psicoterapia
psicoterapìa s. f. [comp. di psico- e terapia]. – Ogni forma d’intervento terapeutico nei confronti di disturbi mentali, emotivi e comportamentali, impostato e condotto a termine con tecniche [...] (alle quali può aggiungersi il complemento farmacologico), ispirato a principî e metodi diversi, con il fine di migliorare l’adattamento dei pazienti all’esistenza e alla realtà circoscrivendo cause e natura di disadattamenti, conflitti, situazioni ...
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polare
agg. [dal lat. mediev. polaris, der. del lat. polus «polo1»]. – 1. Che si riferisce al polo o ai poli della Terra: le terre, le regioni p.; i ghiacci p.; l’Oceano P. Artico; asse p. di un pianeta, [...] è il complemento della declinazione celeste. 2. In matematica e nelle sue applicazioni, come anche in altre scienze, si dice di ente, presto o tardi», «bene o male» e sim., formate da termini opposti. ◆ Avv. polarménte, non com., in antitesi, in ...
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procedere
procèdere v. intr. [dal lat. procedĕre, comp. di pro-1 «innanzi» e cedĕre «andare»] (pass. rem. procedètti [meno com. procedéi, ant. procèssi], procedésti, ecc.; part. pass. proceduto [ant. [...] qualche cosa, dare inizio a un’operazione, venire all’esecuzione di quanto è detto dal complemento: p. all’appello; p. all’esame dei capi d agire legalmente: si procederà contro i trasgressori nei terminidi legge; non doversi p., o, con espressione ...
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cadere
cadére v. intr. [lat. cadĕre, con mutamento di coniugazione] (pass. rem. caddi, cadésti, ecc.; fut. cadrò, ecc.; condiz. cadrèi, ecc.; nell’uso ant. e letter., si ha in alcune forme il tema cagg-: [...] c. a capo in giù, a gambe all’aria; di oggetti: la tazza gli cadde dalle mani; gli è caduto a finire (con sign. speciali, determinati dal complemento): c. in rovina; c. in servitù, come d’incanto. f. Volgere al termine, languire: sul cader del giorno; ...
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ridotto2
ridótto2 (ant. ridutto, redutto) s. m. [der. di ridurre; cfr. la voce prec.]. – 1. Posto, luogo dove più persone si riducono, cioè si riuniscono, per lo più abitualmente: le sue ville erano [...] di raccolta di cose, per es. di acque. 2. In partic., il termine è stato usato per indicare la sede di un circolo di ritrovo, e le sale di sosta e di trattenimento didi accesso dalla sala di rappresentazione, della quale costituisce il complemento ...
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attributo
s. m. [dal lat. attributum, part. pass. neutro di attribuĕre «attribuire»]. – 1. a. Qualità o elemento che si riconosce come proprio ed essenziale di un oggetto: gli a. virili (s’intendono [...] di spettanza di una persona, di un ufficio), soprattutto al plur.: gli a. del potere sovrano. È un’accezione con cui il termine sogliono distinguere attributi del soggetto, del predicato, di un complemento. A differenza dell’apposizione, l’attributo ...
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concludere
conclùdere (meno com. conchiùdere) v. tr. [dal lat. concludĕre, comp. di con- e cludĕre per claudĕre «chiudere»] (pass. rem. io concluṡi o conchiuṡi, tu concludésti o conchiudésti, ecc.; part. [...] (Machiavelli). Con senso più generico, e con complemento costituito di solito da un pronome di valore neutro, operare in modo utile: con conchiuse (Ariosto). b. Terminare traendo le conseguenze logiche di ragionamenti o affermazioni precedenti: ...
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cortina1
cortina1 s. f. [lat. tardo cortīna, der. di cors cortis «cortile, corte», per calco del gr. αὐλαία «tenda, cortina», der. di αὐλή «aula, corte»]. – 1. a. Tendaggio destinato a isolare l’interno [...] parte decorativa del trono e di altri mobili da parata, in epoca recente complemento pratico e ornamentale di porte e finestre. b. n. 7 b). Il termine si estende talora, con sign. analogo, anche a muri costruiti con blocchi di pietra. 5. ant. ...
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menare
v. tr. [lat. tardo mĭnare «spingere», propr. «spingere un animale minacciandolo con le grida o con la frusta», sign. rustico svoltosi dal lat. class. minari «minacciare»] (io méno, ecc.). – 1. [...] a fine, ad effetto un lavoro, una faccenda e sim., cioè condurre a termine, a effetto (ma comunissimo m. in lungo, o per le lunghe, complemento: menar vanto di qualche cosa, vantarsene apertamente; m. rumore, far parlare di sé, essere sulla bocca di ...
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ricevere
ricévere v. tr. [lat. recĭpĕre, comp. di re- e capĕre «prendere»]. – 1. Prendere ciò che viene dato (oppure consegnato, mandato, recapitato, somministrato, trasmesso) o che si porge da sé; è [...] casi affine a avere, ma nel sign. dinamico e non statico di questo verbo, quando esprime cioè il trapasso da chi dà a chi è il termine dell’azione: a. Con compl. ogg. di cose, materiali e non materiali, dovute, desiderate, gradite o comunque non ...
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TERMINE, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica, il complemento di termine è un complemento indiretto che indica la persona, l’animale o la cosa su cui ricade l’azione espressa dal verbo.
Il complemento di termine può essere introdotto dalla preposizione...
In grammatica, complemento di t., il complemento che risponde alle domande a chi, a che cosa, e indica la persona o la cosa a cui è diretta l’azione espressa dal verbo (in it. il complemento è di norma introdotto dalla preposizione a; in lat....