troppo
tròppo avv., agg. e s. m. [ant. adattamento del fr. trop, voce di origine germanica che significò dapprima «molto, quantità»; cfr. truppa]. – 1. avv. a. In misura eccessiva, più del giusto o di [...] speso t.; hai ancora t. da imparare; mi pare di aver detto anche troppo (cioè troppe cose, più di quanto dovevo); sarebbe pretendere t. se ti chiedessi di lasciarmi in pace?; Cesare fui e son Iustinïano, Che, per voler del primo amor ch’i’ sento, D ...
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tirare
v. tr. e intr. [lat. *tirare, di etimo incerto]. – 1. tr. a. Applicare una forza a un oggetto per metterlo in movimento o per spostarlo, per modificarne la forma, ecc.: t. su, giù (v. anche oltre, [...] l’ordine di precedenza; usato assol. o in espressioni ellittiche: se nessuno si sente di farlo, tiriamo a sorte (o a chi tocca). h. T. in ballo, chiamare in causa, coinvolgere in una situazione persone o cose che hanno poca o nessuna pertinenza, che ...
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occasione
occaṡióne s. f. [dal lat. occasio -onis, der. di occasum, supino di occidĕre «cadere»; propr. «avvenimento, caso»; cfr. l’allotropo cagione]. – 1. a. Circostanza o concorso di circostanze che [...] o. di vederlo, salutalo da parte mia; nel mio viaggio ho avuto o. d’imparare tante cose; ha avuto ottime o. di matrimonio e se l’è lasciate sfuggire; a buon rendere in altra o.; alla prima o., non appena si presenti una possibilità: ha minacciato di ...
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povero
pòvero agg. [lat. pop. pauper -a -um per il lat. class. pauper -ĕris, comp. di paucus «poco» e parĕre «procacciare, produrre»: propr. «che produce poco» (detto prob., in origine, della terra)]. [...] con tono di rimpianto per cose che appaiono sprecate o perdute: p. i miei soldi!; p. le mie fatiche! In altri casi, soprattutto con sul capo! (Manzoni); Ben lo sappiamo: un pover uom tu se’ (Carducci); il povero Niccolai, invece, poveruomo, era uno ...
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bene1
bène1 avv. [lat. bĕne] (in posizione proclitica, si tronca in ben). – 1. a. È l’avverbio corrispondente all’agg. buono, e significa perciò in modo buono, retto, giusto, o conveniente, opportuno, [...] b. un punto e virgola; certi discorsi stanno b. soltanto in bocca a un incosciente; non sta b. dir queste cose, non è conveniente); l’hanno mandato in prigione, e gli sta b., gli sta proprio b., se lo merita; stare b. a quattrini, averne molti; stare ...
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scienza
sciènza s. f. [dal lat. scientia, der. di sciens scientis, part. pres. di scire «sapere»]. – 1. Il fatto di sapere, di conoscere qualche cosa; notizia, conoscenza: come ’l mio corpo stea Nel [...] la guida delle verità astratte dalla mattematica, così delle cose morali non si può averla, senza la scorta delle verità sc. dell’uomo, quelle che hanno per oggetto l’uomo insé, nelle attività che svolge, nelle varie sue manifestazioni (antropologia ...
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cantare2
cantare2 v. tr. e intr. [lat. cantare, intensivo di canĕre «cantare»]. – 1. a. intr. (aus. avere) Modulare la voce, seguendo un ritmo vario ma determinato, dall’uno all’altro grado della serie [...] canta chiaro; prov., carta canta e villan dorme, se si vuol stare tranquilli, bisogna mettere per iscritto i contratti e in genere gli accordi, che così non danno adito a contestazioni. d. Confidare cose che dovrebbero restar segrete, fare la spia ...
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natura
s. f. [lat. natūra, der. di natus, part. pass. di nasci «nascere»]. – 1. Il sistema totale degli esseri viventi, animali e vegetali, e delle cose inanimate, che presentano un ordine, realizzano [...] si manifesta in quelle leggi, come principio vivo e operante, forza generatrice di tutte le cose (in questo senso che da natura Tragge a sé il ferro (Petrarca). In natura, espressione usata in contrapp. a in denaro per indicare pagamenti, ...
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innamorare
(ant. inamorare) v. tr. [der. di amore] (io innamóro, ecc.). – 1. a. Suscitare, ispirare amore: Quanto ciascuna è men bella di lei Tanto cresce ’l desio che m’innamora (Petrarca); Armida ... [...] vostra vita sanza mezzo spira La somma beninanza, e la innamora Di sé (Dante). b. intr. pron. Cominciare a nutrire un sentimento d’ uno spettacolo che innamora; per estens., in espressioni fam., anche di cose banali che fanno comunque piacere: c’ ...
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presente1
preṡènte1 agg. e s. m. e f. [dal lat. praesens -entis, comp. di prae- «pre-» e ens entis part. pres. di esse «essere», con inserzione di -s- eufonica prob. per attrazione di absens «assente» [...] presente. Con accezione propria, essere p. a sé stesso, essere lucido di mente, perfettamente padrone corre, e anche l’insieme degli avvenimenti che in esso si verificano, lo stato attuale delle cose (in contrapp. al passato e al futuro): godi il ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...