conto2
cónto2 s. m. [lat. tardo compŭtus]. – 1. Nome generico per indicare ogni calcolo aritmetico: fare un c. o i c.; sbagliare un c.; il c. non torna; fam., saper fare di conto, conoscere l’aritmetica [...] le entrate e le uscite, l’ammontare di debiti o crediti e sim.: i c. si fanno alla fine del mese; fare la revisione dei c.; capire: non mi rendo c. di come è avvenuto; tenere conto (seguito da un complementodi specificazione o da una prop. introdotta ...
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zabaione
żabaióne (meno corretto żabaglióne) s. m. [voce onomatopeica, d’origine settentr., dapprima col sign. generico di «mescolanza, guazzabuglio»]. – 1. Crema più o meno spumosa e densa ottenuta [...] con marsala o altro vino dolce liquoroso; è in genere servito in coppa o in tazza a fine pasto come dolce ed è inoltre usato come complementodi varie preparazioni dolciarie: z. al marsala, al rum, al vinsanto; farsi uno z., sbattere uno z.; un ...
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mettere
méttere v. tr. [lat. mĭttĕre «mandare», nel lat. tardo «mettere»] (pass. rem. miṡi, mettésti, ecc. [pop. tosc. méssi, mésse, méssero]; part. pass. mésso). – Verbo di sign. ampio e generico, dai [...] la verità. d. Adoperare, applicare a un determinato fine (detto soprattutto della propria attività, delle proprie forze 9. Usi intr. (con aus. avere): a. Di piante, per ellissi d’un complemento, germogliare, sviluppare le gemme, le spighe e sim.: ...
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titolo
tìtolo s. m. [dal lat. titŭlus]. – 1. Con riferimento all’antichità romana (per la quale è di uso frequente, anche oggi, la forma lat. titulus), iscrizione apposta alle immagini degli antenati; [...] incipit; quando invece si trovano alla fine dell’opera, prendono il nome di explicit. Nel libro a stampa il molarità). c. In immunologia, per t. del complemento si intende l’attività complementaredi un siero, mentre per t. degli anticorpi si ...
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sunna
s. f., arabo. – Consuetudine, modo abituale di comportarsi. In partic. la consuetudine di Maometto nelle varie circostanze della vita (che, salvo casi eccezionali, ha valore di norma per i credenti, [...] loro come esempio da imitare), desunta dalle tradizioni canoniche di detti o fatti di Maometto, e fin dalla fine del 1° sec. dell’egira (7° sec. d. C.) considerata come un’interpretazione autentica e un complemento, per valore normativo, del Corano. ...
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gonfiare
v. tr. e intr. [lat. conflare, propr. «ravvivare il fuoco soffiando», comp. di con- e flare «soffiare»] (io gónfio, ecc.). – 1. tr. a. Riempire d’aria o di gas una cavità limitata da pareti [...] Manzoni). Con complementodi cosa, esagerarne ad arte l’importanza, farla apparire più importante o più grave di quanto è alla fine scattò. ◆ Part. pass. gonfiato, anche come agg., spec. nell’espressione fig. pallone gonfiato, di chi gode di una ...
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mancare
v. intr. e tr. [der. di manco1] (io manco, tu manchi, ecc.). – 1. intr. (aus. essere) a. Essere in quantità o in numero insufficiente, essere meno di quanto sarebbe necessario o conveniente o [...] a mezzanotte; mancavano pochi giorni alla fine della scuola; mancano tre o quattro complemento: a. Essere privo (di qualche cosa): una persona che manca di coraggio, di giudizio, di capacità; un alunno che manca di basi; un discorso che manca di ...
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comodo2
còmodo2 (ant. o region. còmmodo) s. m. [dal lat. commŏdum, neutro sostantivato dell’agg. commŏdus «comodo1»]. – 1. a. In genere, ciò che riesce piacevole e opportuno in quanto soddisfa i nostri [...] detto complementodi vantaggio. di ottenere credito in banca (si tratta di effetti provenienti da simulazione di negoziazioni di vendita, con intreccio e scambio reciproco di firme tra operatori commerciali al finedi consentire a ciascuno di ...
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che2
che2 〈ké〉 pron. e agg. [lat. quid e altre forme pronominali] (radd. sint.). – È parola frequentissima, con usi varî: può essere pronome relativo, interrogativo, esclamativo, indefinito; con valore [...] piangeva. Nei compl. indiretti, si ha di regola la forma obliqua cui: l’amico di cui ti ho parlato, il fine a cui tendi, ecc.; ma in avere funzione di oggetto, di predicato o dicomplemento: che sarà di noi?; che è questo rumore?; di che ti lamenti ...
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volta1
vòlta1 s. f. [lat. volg. *volvĭta, *volta, der. del lat. class. volvĕre «volgere»]. – 1. ant. o letter. a. L’azione, il fatto di voltare o di voltarsi, di girare da una parte o dall’altra, di [...] volge andando, soprattutto nell’espressione alla v. di ..., che introduce un complemento indicante la persona o il luogo verso cui cosa che si attende o si desidera con impazienza), alla fine, finalmente: Muti una v. quel suo antiquo stile (Petrarca ...
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FINE O SCOPO, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica, il complemento di fine o scopo è un complemento indiretto che indica appunto il fine, lo scopo di quanto si sta esprimendo.
Può essere introdotto dalle preposizioni per, a, di, da, in o da...
DI [PREPOSIZIONE]
La preposizione semplice di può presentarsi in diverse forme.
• Quando si trova prima di un articolo determinativo, si fonde con l’articolo, dando origine alle preposizioni articolate del, dello, della, dei, degli, delle
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