lasciare
v. tr. [lat. laxare «allargare, allentare, sciogliere», der. di laxus «largo, allentato»] (io làscio, ecc.). – 1. Smettere di tenere, o di stringere, di reggere, di premere: da subita paura [...] a. Far restare una persona o una cosa in un luogo, non prenderla con sé, deliberatamente o per dimenticanza: questa sera i bambini qualcuno a bocca aperta, stupito, sbalordito. Di cose: l. la casa in ordine, in disordine; l. ogni cosa al suo posto; ...
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parere2
parére2 v. intr. [lat. parēre «apparire, mostrarsi»] (pres. pàio, pari, pare, paiamo, paréte, pàiono [ant. paro, pariamo, pàrono]; pass. rem. parvi, parésti, parve, parémmo, paréste, pàrvero [...] di cose, e con compl. predicativo, dare l’impressione di essere qualcosa di diverso, o anche, in qualche caso parrà la tua nobilitate (Dante), si rivelerà, si paleserà; or si parrà se grata O formidabil fia l’alta ambasciata (T. Tasso), si vedrà, si ...
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vaneggiare
v. intr. [der. dell’agg. vano] (io vanéggio, ecc.; aus. avere). – 1. a. Vagare con la mente in pensieri che non hanno contatto con la realtà; pensare e dire cose sconnesse, farneticare, per [...] sé dal dolore; andavo vaneggiando che quella corsa non dovesse finire mai più (C. Levi); tu vaneggi!, a chi crede o dice cose che mulina al vento (Giusti). c. letter. Perdersi incose vane, correre dietro alle vanità: E del mio vaneggiar vergogna ...
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orrore
orróre s. m. [dal lat. horror -oris, der. di horrere (v. orrido)]. – 1. a. Impressione violenta di ribrezzo, di repulsione, di spavento, provocata nell’animo da cose, avvenimenti, oggetti, persone [...] (v. horror). Anche, di cose che ripugnino moralmente: il suo cinismo mi fa orrore. In senso concr., la cosa stessa che o. è per lo più adoperata in tono scherz. per indicare avversione (soprattutto per ciò che non è insé un male): ha un sacro ...
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confondere
confóndere v. tr. [lat. confŭndĕre, comp. di con- e fŭndĕre «versare»] (coniug. come fondere). – 1. Mescolare insieme in modo disordinato, riunire cose che dovrebbero stare separate: chi m’ha [...] di Roma, Per c. insé due reggimenti [il potere spirituale e quello temporale], Cade nel fango, e sé brutta e la soma (Dante e cose che non meritano o non si ritiene che meritino interessamento, quindi anche perder tempo con qualcuno o in qualche ...
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nascondere
nascóndere v. tr. [lat. tardo inabscondĕre, comp. di in- e abscondĕre «nascondere»] (pass. rem. nascósi, nascondésti, ecc.; part. pass. nascósto). – 1. a. Sottrarre qualche cosa alla vista [...] che scuote le fronde (Pascoli). Nel rifl., fig., di cosein movimento che scompaiono alla vista per essere coperte da qualche cosa: luna si nascondeva tra le nuvole. 2. fig. Celare insé, non manifestare sentimenti, intenzioni, opinioni: cercò di n. ...
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misto
agg. e s. m. [lat. mĭxtus, part. pass. di miscere «mescolare»]. – 1. agg. Detto di ciò che è mescolato insieme con altre cose o con altri elementi, con i quali si fonde in modo più o meno omogeneo. [...] un uomo e una donna. h. In fonetica, vocali m., vocali che presentano combinati insé caratteri proprî di vocali diverse (sono , un misto Di cose diverse (Giusti); in chimica, m. cromico, lo stesso che miscela cromica (v. cromico). In senso fig.: lo ...
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sarrismo
(Sarrismo) s. m. La concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Maurizio Sarri, fondata sulla velocità e la propensione offensiva; anche, il modo diretto e poco diplomatico di [...] maggio 2018, Visioni) • Se un maestro non ha allievi non è un maestro, è un cantastorie. E se un sarrista batte l’ex squadra uno diretto a cui piace dire le cosein faccia e a cui piace che gli vengano dette le cosein faccia". (Sport Sky.it, 20 ...
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strada
s. f. [lat. tardo strata (sottint. via), femm. sostantivato di stratus, part. pass. di sternĕre «stendere, selciare»; propr. «(via) massicciata»]. – 1. a. Striscia di terreno più o meno lunga [...] un’ora di s., un giorno di s., tanta quanta se ne può fare normalmente in un’ora, in un giorno; iperb., un corridore, un ciclista, un , sviluppo, sia individuale sia collettivo, sia anche di cose astratte) le espressioni fare poca, molta s., e ...
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plurale
agg. e s. m. [dal lat. pluralis, der. di plus pluris «più»]. – Che si riferisce a più persone o cose, che indica o esprime il concetto della molteplicità. È termine usato esclusivam. in linguistica [...] . I nomi e gli aggettivi maschili in -o e in -e hanno il plur. in -i (tavolo-tavoli, cane-cani, lieto-lieti, felice-felici); i femminili hanno il plur. -e se terminano in -a (finestra-finestre), -i se terminano in -e (nave-navi). Sono invariabili al ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...