ricevere d. paga; fare d. fatica; [...] scherzoso o licenzioso o allusivo. Si dice doppio anche di due cose della stessa specie, poste accanto o a riscontro per rinforzo e strofa ti dico; di rose t’ornerò – dirò se tornerò, ecc. e. In matematica, detto di un elemento che può essere ...
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bastare
v. intr. [prob. lat. *bastare «servire di sostegno», di origine incerta]. – 1. a. Essere sufficiente, così che non è necessario o non si richiede di più: basta la buona intenzione; basta un nonnulla [...] . in q. b.), in ricette culinarie e farmaceutiche, quando si indicano gli ingredienti senza darne l’esatto dosaggio; b. a sé stesso anche a rubare. c. Basti dire o basta dire, esponendo cose o fatti da tenersi come prova più che convincente di ciò che ...
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sentimento
sentiménto s. m. [der. di sentire]. – 1. a. La facoltà e l’atto del sentire, di avvertire impressioni esterne o interne; affine quindi a senso nel suo sign. più generale; anticam. si usò anche [...] dello stato d’animo che ne consegue (soprattutto se di sofferenza): la qual cosa importa maggior sentimento (senza determinazione), modo di pensare, cioè opinione, in generale o riguardo a determinate cose: ho piacere che ognuno dica il suo s. ...
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travagliare
v. tr. e intr. [dal fr. travailler, lat. *tripaliare «martirizzare», der. del lat. tardo tripalium «strumento di tortura fatto di tre pali» (cfr. l’agg. lat. tripalis «sostenuto da tre pali»)] [...] . Far soffrire spiritualmente, affliggere: Oimè, se quest’è amor, com’ei travaglia (Leopardi); essere travagliato dai rimorsi, da gravi preoccupazioni finanziarie, ecc. In usi fig., riferito a cose: con quest’intenzione, s’era cacciato quasi fino ...
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illudere
illùdere v. tr. [dal lat. illudĕre «deridere, farsi beffe», comp. di in-1 e ludĕre «scherzare»] (pass. rem. io illuṡi, tu illudésti, ecc.; part. pass. illuṡo). – 1. a. Ingannare, attrarre a [...] sé o suscitare vane speranze presentandosi con falso aspetto, oppure facendo apparire le cose migliori di ciò che sono in realtà o più rispondenti al desiderio e alle attese: i. una ragazza; i. con grandi promesse, col miraggio di una vita felice; ...
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vanita
vanità s. f. [dal lat. vanĭtas -atis, der. di vanus «vano, vuoto»]. – 1. a. letter. Il fatto, la condizione di essere senza corpo, privo di consistenza materiale: Noi passavam su per l’ombre che [...] degli altri (Guicciardini). c. La condizione propria delle cose umane, in quanto sono caduche, effimere, e il loro valore è e le cose frivole con più serietà che non meritino; vuotezza interiore; ostentazione di un’alta opinione di sé stessi, dei ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...