avere2
avére2 v. tr. [lat. habēre] (pres. ho ‹ò› [radd. sint.; ant. àggio], hai ‹ài›, ha ‹a› [radd. sint.]; abbiamo [ant. avémo], avéte, hanno ‹ànno› [ormai disus. le grafie ò, ài, à, ànno]; pass. rem. [...] rapporto particolare che vi è fra il soggetto e altre persone o cose. a. Fra persone, per esprimere relazioni di parentela: a. ’ del matto (Manzoni), hanno insé un po’ di pazzia; anche assomigliare, ricordare in qualche particolare: mio fratello ha ...
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modo
mòdo s. m. [lat. mŏdus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e [...] m., espressioni equivalenti a «come»: non so proprio in che m. sia successo; I0 non so chi tu se’ né per che modo Venuto se’ qua giù (Dante). In questo m., a quel m., espressioni equivalenti a «così»: le cose stanno in questo m.; lei è fatta a quel m ...
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volere2
volére2 v. tr. [lat. *vŏlēre, per il classico velle, formato su volo, volebam, volui] (pres. indic. vòglio [tosc., in proclisi, vo’], vuòi [poet. vuòli], vuòle [poet. o pop. vòle], vogliamo, [...] frasi frequenti con sign. non molto diverso da «accadde che ...»; se Dio vuole, con il consenso e l’aiuto divino; è Dio, prov., anche l’occhio dev’essere accontentato (in quanto l’aspetto esteriore delle cose ha la sua importanza). Seguito da verbi: ...
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valere
valére v. intr. [lat. valēre «essere forte, sano; essere capace; significare»] (pres. indic. valgo [ant. o poet. vàglio], vali, vale, valiamo, valéte, vàlgono [ant. o poet. vàgliono]; pres. cong. [...] metrica la sillaba lunga vale due brevi; analogam., in matematica, avere o assumere valore: «nell’espressione data a vale 4»; «se x è uguale a 10, allora x2 vale 100». In usi fig., di persona o di cose, uno vale l’altro, sono equivalenti (e s’intende ...
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altro2
altro2 pron. indef. [lo stesso etimo dell’agg. prec.]. – 1. Preceduto dall’art. determ. o indeterm., indica persona o cosa diversa da quella nominata o in genere da quella a cui ci si vuol riferire: [...] neutro (sempre sing. e senza articolo), altra cosa, cosa diversa, delle cosein più: non ho a. da aggiungere; ha fatto questo e a.; svogliato; se non a., almeno: se non a., venite a trovarci per le feste; non foss’a., per tacere d’altre cose: bastano ...
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mente
ménte s. f. [lat. mens mĕntis, affine al lat. meminisse e al gr. μιμνήσκω «ricordare»]. – 1. Il complesso delle facoltà umane che più specificamente si riferiscono al pensiero, e in partic. quelle [...] insé rinvenne (T. Tasso). d. In senso più concr., il complesso delle cognizioni, delle idee di una persona, in pensarci, prendersene cura, provvedervi: debbo avere sempre la m. a mille cose. Non com., dare m. a una cosa, badarci, prestare attenzione: ...
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tornare
v. intr. e tr. [lat. tornare «lavorare al tornio, far girare sul tornio», der. di tornus «tornio»] (io tórno, ecc.). – 1. intr. (aus. essere) Avviarsi, essere diretti al luogo da cui si era partiti [...] di moda le gonne lunghe; t. in possesso dei proprî beni; t. insé, t. in cervello; t. in grazia di Dio; tornano I grandi vi torna di biasimo, o che torna a vostro biasimo; sono cose che tornano in danno di chi le fa. d. Risultare esatto o preciso, ...
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venire
v. intr. [lat. vĕnire] (pres. indic. vèngo [ant. o poet. vègno], vièni, viène [poet. ant. vène], veniamo [ant. vegnamo], venite, vèngono [ant. o poet. vègnono]; pres. cong. vènga [ant. o poet. [...] verrò questo pomeriggio a casa tua, nel tuo ufficio; sono venuta in taxi. Se il verbo è di 2a persona, s’intende il luogo dov’è unita, v. avvenire1); di là da venire, lontano nel tempo: cose di là da v.; la mia promozione è purtroppo ancora di là ...
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tanto
agg., pron. e avv. [lat. tantus agg., tantum avv.]. – 1. agg. a. Al sing., riferito a cosa, così grande, in così gran quantità, e con sign. più determinati, così lungo, così ampio, così esteso, [...] prieghi Di t. intercessor nulla si nieghi (Metastasio). Al plur. (o al sing. collettivo), di cose, di persone e di animali, così numeroso, in così gran numero: che se ne fa di t. soldi?; devo pensare anche per lui, con t. grattacapi che ho?; perché ...
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meraviglia
meravìglia (tosc. o letter. maravìglia) s. f. [lat. mīrabĭlia, propr. «cose meravigliose» (pl. neutro dell’agg. mīrabĭlis «mirabile, meraviglioso»), con alterazione della quantità e del timbro [...] dipinsi (Dante); per lo più al plur.: faceva le m. come se non ne avesse mai sentito parlare; è una cosa normalissima e non città; le m. della scienza (cioè le cose meravigliose scoperte o inventate dalla scienza). In partic., le sette m. del mondo, ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...