tacere
tacére v. intr. e tr. [lat. tacēre] (pres. tàccio, taci, tace, tacciamo, tacéte, tàcciono; pres. cong. tàccia, ecc.; pass. rem. tàcqui [ant. tacètti], tacésti, ecc.; part. pass. taciuto). – 1. [...] , non si udiva alcun rumore. In partic., riferito alla natura o a luoghi abitati, essere immerso nel silenzio: la campagna intorno taceva, illuminata dal chiarore lunare; quando intorno è spenta ogni altra face, E tutto l’altro tace (Leopardi); di ...
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piccionaia
piccionàia s. f. [der. di piccione]. – 1. Locale all’ultimo piano delle vecchie case, soprattutto di campagna, e spesso ricavato nel sottotetto, che serve all’allevamento dei piccioni (nei [...] casi in cui a tale uso è destinata un’apposita sopraelevazione o un fabbricato a sé stante, si usa piuttosto il nome di colombaia). Per l’espressione fig. gettare o tirare sassi in p. (o in colombaia), ...
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assorbire
v. tr. [dal lat. absorbēre, comp. di ab e sorbēre «sorbire», con mutamento di coniug.] (io assorbisco, tu assorbisci, ecc., o io assòrbo, ecc.; part. pass. assorbito, ant. assòrto). – 1. Attirare [...] calore, ecc. 2. Altri usi estens.: a. Annettere, inglobare: c’erano ... non più case operaie, ma baracche di campagna che la città aveva assorbito (Pavese). b. letter. Inghiottire, ingoiare: morì Faraone ... assorbito dai gorghi dell’Eritreo (Segneri ...
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ridestare
v. tr. [comp. di ri- e destare] (io ridésto, ecc.). – 1. Destare di nuovo: mi ero appena riaddormentato quando lo squillo del telefono mi ridestò; nell’intr. pron., destarsi di nuovo: riuscì [...] le piante sembravano ridestarsi; al mattino la vita si ridesta nelle vie della città; nella pace della campagna sentiva ridestarsi le forze indebolite dalla malattia; il vento, ridestato dalle ombre, strisciava lungo le architetture geometriche ...
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giornata
s. f. [der. di giorno]. – 1. a. Lo stesso che giorno, spec. con riferimento allo stato del cielo, dell’aria, della temperatura: g. serena, nebbiosa, fredda, afosa, piovosa; oggi è una bellissima [...] il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la g. di Rocroi (Manzoni); quella g. decise delle sorti della campagna; una grande g., una sanguinosa g.; far giornata, venire a giornata, venire a battaglia campale. Con accezione più partic ...
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gastrocritico
s. m. Esperto di gastronomia. ◆ Cheese, sorridi, ridi di gusto, formaggio italiano. Eri il cibo dei poveri, solo trent’anni fa, proteine e grassi a buon mercato da infilare tra due fette [...] . (Leonardo Bizzarro e Marco Trabucco, Repubblica, 16 settembre 1999, p. 26, Cronaca) • Va vista con grande favore […] la campagna sulla trasparenza della filiera e sulla qualità dei prodotti nostrani condotta a Imperia con una serie di iniziative ...
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interinato
s. m. [der. di interino]. – 1. Il periodo di tempo nel quale un ufficio è esercitato ad interim, cioè provvisoriamente in assenza del titolare. 2. L’ufficio stesso ricoperto da un interino, [...] soprattutto con riferimento a uffici sanitarî: i. medico; ha avuto un i. in campagna. ...
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vallo3
vallo3 s. m. [lat. vallus, dim. di vannus «vaglio»]. – Voce in uso in alcuni dialetti, col sign. di cestello, piccolo crivello del tipo comune nella campagna; più volte usata dal Pascoli, spec. [...] nella forma del dim. valletto (v. la voce) ...
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casale
s. m. [lat. mediev. casale, der. di casa «casa rustica»]. – 1. Gruppo di poche case rurali, formatosi, senza carattere o funzione di centro, in zone e per esigenze particolari. È frequente anche [...] ), Casalbordino (Chieti), Casalbuòno (Salerno), Casalgrande (Reggio Emilia), Casalpusterlengo (Lodi), ecc. 2. Edificio rustico, casa di campagna isolata: campi e vigne, sparsi di terre, di ville, di casali (Manzoni). ◆ Dim. casalino (v.), casalétto ...
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scadenzato
agg. [der. di scadenza, sul modello di cadenzato], raro. – Che avviene, si verifica, si fa a scadenze determinate: la villeggiatura, cioè il trasporto abitudinario, sistematico e s. delle [...] più frivole e balorde consuetudini cittadine, dalla città alla campagna (Bontempelli). ...
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Comune della prov. di Salerno (135,4 km2 con 15.626 ab. nel 2007).
Il centro, forse del 9° sec., assurse al rango di città (1525) e appartenne ai Pironti fino all’estinzione del vincolo feudale.
Nel Medioevo, denominazione della valle del Sacco fino al confine con il Regno di Napoli. Dal 19° sec. divenne una provincia dello Stato pontificio; nel 1833 fu trasformata nella delegazione di Frosinone.