chiaro
agg. e s. m. [lat. clarus]. – 1. agg. È in generale l’opposto di oscuro, ma ha accezioni particolari secondo l’oggetto a cui si attribuisce: a. Luminoso, lucente: una luce ch.; c’è un bel sole [...] ); fare ch. qualcuno di (o su) una cosa, dichiarargliela, dargliene certa notizia o spiegazione: se tu mi fai chiaro di quattro cose, io ti perdonerò in tutto (Sacchetti); rimanere ch. di una cosa, rimanere persuaso. f. Nel linguaggio di marina ...
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rifare
v. tr. [comp. di ri- e fare] (io rifò o rifàccio, tu rifài, egli rifà, ecc.; coniug. come fare). – 1. Fare di nuovo, in quasi tutti gli usi di fare. In partic.: a. Di cose distrutte, deteriorate, [...] r. un articolo, r. un conto. Di cose messe in disordine, o non più in ordine, rimetterle in sesto, riordinarle: r. il letto, la stanza , la rabbia, ecc.: non è con me che devi rifarti; se la rifà su quel poveretto, che non si può difendere; ora ...
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sicuro
(ant. securo) agg. [lat. secūrus «tranquillo, senza preoccupazioni» (comp. di se-, che indica separazione o privazione, e cura «preoccupazione»)]. – 1. a. Riferito a persona, che non corre alcun [...] .: la più sicura sarebbe se si potesse farlo sfrattar dallo stato (Manzoni). In partic., di luogo dove s., è incerto, non dà affidamento di mantenersi buono; talvolta anche di cose non liete, contrarie al nostro desiderio: andare incontro a morte s., ...
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governare
v. tr. [lat. gŭbĕrnare, dal gr. κυβερνάω «reggere il timone» e fig. «governare»] (io govèrno, ecc.). – 1. Manovrare un bastimento per dirigerlo secondo la rotta prestabilita, mediante l’impiego [...] che ama governarsi da sé; comportarsi, regolarsi: non saprei come governarmi in una situazione così difficile; govèrnati come meglio credi; finiva sempre col dire le gran cose che ci aveva imparate, per governarsi meglio in avvenire (Manzoni). 4. a ...
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lungo1
lungo1 agg. [lat. lŏngus] (pl. m. -ghi). – 1. a. Che si estende notevolmente nel senso della lunghezza, che ha grande estensione dall’una all’altra delle sue estremità (contrario di corto): una [...] finirà col perder la pazienza. Con valore più soggettivo, di cose spiacevoli o noiose che si prolungano nel tempo più di quanto si o anche la sillaba che termina in consonante (e in questo caso, se la vocale è per sé stessa breve, si dice impropriam. ...
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nota
nòta s. f. [dal lat. nŏta «segno, contrassegno, marchio, ecc.», di etimo oscuro, non essendo possibile, per la brevità della ŏ, una connessione con nōsco «conoscere» e nōmen «nome»]. – 1. a. Segno [...] all’ordine, rilasciato dai magazzini generali in occasione del deposito di merci (se non è accompagnata dalla fede di deposito n. della spesa o delle spese da fare, cioè delle cose da comprare (diversa dalla n. delle spese sostenute, o brevemente ...
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ristretto
ristrétto agg. [propr., part. pass. di ristringere, ma usato come part. di restringere; cfr. lat. restrictus, part. pass. di restringĕre]. – 1. Lo stesso che stretto, di solito con valore genericam. [...] Manzoni). In alcune espressioni partic. è preferito a stretto: r. insé (o, assol., ristretto), di persona che è in atteggiamento , ma, più genericam., la condizione di persone o cose sacrificate in uno spazio (o, estens., ridotte a una quantità) ...
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saltare
v. intr. e tr. [lat. saltare, intens. di salire «saltare» (supino saltum)]. – 1. intr. a. (aus. avere) Con riferimento a persona, staccarsi di slancio da terra, rimanendo per un attimo sospeso [...] a un lavoro assiduo e senza tregua, o a fare determinate cose con rapidità, con efficienza: con il nuovo direttore ha trovato dispone; far s. i nervi a qualcuno, fargli perdere il controllo di séin uno scatto d’ira: mi ha fatto s. i nervi (e con ...
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credere
crédere v. intr. e tr. [lat. crēdĕre]. – 1. intr. (aus. avere) e tr. Ritenere vera una cosa, avere la persuasione che una cosa sia tale quale appare insé stessa o quale ci è detta da altri, [...] tanto non mi si crede); prov., quand’uno per bugiardo è conosciuto, anche se dice il ver non è creduto. b. C. a qualche cosa, accettare per ; si riferisce in genere a cose che debbono o che si pensa debbano avvenire, o anche a cose già avvenute ma ...
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vendere
véndere v. tr. [lat. vēndĕre, comp. di venum dare «dare in vendita» (così come venire «essere venduto» da venum ire)]. – 1. Trasferire ad altri la proprietà di una cosa, di un bene o di un diritto, [...] vuoto, inventare fandonie, fare vane promesse, che non si ha intenzione di mantenere; v. fumo, dare a intendere di sécose non vere, e in partic. millantare un credito di cui non si gode. Vendere o vendersi per ..., spacciare o spacciarsi per ...: Si ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...