ferromagnetico
ferromagnètico agg. [comp. di ferro e magnetico] (pl. m. -ci). – In fisica, detto del ferro e delle altre sostanze (nichel, cobalto e molte loro leghe) che, al di sotto di una determinata [...] temperatura (temperatura di Curie), presentano una grande capacità di magnetizzarsi, con una magnetizzazione che cresce al crescere del campo magnetizzante, peraltro raggiungendo un valore massimo (di ...
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stellite
s. f. [prob. der. del lat. stella «stella1]. – Nome commerciale (propriam. marchio depositato) di una categoria di leghe non ferrose (contenenti cobalto fino all’80%, cromo, wolframio e carbonio) [...] caratterizzate da elevata resistenza all’azione di alcuni acidi e alcali e delle soluzioni saline, e capaci di sopportare elevatissime velocità di taglio: trovano impiego nel rivestimento di materiali ...
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vetriolo2
vetrïòlo2 (letter. vetrïuòlo; ant. o pop. vitrïòlo) s. m. [lat. mediev. vitriolum, neutro sostantivato dell’agg. tardo vitreŏlus, der. di vitrum «vetro»; così detto per l’aspetto vetroso dei [...] di acqua, fra loro isomorfi: v. bianco (solfato di zinco), v. verde (solfato ferroso), e, più raramente, v. rosso (solfato di cobalto) e v. rosa (solfato manganoso); a essi va aggiunto il v. azzurro (solfato di rame), che tuttavia cristallizza con 5 ...
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ghiandaia
ghiandàia s. f. [lat. tardo glandaria, der. di glans glandis «ghianda»]. – 1. Uccello della famiglia corvidi (Garrulus glandarius), presente anche in Italia nei boschi, che vive a coppie e [...] per un ciuffo ben distinto sulla testa, biancogrigio striato di nero, e per le ali a fasce nere, bianche e blu cobalto (v. fig. a p. 624). 2. Gh. marina: uccello della famiglia coracidi (Coracias garrulus), di mediocri dimensioni, e di colore verde ...
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oligodinamico
oligodinàmico agg. [comp. di oligo- e gr. δύναμις «potenza»] (pl. m. -ci). – 1. In fisiologia, di sostanze che hanno una sensibile azione sul metabolismo anche se presenti in quantità minime; [...] , di singoli elementi chimici (elementi o. o oligoelementi) che entrano a far parte di molecole complesse, come ferro, rame, cobalto, iodio, zinco, selenio, manganese, molibdeno; l’importanza di alcuni elementi (per es., il boro) sembra limitata a ...
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teleisotopoterapia
teleiṡotopoterapìa s. f. [comp. di tele- e isotopoterapia]. – Termine che genericamente designa quei metodi di terapia radiante che sfruttano le radiazioni ionizzanti emesse da radioisotopi [...] (per lo più cobalto 60 e cesio 137) collocati, in appositi contenitori schermati, a opportuna distanza (10-20 cm) dalla superficie cutanea che sovrasta la sede di lesioni (di solito neoplastiche) da irradiare. ...
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controssido
contròssido s. m. [comp. di contro- e ossido]. – Strato di materiale (per lo più a base di borace, feldspato, quarzo, ossidi di nichel, cobalto, ecc.) che nella smaltatura dei metalli s’interpone [...] fra la superficie del metallo (ferro, ghisa, ecc.) e lo strato di smalto per facilitare la loro reciproca adesione ...
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whisker
〈u̯ìskë〉 s. ingl. [voce di origine germ., propr. «baffo»] (pl. whiskers 〈u̯ìskë∫〉), usato in ital. al masch. – In tecnologia, materiale speciale costituito da fibre metalliche o ceramiche, fondenti [...] che varia da qualche decina di mm (w. di oro, argento, ferro) a qualche decimo di mm (w. di nichel, cobalto), e il diametro, generalmente minore di 10 μm. Tale materiale, di eccezionali proprietà meccaniche, trova impiego come agente rinforzante nei ...
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widia
〈vì-〉 s. m., invar. – Nome commerciale di una classe di leghe di elevata durezza (il nome deriva dalle prime lettere del ted. wie Diamant «[duro] come il diamante») contenenti carburo di wolframio [...] disciolto nel cobalto, usate in sbarrette e piastrine per guarnire lo spigolo di taglio di utensili per la lavorazione di materiali duri. ...
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metallizzabile
metalliżżàbile agg. [der. di metallizzare]. – In chimica, di colorante a mordente che, applicato sulla fibra, è capace di formare direttamente su questa complessi metallorganici se trattato [...] con sali metallici (di solito di cromo, ma anche di rame o cobalto). ...
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Elemento chimico, di simbolo Co, peso atomico 58,94, numero atomico 27. In natura è diffuso in diversi minerali principalmente come arseniuro, solfuro e solfoarseniuro, in genere associato con il nichel o con il rame o con entrambi (cobaltite,...
Il c. è stato isolato e riconosciuto come elemento nel 1780 da T. O. Bergman, ma è stato utilizzato come metallo solo a partire dalla prima guerra mondiale.
Nel 1910 il consumo annuo era di 300 t di ossido, nel 1974 il consumo annuo di c. è...