vagheggiare
v. tr. [der. di vago1] (io vaghéggio, ecc.). – 1. letter. a. Guardare intensamente, con diletto, compiacimento, ammirazione, amore, desiderio; contemplare accarezzando quasi con lo sguardo: [...] sé stessi, del proprio aspetto: le fonti ov’ora Spesso ti specchi e forse ti vagheggi (T. Tasso); Su le torri del castello Quattro specchi ci murammo, A ciò che le vostre donne, Quando uscite a dameggiare, Ne gli specchi de i Lucchesi, Le si possan ...
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conserva2
consèrva2 s. f. [uso fig. dell’agg. conservo nel sign. di «compagno»; cfr. il catalano en conserva]. – Anticam., gruppo di navi che procedevano insieme. Di qui, le locuz. tuttora in uso navigare, [...] navigano in gruppo, in convoglio bene ordinato. Per estens., andare di c., riferito a persone o ad altre cose, andare insieme, procedere d’accordo: famiglie amiche erano andate di c. [al castello dell’innominato], o s’eran ritrovate lassù (Manzoni). ...
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villano
s. m. e agg. (f. -a) [lat. tardo villanus «abitante della villa», cioè della campagna: v. villa]. – 1. s. m. a. Nel medioevo, chi risiedeva nella villa, la terra aperta che si contrapponeva al [...] borgo e al castello, nella condizione di servo della gleba. Quindi, con sign. più generico, uomo di campagna, contadino: e a’ villani rivolto disse «Vedete, signori, come egli m’aveva lasciato nell’albergo in arnese ...» (Boccaccio); Allora il buon ...
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ingresso
ingrèsso s. m. [dal lat. ingressus -us, der. di ingrĕdi «entrare»]. – 1. a. L’atto di entrare; è sinon. di entrata, ma si usa per indicare entrata solenne o in frasi di tono enfatico, elevato: [...] cui si entra in qualche luogo o ambiente: all’i. della valle; l’i. della città; l’i. del campo sportivo; l’i. del castello, del palazzo; l’i. della banca; un i. ampio, spazioso; chiudere, sbarrare, aprire l’i.; sono arrivato in ritardo e ho trovato l ...
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cappella1
cappèlla1 s. f. [lat. mediev. cappella, dim. di cappa «cappa1»; propr. l’oratorio dei re merovingi in cui si conservava una reliquia della cappa di s. Martino di Tours]. – 1. Nell’architettura [...] cappella di un palazzo (per es., la C. Sistina in Vaticano, la C. Palatina nel Palazzo dei Normanni a Palermo), di un castello, del cimitero, o le cappelle annesse a una chiesa. 2. Tabernacolo, nicchia con immagine sacra posta sulle vie (più com., in ...
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sans-souci
〈sã susì〉 locuz. agg. e avv., fr. – Propriam., senza preoccupazioni, quindi spensierato o spensieratamente; usato in Francia soprattutto con riferimento a persona, in Italia più spesso riferito [...] a una condizione, a un modo di vita di tranquilla e beata serenità. Spesso anche in denominazione di ville, in ricordo del castello fattosi costruire con questo nome nel parco di Potsdam (1745-47) da Federico il Grande di Prussia. ...
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considerabile
consideràbile agg. [der. di considerare]. – 1. non com. Che merita considerazione, che è degno d’essere preso in considerazione: ragioni c.; una proposta considerabile. 2. Notevole, grande, [...] importante (meno com. di considerevole): quel borgo, già c., era anche un castello (Manzoni). ◆ Avv. considerabilménte, in modo notevole, in modo degno di considerazione: il suo stato di salute è considerabilmente migliorato (è molto meno com. di ...
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danzattore
s. m. Ballerino che si esibisce anche nel ruolo di attore. ◆ [Roberto] Castello, da vero e proprio «danzattore», si esibisce come danzatore e come attore, mentre intorno a lui, in una incastellatura [...] virtuale tridimensionale, scorrono immagini che illustrano, sottolineano, spiegano le azioni recitate e danzate. (Sergio Trombetta, Stampa, 15 febbraio 2002, Torinosette, p. 14) • Interpreti principali ...
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magico
màgico agg. [dal lat. magĭcus, gr. μαγικός] (pl. m. -ci). – 1. a. Di magia o della magia, che si riferisce alla magia o è proprio della magia: arte m., arti m.; riti m., cerimonie m.; formule [...] del pericolo e immunizzato magicamente contro gli incanti (Pavese); in modo prodigioso, straordinario: sparì magicamente, com’era apparso; estens., in modo da esercitare fascino, suggestione: il castello era magicamente illuminato dalla luna. ...
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alcaide
‹alkàidħe› s. m., spagn. [dall’arabo qā’id «capo»]. – Governatore di una fortezza o di un castello in Spagna, nel medioevo (lo stesso vocabolo arabo in Sicilia, in età araba e normanna, è trascritto [...] nei documenti latini gaytus, e varianti, con senso analogo). Non va confuso con alcalde ...
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Architettura
Presso i Romani il castellum era un’opera di fortificazione, generalmente di minore entità rispetto al castrum, lungo i confini dell’Impero. I c. erano temporanei o permanenti: i primi erano semplici ridotte, di forma circolare...
Attualmente frazione del comune di Firenze, mentre fino a una diecina di anni fa era aggregata a quello di Sesto Fiorentino. Si trova a 5 km. da Firenze sulla strada di Rifredi e con stazione sulla direttissima Firenze-Bologna.
La popolazione...