sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] [...] per esperienza) che cosa sia la fame; so io quel che costa allevare i figli. In senso fig., riferito a parti del corpo o a cose inanimate: quanta fatica ci vuole, lo sanno le mie povere ossa; se la strada è lunga lo sanno le mie gambe. 3. a. Con sign ...
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occhio
òcchio s. m. [lat. ŏcŭlus]. – 1. a. In anatomia, organo di senso, pari, caratteristico dei vertebrati, che ha la funzione di ricevere gli stimoli luminosi e di trasmetterli ai centri nervosi dando [...] al sing. quando si fa riferimento non all’organo insé ma alle facoltà dello spirito che dalla vista sono prov., anche l’o. vuole la sua parte, anche l’aspetto, l’apparenza delle cose ha la sua importanza; al sing. o al plur. nella locuz. rifarsi l’o ...
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cosa
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto [...] poche c.; badare più all’apparenza che alle c. insé. Come termine della filosofia, cosa, pur nella sua casa; interessarsi alle c. nazionali ed estere; come vanno le c. al confine?; cose di Stato, d’ufficio, di scuola, di religione, ecc. e. Opera o ...
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essere1
èssere1 v. intr. [lat. esse (volg. *essĕre), pres. sum, da una radice *es-, *s- che ricorre anche nel sanscr. ásti «egli è», gr. ἐστί, osco est, ant. slavo jestŭ, ecc.; il perf. fui da una radice [...] ., come verbo predicativo, afferma l’esistenza, l’essenza insé, l’atto puro, senza ulteriore determinazione. Si dice da spedire subito questo telegramma; c’è da attendere molto?; non sono cose da dirsi; non è da credere, è ancora da vedere, ecc.; ...
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sentire
v. tr. [lat. sĕntire] (io sènto, ecc.). – In senso ampio, avvertire un qualsiasi stato di coscienza indotto in noi dal mondo esterno attraverso i sensi o un qualsiasi stato affettivo insorgente [...] sentimenti morali: s. rettamente, nobilmente; Natura umana, or come, ... Se polve ed ombra sei, tant’alto senti? (Leopardi). 6. a. In alcuni casi, pensare, intendere, essere di un’opinione: io le cose le dico come le sento; secondo il mio modo di s ...
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abitudine
1. MAPPA L’ABITUDINE è la tendenza a ripetere una determinata azione, a rinnovare una determinata esperienza; si acquisisce per lo più con la ripetizione frequente dell’azione o dell’esperienza [...] il giornale ogni mattina mentre faccio colazione). 2. Se facciamo l’abitudine a qualcosa, vuol dire che della sostanza nociva. 4. In medicina, l’abitudine sensoriale giacchè nessuno si ricorda delle cose dell’infanzia, quantunque le impressioni ...
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bambino
1. MAPPA Nel suo significato più preciso, la parola BAMBINO indica ogni essere umano nell’età compresa tra la nascita e l’inizio della fanciullezza, che comincia a sei anni; nell’uso comune, [...] Specialmente quando è usato al plurale, o in senso non specifico, il termine indica accompagnato da ironia (b. mio, sono cose che capitano; non scherzare col fuoco, bambina e indicare un adulto immaturo, infantile (se te la prendi, sei proprio un b ...
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VIRTÙ
1. MAPPA Nel suo significato più generico, la VIRTÙ è qualsiasi buona qualità di una persona (la v. della discrezione, della pazienza; una ragazza che ha molte v.; non ha la v. del tacere). 2. [...] tendenza a fare del bene, come fine a sé stesso e non con lo scopo di ottenere la speranza). 4. Con riferimento a cose, e specialmente erbe, liquidi o altre espressioni e modi di dire
esempio di virtù
in virtù di
Proverbi
fare di necessità virtù
la ...
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mondo2
móndo2 s. m. [lat. mŭndus (voce d’incerta origine), che designò dapprima la volta celeste e i corpi luminosi che la popolano, poi la Terra e i suoi abitanti, assumendo poi, nel linguaggio della [...] . 2 d, anche per l’uso fig. dell’espressione). In partic.: m. sensibile (o m. dei fenomeni), la totalità delle cose che sono o possono essere oggetto di percezione, così come l’individuo se le rappresenta; m. intelligibile, l’insieme delle realtà non ...
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sopra
sópra (ant. e letter., o region., sóvra) prep. e avv. [lat. sŭpra, sincopato da sŭpĕrā (parte), propr. «nella parte superiore, più alta», ablativo femm. dell’agg. supĕrus «che sta sopra»] (radd. [...] E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna (Leopardi); anche di cosein movimento: l’aereo volava s a persone: gli stava s. con la spada; era tutto ripiegato s. sé stesso. In senso fig.: una grave minaccia pende s. il suo capo; ho passato ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...