meglio
mèglio avv. e agg. [lat. mĕlius, neutro di melior -oris (v. migliore)]. – 1. avv. a. Funge da comparativo dell’avv. bene, e significa perciò più bene, in modo migliore: oggi mi sento m.; riesce [...] . che un buon letto; trova tu di m., se sei capace; in mancanza di m., ecc. c. Come attributo, solo me. Per il m., per il verso migliore, nel modo più vantaggioso: pare che le cose vadano per il m., si mettano per il m.; ma con un agg. possessivo, per ...
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stringere
strìngere (ant. strìgnere) v. tr. [lat. strĭngĕre] (io stringo, tu stringi [ant. strigni], ecc.; pass. rem. strinsi, stringésti [ant. strignésti], ecc.; part. pass. strétto (la variante -gn- [...] oppure chi vuole occuparsi di troppe cose non ne fa bene nessuna. 3. Costringere in un luogo angusto, ridurre a ridosso l’espressione navigare di bolina equivalente a s. il vento, anche se si tratta di navi a vele auriche che non hanno boline; s ...
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quale
agg. e pron. [lat. qualis]. – Indica, con valore interrogativo e relativo, singoli elementi (cose, persone, animali, ecc.), o categorie di elementi, in relazione alla qualità per cui si caratterizzano [...] occorrono decine d’anni; quante, quante ... cose, le quali non potrò se non piangere (Manzoni); anticam., con questo valore giocare a carte), sia con un sost. inserito nel mezzo: in qual forma, in quale Stato che sia, dentro covile o cuna, È funesto ...
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tutto
agg. e pron. [da una variante, non bene spiegata, del lat. tōtus «tutto, intero», forse *tuttus con geminazione intensiva, o *tuctus influenzato dal plur. cuncti «tutti»]. – L’intera quantità, [...] di cose non materiali: sviluppare t. la propria potenza; metterci t. l’impegno, ecc.; inIn tutti i modi, in ogni modo, a qualsiasi costo, oppure a ogni buon conto, tuttavia: debbo ritrovarlo in t. i modi; non so se sarò in casa a quell’ora, in ...
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primo
agg. [lat. prīmus, superl. dell’avv. e prep. ant. pri «davanti», da cui anche il compar. prior]. – 1. Numerale ordinale (indicato con 1° se si utilizzano cifre arabiche, oppure con il numero romano [...] precede altre persone o animali o cose (simili o analoghe) e non è da altre preceduta, sia in senso spaziale (con riguardo alla : in p. luogo dobbiamo provvedere alla nostra sicurezza, poi, se possibile, penseremo al resto. 5. a. In matematica ...
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principio
princìpio s. m. [dal lat. principium, der. di princeps -cĭpis nel sign. di «primo»: v. principe]. – 1. a. L’atto e il fatto di cominciare, inizio: il p. di una azione, di un’impresa; il p. [...] delle cose: L’alta cagion, che da p. diede A le cose create ordine e stato (Bembo); in p. era il Verbo, espressione (lat. in principio a diverse discipline) lo distingue dalla legge, anche se nel comune modo di esprimersi degli scienziati i termini ...
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gusto
s. m. [lat. gustus -us; nel sign. 3 b, deverbale di gustare]. – 1. Uno dei cinque sensi di cui l’uomo è dotato: è il senso specifico esercitato attraverso gli organi gustativi o organi del g. (papille [...] g. dei cibi. 3. estens. a. Soddisfazione, piacere che si prova assaporando cose buone, o che paiono buone: divorò tutto il pranzo con gran gusto. b. ant. Assaggio, anche in senso fig.: se la voce tua sarà molesta Nel primo g. (Dante). 4. Usi fig.: a ...
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tra
prep. [lat. intra] (radd. sint.). – 1. a. Indica fondamentalmente posizione intermedia tra persone, oggetti, o tra limiti di luogo e anche di tempo: un paesetto a mezza strada tra Siena e Firenze; [...] d’onore basta la parola; fig., dicevo tra me e me, pensava tra sé e sé (anche semplicem. tra me, tra sé, cioè dentro di me o di sé). E riferito a cose poste in qualche modo in rapporto una rispetto all’altra: due figure simili, o differenti, tra loro ...
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proporre
propórre (ant. propónere) v. tr. [dal lat. proponĕre, comp. di pro-1 e ponĕre «porre»] (coniug. come porre). – 1. ant. o letter. In senso proprio, porre innanzi, e quindi offrire, mettere davanti [...] propongo una sosta di dieci minuti; propose un brindisi in onore dell’ospite. Anche di cose più gravi, che possono formare oggetto di trattative: andarci insieme; propongo di mettere ai voti; propongo che non se ne parli più. d. Fare il nome d’una ...
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proprio
pròprio (pop. pròpio) agg. e avv. [dal lat. proprius, prob. dalla locuz. pro privo «a titolo privato, personale»]. – 1. a. Che appartiene a una determinata persona, che è veramente suo e non [...] . 2. a. Di qualità, dote, virtù, che appartiene in modo particolare a una persona, a una cosa, costituendone una nome proprio); ci sono cose che, per decenza, non si possono chiamare col loro p. nome; se vogliamo chiamare le cose col loro p. nome ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...