ricevere
ricévere v. tr. [lat. recĭpĕre, comp. di re- e capĕre «prendere»]. – 1. Prendere ciò che viene dato (oppure consegnato, mandato, recapitato, somministrato, trasmesso) o che si porge da sé; è [...] vero o buono (in questa accezione, quasi esclusivam. nel part. pass.). 3. a. Accogliere, ammettere insé per trattenere o che il mio stomaco non riceve. b. Prendere, avere, di cose che arrivano o derivano dall’esterno: il fiume riceve acqua da ...
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figurare
v. tr. e intr. [dal lat. figurare, der. di figura «figura»]. – 1. tr. a. letter. Plasmare, modellare, dando una forma, una figura: mi messi a fare un modelletto, ... figurando quel Perseo che [...] di raffigurare): Nettuno è di solito figurato col tridente in mano; rappresentare in modo concreto, simbolicamente, cose astratte: gli Egizi figuravano l’anno con una serpe che s’avvolge sopra se stessa (Tommaseo); anche con la parola: quasi dire si ...
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profondo
profóndo agg. [lat. profŭndus, comp. di pro-1 e del sost. fundus «fondo2»; anche sostantivato al neutro, profundum]. – 1. a. Con riferimento a uno sviluppo in senso verticale, detto di massa [...] ; nel p. del cuore, dell’anima; nel suo p., nell’intimo di sé stesso, dentro di sé; la voce Che viene dalle cose e dal profondo (Saba). d. In psicanalisi e in psicologia, il p., gli strati della coscienza più lontani dalla consapevolezza; psicologia ...
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perdere
pèrdere v. tr. [lat. perdĕre, comp. di per-1, indicante deviazione, e dare «dare»] (pass. rem. pèrsi o perdètti [meno com. perdéi], perdésti, pèrse o perdètte [meno com. perdé], perdémmo, perdéste, [...] , la tramontana, per lo più fig., non avere più il dominio di sé); p. le tracce, non trovar più le tracce della selvaggina o di persona incose futili e poco importanti, trascurando le occupazioni principali: perdersi in chiacchiere, in discussioni ...
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lingua
lìngua s. f. [lat. lĭngua (con i sign. 1 e 2), lat. ant. dingua]. – 1. a. Organo della cavità orale dei vertebrati, con funzione tattile e gustativa, che ha anche parte importante nel processo [...] (Dante), se cantassero tutti quei poeti; D’una in un’altra l. in un momento Ne trapassa la fama (T. Tasso); L. mortal non dice Quel ch’io sentiva in seno (Leopardi). Proverbî: la l. batte dove il dente duole, si ricade spesso a parlare delle cose che ...
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portare
v. tr. [lat. pŏrtare, affine a porta «porta1» e a portŏs -us «porto3»] (io pòrto, ecc.). – 1. a. Reggere, sostenere su di sé un oggetto (o un peso qualsiasi), di solito mentre si compie un movimento, [...] portato a cena in un nuovo ristorante; l’hanno portato in prigione; se non migliora lo porteranno all’ospedale. Di strade, far arrivare in un luogo: , indurre: tutto porta a sperar bene; le cose dette portano a un’unica conclusione; ciò mi porta ...
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fuori
fuòri (pop. fòri e fòra; ant. e poet. fuòra; ant. fòre e fuòre) avv. e prep. [lat. fŏris, fŏras]. – 1. avv. a. Nella parte esterna, esternamente, rispetto a un luogo, a un ingresso, o anche, parlando [...] te; vieni f., se hai coraggio!; pleonastico: uscir f., cavar f., estrarre f., versare f., ecc. In parecchie espressioni s’intende fuori ., omettere, non includere fra altri o fra altre cose (in senso proprio, non riporre qualche oggetto che di solito ...
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posto2
pósto2 s. m. [lat. pŏsĭtus, part. pass. di pōnĕre «porre»: v. la voce prec.]. – 1. In senso generico, spazio o porzione di spazio disponibile per essere occupato da persone o da cose: il mondo [...] accolto o inserito fra persone o cose simili, ricevere opportuna sistemazione: se seguiti a comportarti così non che il suo p. era accanto ai figli. f. In senso fig., situazione, condizione individuale: se tu fossi al mio p., che cosa faresti?; io ...
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pareglio
paréglio agg. e s. m. [dal fr. (ant.) pareil «pari, simile»: v. pariglio], letter. ant. – Simile, uguale, pari: amava donna tale, cui pareglia di leggiadria ... non se le troverebbe (Bandello). [...] speglio Che fa di sé pareglio a l’altre cose, E nulla face lui di sé pareglio (Dante, Par. XXVI, 107), la vedo in Dio, che accoglie insé come specchio verace l’immagine perfetta delle altre cose, ma nessuna accoglie insé l’immagine perfetta di ...
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grande
agg. [lat. grandis]. – Quando è premesso al sostantivo che determina, può avere l’elisione davanti a vocale (con grand’impegno, una grand’emozione), mentre davanti a consonante, e anche davanti [...] Sublime, potente: Donna, se’ tanto grande e tanto In grande, in grande misura, in grandi proporzioni: eseguire, riprodurre in grande; comprare, negoziare, commerciare, coltivare in grande; ritratto, disegno, modello in grande; guardare le cosein ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...