trovare
v. tr. [forse lat. pop. *tropare (der. del lat. tropus «tropo»), documentato nel lat. tardo contropare «esprimere con tropi»; cfr. fr. ant. trover (mod. trouver), provenz. trobar] (io tròvo, [...] ad avere: non ho trovato più neanche un biglietto per il concerto; in treno non si trovava un posto libero (si può anche trovare per così fedele; anche di animali e cose: un cavallo come questo non lo trovi se giri mezzo mondo; dove troverai più ...
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presenza
preṡènza (ant. preṡènzia) s. f. [dal lat. praesentia, der. di praesens -entis «presente1»]. – 1. a. Il fatto di essere presente in un determinato luogo, o di intervenire, di assistere a qualche [...] p. di tutti i parenti del defunto; puoi testimoniare queste cose soltanto se sono state dette in tua p.; non ammetto che si dicano (o si facciano) cose simili in mia p., davanti a me (o, più genericam., dove, o quando, ci sono io); ant. anche nella ...
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forza
fòrza s. f. [lat. tardo fŏrtia, der. di fortis «forte1»]. – 1. In generale, la qualità o la condizione d’esser forte, e insieme anche la causa che dà la possibilità d’esser forte. Con riferimento [...] forza, v. idea, n. 1 b. d. Di cose astratte, autorità morale, e, in qualche caso, capacità di obbligare o di vincolare: la f. desiderio, o, anche, stimolarlo, spronarlo; analogam., fare f. a sé stesso, reprimendo un impulso o sim.: si fece f. per non ...
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ricevere
ricévere v. tr. [lat. recĭpĕre, comp. di re- e capĕre «prendere»]. – 1. Prendere ciò che viene dato (oppure consegnato, mandato, recapitato, somministrato, trasmesso) o che si porge da sé; è [...] vero o buono (in questa accezione, quasi esclusivam. nel part. pass.). 3. a. Accogliere, ammettere insé per trattenere o che il mio stomaco non riceve. b. Prendere, avere, di cose che arrivano o derivano dall’esterno: il fiume riceve acqua da ...
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figurare
v. tr. e intr. [dal lat. figurare, der. di figura «figura»]. – 1. tr. a. letter. Plasmare, modellare, dando una forma, una figura: mi messi a fare un modelletto, ... figurando quel Perseo che [...] di raffigurare): Nettuno è di solito figurato col tridente in mano; rappresentare in modo concreto, simbolicamente, cose astratte: gli Egizi figuravano l’anno con una serpe che s’avvolge sopra se stessa (Tommaseo); anche con la parola: quasi dire si ...
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profondo
profóndo agg. [lat. profŭndus, comp. di pro-1 e del sost. fundus «fondo2»; anche sostantivato al neutro, profundum]. – 1. a. Con riferimento a uno sviluppo in senso verticale, detto di massa [...] ; nel p. del cuore, dell’anima; nel suo p., nell’intimo di sé stesso, dentro di sé; la voce Che viene dalle cose e dal profondo (Saba). d. In psicanalisi e in psicologia, il p., gli strati della coscienza più lontani dalla consapevolezza; psicologia ...
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perdere
pèrdere v. tr. [lat. perdĕre, comp. di per-1, indicante deviazione, e dare «dare»] (pass. rem. pèrsi o perdètti [meno com. perdéi], perdésti, pèrse o perdètte [meno com. perdé], perdémmo, perdéste, [...] , la tramontana, per lo più fig., non avere più il dominio di sé); p. le tracce, non trovar più le tracce della selvaggina o di persona incose futili e poco importanti, trascurando le occupazioni principali: perdersi in chiacchiere, in discussioni ...
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lingua
lìngua s. f. [lat. lĭngua (con i sign. 1 e 2), lat. ant. dingua]. – 1. a. Organo della cavità orale dei vertebrati, con funzione tattile e gustativa, che ha anche parte importante nel processo [...] (Dante), se cantassero tutti quei poeti; D’una in un’altra l. in un momento Ne trapassa la fama (T. Tasso); L. mortal non dice Quel ch’io sentiva in seno (Leopardi). Proverbî: la l. batte dove il dente duole, si ricade spesso a parlare delle cose che ...
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portare
v. tr. [lat. pŏrtare, affine a porta «porta1» e a portŏs -us «porto3»] (io pòrto, ecc.). – 1. a. Reggere, sostenere su di sé un oggetto (o un peso qualsiasi), di solito mentre si compie un movimento, [...] portato a cena in un nuovo ristorante; l’hanno portato in prigione; se non migliora lo porteranno all’ospedale. Di strade, far arrivare in un luogo: , indurre: tutto porta a sperar bene; le cose dette portano a un’unica conclusione; ciò mi porta ...
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fuori
fuòri (pop. fòri e fòra; ant. e poet. fuòra; ant. fòre e fuòre) avv. e prep. [lat. fŏris, fŏras]. – 1. avv. a. Nella parte esterna, esternamente, rispetto a un luogo, a un ingresso, o anche, parlando [...] te; vieni f., se hai coraggio!; pleonastico: uscir f., cavar f., estrarre f., versare f., ecc. In parecchie espressioni s’intende fuori ., omettere, non includere fra altri o fra altre cose (in senso proprio, non riporre qualche oggetto che di solito ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...