leggere
lèggere v. tr. [lat. lĕgĕre, propr. «raccogliere», affine al gr. λέγω «raccogliere; dire»] (io lèggo, tu lèggi, ecc.; pass. rem. lèssi, leggésti, ecc.; part. pass. lètto). – 1. a. Scorrere con [...] ); Se a ciascun l’interno affanno Si leggesse in fronte scritto (Metastasio). Similmente, l. nel cuore, nell’anima, nella coscienza di qualcuno, scoprire i suoi sentimenti riposti; l. il pensiero (v. lettura, n. 2 c). e. Interpretare altri segni ...
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nozione
nozióne s. f. [dal lat. notio -onis, der. di noscĕre «conoscere», part. pass. notus]. – 1. a. Genericam., conoscenza, cognizione di qualche cosa attinente alla vita reale: avere, possedere la [...] o diritti; non ha la minima n. del modo con cui ci si deve comportare in società. Con sign. più vicino a coscienza, consapevolezza: perdere la n. del tempo, del luogo dove ci si trova; smarrire temporaneamente la n. della realtà, e sim. b. Idea ...
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leggerezza
leggerézza s. f. [der. di leggero]. – 1. L’esser leggero, qualità di ciò che è leggero (che ha cioè poco peso): l. di una stoffa, di un gas; ha la l. di una piuma; lega metallica, materiale [...] serietà, incostanza, volubilità, riferito alla persona o agli atti: uomo, donna di grande l.; l. d’animo, di mente, di coscienza; parlare, agire, comportarsi con l., con troppa l.; sei stato di una l. imperdonabile. In senso concr., atto di persona ...
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strafare
v. intr. [comp. di stra- e fare2] (io strafò o strafàccio, tu strafài, egli strafà, ecc.; nel resto, coniug. come fare; aus. avere). – Fare più del necessario o del conveniente (per smania d’azione, [...] eccessivo zelo, ecc.): non gli basta fare, deve sempre s.!; ha voluto s., e ha rovinato tutto; la novità consisteva nella semplicità del dire, nel tono dimesso delle parole, ... nella volontà diventata coscienza di non s. in nessuna direzione (Saba). ...
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avvedersi
avvedérsi v. intr. pron. [der. di vedere] (coniug. come vedere). – Accorgersi, acquistare coscienza di qualche cosa: Vassene ’l tempo e l’uom non se n’avvede (Dante); don Abbondio (il lettore [...] se n’è già avveduto) non era nato con un cuor di leone (Manzoni); s’avvide facilmente dell’errore; mi avvidi di aver esagerato (o che avevo esagerato); l’ho fatto quasi senza avvedermene; prov., chi asino ...
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consentire
v. tr. e intr. [dal lat. consentire, comp. di con- e sentire «esser d’opinione»] (io consènto, ecc.; come intr. aus. avere). – 1. intr. a. Trovarsi d’accordo con altri, concordare in un’opinione: [...] (Dante); è un lavoro che non consente riposo; i suoi mezzi non gli consentono troppe spese; non me lo consente la mia coscienza, la mia dignità; c. una grazia (più com. accordare). Costruito con che o di: egli non mi consentì di parlare; non consente ...
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pungere
pùngere (ant. o poet. pùgnere) v. tr. [lat. pŭngĕre] (pres. io pungo, tu pungi, ecc.; pass. rem. punsi, pungésti, ecc.; part. pass. punto). – 1. a. Ferire leggermente con un oggetto che ha l’estremità [...] . fig. a. letter. Toccare vivamente i sentimenti, la sensibilità, commuovere, addolorare, rimordere: quel ricordo mi punge ancora la coscienza; lo punge il rimorso delle sue malefatte; la novella da Filostrato raccontata prima con un poco di vergogna ...
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capostorno
capostórno s. m. [comp. di capo e storno1, che in dialetti settentr. significa «stordito»]. – Affezione cerebrale dei cavalli, bovini, ovini, cani (detta anche capogatto o balordone), caratterizzata [...] da indolenza, stordimento, alterazione della coscienza e della motilità. ...
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cerebrazione
cerebrazióne s. f. [der. di cerebro]. – Attività cerebrale; c. incosciente, l’attività mentale che non giunge al livello della coscienza. ...
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conservare
v. tr. [dal lat. conservare, comp. di con- e servare «serbare, custodire, mantenere»] (io consèrvo, ecc.). – 1. a. Tenere una cosa in modo che duri a lungo, che non si guasti, non si sciupi: [...] una memoria di ferro; conservo ancora tutti i miei denti e il mio buon appetito; ha conservato fino all’ultimo la coscienza e l’uso della parola. 2. Nell’intr. pron., conservarsi, mantenersi in buono stato: sono vini che si conservano; chissà se ...
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Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori.
Diritto
Libertà di c. Diritto di sentire e professare opinioni e fedi religiose...
È la consapevolezza che il soggetto ha del suo oggetto, e non può separarsi da quella che il soggetto ha di sé come oggetto. Il problema della sua interpretazione filosofica viene in primo piano nella filosofia moderna, con Campanella e Cartesio;...