lettura
s. f. [dal lat. tardo lectura, der. di legĕre «leggere», part. pass. lectus]. – 1. a. L’azione di leggere, di decifrare cioè un testo scritto o stampato: la l. di un manoscritto, di un’iscrizione; [...] decifrabile; errore di l., o erronea l. (di una parola, di una frase). b. In senso più ampio, l’atto di leggere prendendo conoscenza di ciò che è scritto o di come è scritto: la l. di una lettera, di un documento, di un libro; giudicare, capire a ...
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malizia
malìzia s. f. [dal lat. malitia, der. di malus «malvagio»]. – 1. a. Tendenza, inclinazione a commettere il male consapevolmente: la m. del demonio; l’intenzione stessa, la volontà di fare il [...] un fine più o meno lecito: ricorrere a una m.; per entrare di nascosto, pensò questa sottile malizia. b. estens. La conoscenza che ciascuno ha dei segreti della sua arte; gli utili espedienti che sono il frutto di una lunga pratica: le m. dei ...
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segreto1
segréto1 (letter. o dial. secréto) agg. [lat. secrētus, propr. part. pass. di secernĕre «separare, appartare»]. – 1. letter. Appartato, nascosto, che si tiene o viene tenuto in disparte: Ora [...] sé quello che le è stato confidato segretamente, o che comunque non rivela cose riservate di cui sia venuta a conoscenza: un amico, un confidente s. e fidato. Anticam., con uso sostantivato, persona cui si confidano segreti, confidente: elli in tutto ...
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segreto2
segréto2 (letter. o dial. secréto) s. m. [lat. secrētum, neutro sostantivato dell’agg. prec.]. – 1. a. Cosa o fatto che si tengono nascosti dentro di sé e non si rivelano a nessuno: il suo passato [...] fatta, si è obbligati a mantenere il silenzio: confidare, rivelare, svelare un s.; mettere qualcuno a parte d’un s.; venire, essere a conoscenza d’un s.; carpire un s.; strappare un s. di bocca a qualcuno; rimanga un s. tra noi, tra me e te; non ...
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idea
idèa s. f. [dal gr. ἰδέα, propr. «aspetto, forma, apparenza», dal tema di ἰδεῖν «vedere»]. – 1. a. Nel sign. più ampio e generico, ogni singolo contenuto del pensiero, ogni entità mentale, e più [...] ragione, i concetti della ragione (mondo, anima, Dio) i quali, a differenza delle categorie dell’intelletto, non hanno per la conoscenza valore costitutivo, ma semplicemente regolativo, rappresentando ideali cui si deve tendere nell’ampliamento della ...
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metafisica
metafìṡica s. f. [dal lat. mediev. metaphysica, e questo dal gr. μετὰ τὰ ϕυσικά (v. oltre)]. – 1. a. In Aristotele, è la dottrina, da lui chiamata «filosofia prima» (πρώτη ϕιλοσοϕία) e definita [...] oggetto di una scienza particolare; è intrinseco, nel concetto di questa distinzione, che la conoscenza teoretica della realtà ha carattere di conoscenza assoluta, rispetto alla relatività di tutte le altre. Successivamente, nella storia del pensiero ...
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metagnomia
metagnomìa s. f. [dal fr. métagnomie, comp. del gr. μετά «oltre» e γνώμη «conoscenza»]. – In metapsichica, termine usato da alcuni autori per indicare quella che oggi si chiama comunem. conoscenza [...] paranormale o percezione extrasensoriale, e anche come sinon. del termine tradizionale chiaroveggenza ...
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saggio1
sàggio1 agg. [dal fr. sage, che è il lat. *sapius, der. di sapĕre «avere senno»] (pl. f. -ge). – 1. a. Riferito a persona, che è dotato di saggezza, che ha e rivela, nel comportamento, nel giudicare [...] acquisita soprattutto con la riflessione e l’esperienza: un vecchio s.; è un amministratore molto s.; essere, mostrarsi s.; la conoscenza degli uomini e del mondo rende saggi; Vergine s. e del bel numero una De le beate vergini prudenti (Petrarca ...
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teosofia
teoṡofìa s. f. [dal gr. tardo ϑεοσοϕία, comp. di ϑεο- «teo-» e σοϕία «sapienza»]. – 1. Conoscenza delle realtà divine, ottenute per rivelazione della divinità stessa. Il termine, che con questa [...] York: afferma l’origine unica di tutte le religioni, l’eguaglianza di tutti gli uomini, la possibilità di arrivare alla conoscenza della verità, riservata a pochi adepti, non con la sola ragione ma per mezzo di rivelazioni, di esperienze mistiche e ...
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pilota
pilòta s. m. [da una forma originaria pedota, pedoto (v.), che prob. risale a una voce greca non conosciuta, connessa forse con πύλη nel sign. di «entrata del porto» e poi raccostata a πούς ποδός [...] avendone il comando. Attualmente, l’esperto marittimo (generalm. un capitano di lungo corso) che, avendo perfetta conoscenza delle correnti, delle maree, della configurazione subacquea di una zona, è legalmente autorizzato ad assistere il comandante ...
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Filosofia
La c. nella filosofia antica e medievale
La c. nella filosofia antica è concepita come un processo le cui modalità vengono diversamente interpretate: secondo la concezione di Pitagora, ripresa successivamente da Eraclito e da Empedocle,...
conoscenza [canoscenza; caunoscenza]
Domenico Consoli
Vocabolo presente in tutte le opere dantesche, con particolare frequenza nel Convivio, dove si registrano venti occorrenze delle trentadue complessive.
La forma ‛ canoscenza ', propria...