andare1
andare1 v. intr. [etimo incerto; nella coniugazione, il tema and- si alterna in alcune forme con il tema vad- del lat. vadĕre «andare»] (pres. indic. vado [tosc. o letter. vo, radd. sint.], vai, [...] disapprovazione e sim.; anche, riuscire, avere buon esito: tentiamo, se va va, se no pazienza; è andata!, la cosa è riuscita, la faccenda è finita bene. In altri casi invece, con riferimento a cose materiali, equivale a essere perduto e sim.: vada la ...
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fare2
fare2 (ant. fàcere) v. tr. [lat. facĕre] (pres. fo 〈fò〉 [radd. sint.] o fàccio, fai [ant. faci], fa [radd. sint.; ant. e poet. face], facciamo, fate, fanno; imperf. facévo, ecc. [ant. e poet., [...] uso assol. e con sign. generico, imparare a far da sé, rendersi indipendenti dall’aiuto o dall’assistenza o dalla collaborazione degli altri, spec. incose e faccende della vita pratica; fa tutto da sé, di chi non vuole o non può ricorrere all’aiuto ...
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idea
idèa s. f. [dal gr. ἰδέα, propr. «aspetto, forma, apparenza», dal tema di ἰδεῖν «vedere»]. – 1. a. Nel sign. più ampio e generico, ogni singolo contenuto del pensiero, ogni entità mentale, e più [...] per sogno. 5. a. Modo di vedere e giudicare le cose: non so se sbaglio ma questa è la mia i.; è un’i. tuo fratello; è una costruzione che ha qualche i. degli edifici orientali; in questi versi c’è un’i. dei Canti del Leopardi; mi piacerebbe una ...
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passare
v. intr. e tr. [lat. *passare, der. di passus -us «passo»]. – I. intr. (aus. essere) 1. a. Andare da un punto a un altro attraversando uno spazio o percorrendolo nel senso della lunghezza: p. [...] piano, o una superficie passa per un punto P se contiene tale punto, cioè se esso giace sulla curva, ecc.; così, dire che a cose, venire a trovarsi in una situazione diversa da quella di prima: p. in armamento, in disarmo, di una nave; p. in giudicato ...
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toccare
v. tr. e intr. [voce di origine onomatopeica] (io tócco, tu tócchi, ecc.). – 1. tr. a. Avvicinare la mano (o anche altra parte del corpo) a una persona o a una qualsiasi cosa e tenerla a contatto [...] toccarsi il naso; mentre parlava, gli toccava ogni tanto il braccio; cose che si possono vedere e t., concrete, reali; t. un’ toccarle la sua roba!; non vorrei t. i miei risparmi se non in caso di estrema necessità; sono stato indisposto e per più d ...
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ordine
órdine s. m. [lat. ōrdo ōrdĭnis]. – 1. a. Disposizione regolare di più cose collocate, le une rispetto alle altre, secondo un criterio organico e ragionato, rispondente a fini di praticità, di [...] natura, o. naturale e, più fam., o. delle cose, il modo in cui normalmente si svolgono gli avvenimenti naturali e umani: è un senso alle espressioni «a precede b» e «a segue b», in modo che, se a e b sono distinti, si presenti sempre uno e uno solo ...
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avere2
avére2 v. tr. [lat. habēre] (pres. ho ‹ò› [radd. sint.; ant. àggio], hai ‹ài›, ha ‹a› [radd. sint.]; abbiamo [ant. avémo], avéte, hanno ‹ànno› [ormai disus. le grafie ò, ài, à, ànno]; pass. rem. [...] rapporto particolare che vi è fra il soggetto e altre persone o cose. a. Fra persone, per esprimere relazioni di parentela: a. ’ del matto (Manzoni), hanno insé un po’ di pazzia; anche assomigliare, ricordare in qualche particolare: mio fratello ha ...
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modo
mòdo s. m. [lat. mŏdus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e [...] m., espressioni equivalenti a «come»: non so proprio in che m. sia successo; I0 non so chi tu se’ né per che modo Venuto se’ qua giù (Dante). In questo m., a quel m., espressioni equivalenti a «così»: le cose stanno in questo m.; lei è fatta a quel m ...
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volere2
volére2 v. tr. [lat. *vŏlēre, per il classico velle, formato su volo, volebam, volui] (pres. indic. vòglio [tosc., in proclisi, vo’], vuòi [poet. vuòli], vuòle [poet. o pop. vòle], vogliamo, [...] frasi frequenti con sign. non molto diverso da «accadde che ...»; se Dio vuole, con il consenso e l’aiuto divino; è Dio, prov., anche l’occhio dev’essere accontentato (in quanto l’aspetto esteriore delle cose ha la sua importanza). Seguito da verbi: ...
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valere
valére v. intr. [lat. valēre «essere forte, sano; essere capace; significare»] (pres. indic. valgo [ant. o poet. vàglio], vali, vale, valiamo, valéte, vàlgono [ant. o poet. vàgliono]; pres. cong. [...] metrica la sillaba lunga vale due brevi; analogam., in matematica, avere o assumere valore: «nell’espressione data a vale 4»; «se x è uguale a 10, allora x2 vale 100». In usi fig., di persona o di cose, uno vale l’altro, sono equivalenti (e s’intende ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...