faccia
fàccia s. f. [lat. facies «forma, aspetto, faccia», affine a facĕre «fare»] (pl. -ce). – 1. a. Parte della testa dell’uomo, situata inferiormente alla parte anteriore del cranio, costituita da [...] dire di no; di salvarci l’anima o, se questo è pretendere troppo, di non perdere la f.? (Claudio Magris); uomo a due f., finto, doppio. d. Locuzioni: a f., in f., sulla f., davanti: dire le cosein f., francamente, apertamente, non come chi le manda ...
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potere2
potére2 v. tr. [lat. *pŏtēre, per il class. pŏsse, rifatto sul participio potens e sulle altre forme in pot- della coniugazione (potes, poteram, ecc.)] (nella coniugazione si alternano i temi [...] osare, avere il coraggio di: come potete affermare queste cose?; come puoi dire una simile menzogna?; e tu hai , operose Rime il dolor che deve albergar meco (Foscolo); e in forma tronca: Se sì alto pon gir mie stanche rime (Petrarca). Per l’indic ...
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parte
s. f. [lat. pars partis]. – 1. a. Ciascuno degli elementi in cui un intero è diviso o può essere diviso, sia che essi siano materialmente staccati l’uno dall’altro, sia che possano essere soltanto [...] ; ho già scritto gran parte del volume; dare la miglior p. di sé (in un’attività e sim.); Non son chi fui; perì di noi gran p p., pretende di essere appagato (cioè: nel giudizio su cose o persone conta molto, oltre alle qualità intrinseche, anche l ...
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trovare
v. tr. [forse lat. pop. *tropare (der. del lat. tropus «tropo»), documentato nel lat. tardo contropare «esprimere con tropi»; cfr. fr. ant. trover (mod. trouver), provenz. trobar] (io tròvo, [...] ad avere: non ho trovato più neanche un biglietto per il concerto; in treno non si trovava un posto libero (si può anche trovare per così fedele; anche di animali e cose: un cavallo come questo non lo trovi se giri mezzo mondo; dove troverai più ...
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presenza
preṡènza (ant. preṡènzia) s. f. [dal lat. praesentia, der. di praesens -entis «presente1»]. – 1. a. Il fatto di essere presente in un determinato luogo, o di intervenire, di assistere a qualche [...] p. di tutti i parenti del defunto; puoi testimoniare queste cose soltanto se sono state dette in tua p.; non ammetto che si dicano (o si facciano) cose simili in mia p., davanti a me (o, più genericam., dove, o quando, ci sono io); ant. anche nella ...
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forza
fòrza s. f. [lat. tardo fŏrtia, der. di fortis «forte1»]. – 1. In generale, la qualità o la condizione d’esser forte, e insieme anche la causa che dà la possibilità d’esser forte. Con riferimento [...] forza, v. idea, n. 1 b. d. Di cose astratte, autorità morale, e, in qualche caso, capacità di obbligare o di vincolare: la f. desiderio, o, anche, stimolarlo, spronarlo; analogam., fare f. a sé stesso, reprimendo un impulso o sim.: si fece f. per non ...
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ricevere
ricévere v. tr. [lat. recĭpĕre, comp. di re- e capĕre «prendere»]. – 1. Prendere ciò che viene dato (oppure consegnato, mandato, recapitato, somministrato, trasmesso) o che si porge da sé; è [...] vero o buono (in questa accezione, quasi esclusivam. nel part. pass.). 3. a. Accogliere, ammettere insé per trattenere o che il mio stomaco non riceve. b. Prendere, avere, di cose che arrivano o derivano dall’esterno: il fiume riceve acqua da ...
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figurare
v. tr. e intr. [dal lat. figurare, der. di figura «figura»]. – 1. tr. a. letter. Plasmare, modellare, dando una forma, una figura: mi messi a fare un modelletto, ... figurando quel Perseo che [...] di raffigurare): Nettuno è di solito figurato col tridente in mano; rappresentare in modo concreto, simbolicamente, cose astratte: gli Egizi figuravano l’anno con una serpe che s’avvolge sopra se stessa (Tommaseo); anche con la parola: quasi dire si ...
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profondo
profóndo agg. [lat. profŭndus, comp. di pro-1 e del sost. fundus «fondo2»; anche sostantivato al neutro, profundum]. – 1. a. Con riferimento a uno sviluppo in senso verticale, detto di massa [...] ; nel p. del cuore, dell’anima; nel suo p., nell’intimo di sé stesso, dentro di sé; la voce Che viene dalle cose e dal profondo (Saba). d. In psicanalisi e in psicologia, il p., gli strati della coscienza più lontani dalla consapevolezza; psicologia ...
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perdere
pèrdere v. tr. [lat. perdĕre, comp. di per-1, indicante deviazione, e dare «dare»] (pass. rem. pèrsi o perdètti [meno com. perdéi], perdésti, pèrse o perdètte [meno com. perdé], perdémmo, perdéste, [...] , la tramontana, per lo più fig., non avere più il dominio di sé); p. le tracce, non trovar più le tracce della selvaggina o di persona incose futili e poco importanti, trascurando le occupazioni principali: perdersi in chiacchiere, in discussioni ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...