residente
residènte agg. e s. m. e f. [dal lat. resĭdens -entis, part. pres. di residēre «risiedere»]. – 1. a. Che ha la residenza abituale, ufficiale e anagrafica, in un dato stato o comune, in cui [...] sost., un r., una r., i r. o i non residenti, chi ha o non ha la residenza in uno stato o in un comune, pur essendo lì presente. In partic., accademici r., in alcune accademie, quelli che abitano nella città dove ha sede l’accademia stessa, distinti ...
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comunitacomunità (ant. communità) s. f. [dal lat. communĭtas -atis «comunanza», der. di communis «comune1»]. – 1. non com. Carattere, stato giuridico di ciò che è comune; comunanza: c. di beni, c. d’interessi; [...] II), la parrocchia, i fedeli di una parrocchia: l’azione dei laici nella c.; i poveri di una c.; preghiere per la comunità; o anche i fedeli che abitualmente frequentano una chiesa, o che sono presenti in una chiesa (spec. se parrocchiale): la c ...
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camomilla
s. f. [lat. tardo chamomilla, adattam. del gr. χαμαίμηλον, propr. «mela nana»; così chiamata per l’odore dei fiori simile a quello di certe mele]. – 1. Nome di varie piante delle composite [...] , formanti insieme un corimbo, fiori bianchi nei raggi e gialli nel disco; cresce spontanea in Europa e in Asia, è comune anche in Italia; viene inoltre coltivata per ricavarne un’essenza (olio essenziale o essenza di c.), impiegata in terapia come ...
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mosca
mósca s. f. [lat. mŭsca]. – 1. a. Genere di insetti ditteri brachiceri dal corpo tozzo, con solo il primo paio di ali atte al volo, essendo il secondo paio modificato a formare due strutture per [...] quali termina l’apice del labbro superiore; le mandibole sono ridotte o assenti. La specie più diffusa è la m. comune (lat. scient. Musca domestica), cosmopolita, dotata di una notevole capacità di moltiplicazione (da 7 a 12 generazioni l’anno), che ...
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mensa
mènsa s. f. [dal lat. mensa]. – 1. a. La tavola a cui si mangia, e s’intende in genere la tavola apparecchiata: mettersi, sedere, essere a m., a tavola per mangiare; levarsi da mensa. Con questo [...] e al servizio dei pasti: m. ufficiali, m. sottufficiali; m. aziendale; m. dei ferrovieri; m. comunale, per i poveri del Comune. Per estens., il locale stesso dove si prendono i pasti collettivamente: andare alla m., mangiare alla mensa, ecc. 3. Nella ...
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v, V
(vu, meno com. vi, ant. o region. ve 〈vé〉) s. f. o m. – Ventunesima lettera dell’alfabeto latino. Fino almeno al sec. 16° ha avuto una storia comune con la lettera U, di cui costituiva una variante [...] si servono dell’alfabeto latino (per altre notizie, v. anche la voce u, U). Con riferimento alla V maiuscola è comune la locuz. aggettivale a V, per definire l’aspetto o la disposizione di oggetti che ne ricordino la caratteristica forma divergente ...
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condotta
condótta s. f. [der. di condurre, nei varî sign. del verbo]. – 1. a. Ufficio del condurre e capitanare milizie, comando supremo: un esercito grossissimo militava sotto la c. dell’arciduca Carlo [...] » che ebbe anticam. il verbo condurre), patto per il quale un capitano di ventura era assoldato da un principe o da un comune con un certo numero di milizie ai suoi ordini; per estens., lo stipendio stabilito per il servizio, e le milizie stesse. A ...
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s, S
(èsse) s. f. o m. – Diciottesima lettera dell’alfabeto latino; della sua forma originaria nella scrittura si hanno scarse notizie per la fase anteriore al greco, non sapendosi con certezza quale [...] sulla s corta anche nelle stampe fino al sec. 18° ed è tuttora in uso nella scrittura gotica a stampa del tedesco. Di uso comune la locuz. a S per indicare un andamento ricurvo e serpeggiante (v. esse): sifone a S; gambe a S, a doppia S, di mobili ...
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luna
s. f. [lat. lūna, affine a lūx «luce»]. – 1. a. Unico satellite naturale della Terra (l’oggetto celeste ad essa più vicino), di forma quasi sferica, privo di acqua e di atmosfera, la cui luminosità [...] quarto, o anche quand’è falcata (l’espressione ha inoltre varî usi partic. o fig., per cui v. mezzaluna, che è forma più comune); l. scema si dice in genere quando non mostra il disco intero. Età della l., il numero di giorni che sono trascorsi dall ...
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delegazione
delegazióne s. f. [dal lat. delegatio -onis]. – 1. L’atto con cui si delega. In partic.: a. Nel diritto privato, forma di negozio mediante il quale un debitore (delegante) assegna al suo [...] e per il decentramento dei poteri e dei servizî. 4. Luogo dove ha sede un delegato: richiedere un documento alla d. del comune. 5. Gruppo di persone, ente o organo, a cui è stato affidato un incarico di rappresentanza o di altra natura da parte ...
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Il Comune è, nell’ordinamento italiano, l’ente pubblico territoriale e rappresentativo di base (artt. 114, co. 1, e 118, co. 1, Cost.). Nel ricollegarsi, da un punto di vista terminologico, a quella peculiare esperienza politico-giuridica che...
Forma di governo cittadino autonomo, apparsa nell’Europa occidentale dopo l’anno 1000, come risultato di un’associazione volontaria, temporanea e confermata da giuramento, fra cittadini o gruppi di essi.
Nell’ordinamento attuale, ente territoriale...