interesse
interèsse (ant. e pop. tosc. interèsso) s. m. [dal verbo lat. interesse «essere in mezzo; partecipare; importare», comp. di inter «tra» e esse «essere»]. – 1. Il prezzo pagato, o che dev’essere [...] i.; è un egoista che non ha interesse per nessuno. In sintassi (e spec. nella sintassi latina), complemento d’i., dativo d’interesse, altro nome del dativo etico (v. etico1, n. 2). c. La capacità che una cosa o una persona ha di suscitare in noi tali ...
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stare
v. intr. [lat. stare, da una radice indoeuropea] (pres. indic. sto 〈stò〉 [radd. sint.], stai, sta [radd. sint.], stiamo, state, stanno; pres. cong. stia [poet. ant. stèa], stia [poet. ant. stie], [...] meno; ma in altri casi, spec. quando senza è seguito da complemento, il verbo stare ha valore autonomo (equivalendo a «vivere» o « , stare a, essere in dato rapporto: 4 sta a 2 come 6 sta a 3, il rapporto di 4 a 2 è uguale al rapporto di 6 a 3, e così ...
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ufficio
uffìcio (meno com. uffìzio; raro offìcio, offìzio; ant. ufìzio, ufìcio, ofìcio, ofìzio) s. m. [dal lat. officium «dovere, cortesia, servigio; carica, funzione» (comp. di opus -ĕris «lavoro, opera» [...] ’u.; interesse privato in atti d’u. (v. interesse, n. 2 c). Come sinon. di compito, funzione, il termine è riferito anche a pronominale che, in questa frase, svolge l’u. di complemento oggetto; quella stessa paura era sempre lì a far l’ufizio ...
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tenere
tenére v. tr. [lat. tĕnēre] (pres. indic. tèngo [ant. tègno], tièni, tiène, teniamo [ant. tegnamo], tenéte, tèngono [ant. tègnono]; pres. cong. tènga ..., teniamo, teniate, tèngano [ant. tègna [...] intr., v. oltre al n. 8 a, e cfr. tenuta nei sign. 1 e 2). 5. Di persona o di veicolo in moto, seguire una via, una direzione o un senso condizione che viene determinata dal predicato o dal complemento (talvolta in alternativa con stare): si tenne ...
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su
prep. e avv. [lat. sūsum: v. suso] (radd. sint.). – È, in generale, sinon. di sopra, rispetto a cui è più pop. e più breve, e quindi più usato; ma accanto ai sign. e agli usi che le due parole hanno [...] tipiche o in frasi prov.: mettere una pietra sul passato (v. passato, n. 2 a); essere o stare sulle spine (v. spina, n. 1 c); tenere , costituire, impiantare, organizzare, secondo il partic. complemento: mettere su casa, farsi una casa propria (come ...
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assoluto2
assoluto2 agg. [dal lat. absolutus, part. pass. di absolvĕre «sciogliere»]. – 1. Libero da qualsiasi limitazione, restrizione o condizione (contrapp. quindi a relativo): potere a.; libertà [...] ablativo2, n. 2 e genitivo. Uso a. di un verbo (o anche di altra parte del discorso), quando è usato senza il complemento che di solito . a relativo): densità a., peso specifico a. (v. densità, n. 2 a; peso2, n. 1 a); moto a., un moto rispetto a un ...
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rimessa
riméssa s. f. [femm. sostantivato di rimesso, part. pass. di rimettere]. – 1. L’azione di rimettere, il fatto di venire rimesso, nel sign. di «mettere di nuovo» o di «ricondurre allo stato precedente», [...] ma solo in alcune espressioni in cui è seguìto da un determinato complemento: r. di nuovi germogli, riferito a piante (anche con valore . in vendita, all’asta di un articolo, di un oggetto. 2. a. L’operazione di rimettere, il fatto di venire rimesso, ...
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mettere
méttere v. tr. [lat. mĭttĕre «mandare», nel lat. tardo «mettere»] (pass. rem. miṡi, mettésti, ecc. [pop. tosc. méssi, mésse, méssero]; part. pass. mésso). – Verbo di sign. ampio e generico, dai [...] aus. avere): a. Di piante, per ellissi d’un complemento, germogliare, sviluppare le gemme, le spighe e sim.: i mandorli altro (v. fuoco, n. 7 a); m. all’indice (v. indice, n. 2 b); m. al mondo, dar la vita, generare, partorire; m. a morte, far ...
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fatto2
fatto2 s. m. [lat. factum, propr. part. pass. sostantivato di facĕre «fare»]. – 1. a. Avvenimento, azione, fenomeno, ciò che si compie o si è compiuto: assistere, essere presente al f.; mi è capitato [...] scaramuccia, meno di battaglia); f. di cronaca (v. cronaca, n. 2); f. di sangue, ferimento, assassinio. b. La vicenda, l’intreccio, avvenimento o la constatazione di una realtà, espresse mediante un complemento (il f. di ...) o una proposizione (il f ...
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leggere
lèggere v. tr. [lat. lĕgĕre, propr. «raccogliere», affine al gr. λέγω «raccogliere; dire»] (io lèggo, tu lèggi, ecc.; pass. rem. lèssi, leggésti, ecc.; part. pass. lètto). – 1. a. Scorrere con [...] ha letto molto. d. Seguìto da proposizione oggettiva o da complemento di argomento, per indicare il contenuto di uno scritto: ho si legge Che succedette a Nino e fu sua sposa (Dante). 2. estens. e fig. a. Intendere, interpretare in un determinato ...
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I verbi di percezione sono ➔ verbi che denotano processi percettivi (vedere, sentire, fiutare, ecc.) che hanno luogo in un soggetto esperiente. Rimandando alla sfera sensoriale (specialmente visiva o uditiva), essi si distinguono dai verbi psicologici...
Il sintagma preposizionale è un sintagma (➔ sintagma, tipi di) composto da una preposizione (che fa da testa del sintagma; ➔ preposizioni) e da un elemento da essa retto (➔ reggenza). Spesso questo elemento, detto complemento del sintagma, è...