lungo1
lungo1 agg. [lat. lŏngus] (pl. m. -ghi). – 1. a. Che si estende notevolmente nel senso della lunghezza, che ha grande estensione dall’una all’altra delle sue estremità (contrario di corto): una [...] finirà col perder la pazienza. Con valore più soggettivo, di cose spiacevoli o noiose che si prolungano nel tempo più di quanto si o anche la sillaba che termina in consonante (e in questo caso, se la vocale è per sé stessa breve, si dice impropriam. ...
Leggi Tutto
nota
nòta s. f. [dal lat. nŏta «segno, contrassegno, marchio, ecc.», di etimo oscuro, non essendo possibile, per la brevità della ŏ, una connessione con nōsco «conoscere» e nōmen «nome»]. – 1. a. Segno [...] all’ordine, rilasciato dai magazzini generali in occasione del deposito di merci (se non è accompagnata dalla fede di deposito n. della spesa o delle spese da fare, cioè delle cose da comprare (diversa dalla n. delle spese sostenute, o brevemente ...
Leggi Tutto
ristretto
ristrétto agg. [propr., part. pass. di ristringere, ma usato come part. di restringere; cfr. lat. restrictus, part. pass. di restringĕre]. – 1. Lo stesso che stretto, di solito con valore genericam. [...] Manzoni). In alcune espressioni partic. è preferito a stretto: r. insé (o, assol., ristretto), di persona che è in atteggiamento , ma, più genericam., la condizione di persone o cose sacrificate in uno spazio (o, estens., ridotte a una quantità) ...
Leggi Tutto
saltare
v. intr. e tr. [lat. saltare, intens. di salire «saltare» (supino saltum)]. – 1. intr. a. (aus. avere) Con riferimento a persona, staccarsi di slancio da terra, rimanendo per un attimo sospeso [...] a un lavoro assiduo e senza tregua, o a fare determinate cose con rapidità, con efficienza: con il nuovo direttore ha trovato dispone; far s. i nervi a qualcuno, fargli perdere il controllo di séin uno scatto d’ira: mi ha fatto s. i nervi (e con ...
Leggi Tutto
credere
crédere v. intr. e tr. [lat. crēdĕre]. – 1. intr. (aus. avere) e tr. Ritenere vera una cosa, avere la persuasione che una cosa sia tale quale appare insé stessa o quale ci è detta da altri, [...] tanto non mi si crede); prov., quand’uno per bugiardo è conosciuto, anche se dice il ver non è creduto. b. C. a qualche cosa, accettare per ; si riferisce in genere a cose che debbono o che si pensa debbano avvenire, o anche a cose già avvenute ma ...
Leggi Tutto
vendere
véndere v. tr. [lat. vēndĕre, comp. di venum dare «dare in vendita» (così come venire «essere venduto» da venum ire)]. – 1. Trasferire ad altri la proprietà di una cosa, di un bene o di un diritto, [...] vuoto, inventare fandonie, fare vane promesse, che non si ha intenzione di mantenere; v. fumo, dare a intendere di sécose non vere, e in partic. millantare un credito di cui non si gode. Vendere o vendersi per ..., spacciare o spacciarsi per ...: Si ...
Leggi Tutto
imporre
impórre (ant. impónere) v. tr. [dal lat. imponĕre (comp. di in-1 e ponĕre «porre»), rifatto secondo porre] (coniug. come porre). – 1. a. Porre sopra: i. il giogo ai buoi; i. un carico sulle spalle [...] lo più l’idea che l’ordine sia eseguito, e comprende quindi insé il concetto di ingiunzione e di costrizione. c. non com. Assegnare , attirarla o richiederla, detto di persone o di cose che non possono passare inosservate: il fenomeno è interessante ...
Leggi Tutto
necessario
necessàrio agg. e s. m. [dal lat. necessarius, der. di necesse, agg. neutro, comp. di ne e cedĕre, propr. «da cui non c’è modo di ritirarsi»]. – 1. agg. a. Che è per necessità; raro con uso [...] proposizione B, per intendere che se A non è verificata non può mai esserlo neanche B; se poi A è al tempo e nessuno è n.; qualche comodità in più sarebbe utile, ma non n.; ho portato, ho comperato le cose strettamente necessarie. c. Come predicato ...
Leggi Tutto
pronome
pronóme s. m. [dal lat. pronomen, comp. di pro-1 «invece di» e nomen «nome», calco del gr. ἀντωνυμία, formato anch’esso con ἀντί «invece di» e ὄνυμα, «nome»]. – Parte variabile del discorso che [...] che sareste arrivati), e di designare nozioni, persone o cose, non espressamente indicate (per es.: lui!; è e per il compl. oggetto in posizione debole. Le forme me, te, lui, lei, noi, voi, loro (e analogam. sé nel riflessivo) sono comunem. dette ...
Leggi Tutto
porta1
pòrta1 s. f. [lat. pŏrta, affine a pŏrtus -us «porto3»] (pl. -e; pop. ant. le pòrti). – 1. a. Vano aperto in un muro o altra struttura per crearvi un passaggio costituito da un elemento orizzontale [...] si serra una p. che non se n’apra un’altra, frase proverbiale d’incoraggiamento (espressa anche in altre forme: si chiude una finestra p. e rientrare dalla finestra, di persone o cose che riescono a ritornare per vie secondarie o inaspettate nelle ...
Leggi Tutto
Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...