scervellarsi
〈še-〉 v. intr. pron. [der. di cervello, col pref. s- (nel sign. 4)] (io mi scervèllo, ecc.). – Lambiccarsi, affaticarsi il cervello, rompersi la testa intorno a una questione, a un problema [...] ; forse, anziché scervellarsi a evocare ... visioni comunque destinate all’oblio, bastava giocare una partita secondo le regole (I. Calvino). Rara la forma attiva scervellare, togliere il cervello, far perdere il cervello o la testa, in senso fig ...
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prelogico
prelògico agg. [comp. di pre- e logico1] (pl. m. -ci), letter. – Che precede il pensiero logico, o che prescinde dalla logica: irrazionale, ecco com’è questa ragazza! ... Irrazionale, prelogica! [...] (I. Calvino); mentalità p., quella dei primitivi, caratterizzata, secondo alcuni etnologi, dall’assenza di strutture logiche. ...
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scheletrire
v. tr. [der. di scheletro] (io scheletrisco, tu scheletrisci, ecc.). – Ridurre come uno scheletro, cioè a estrema magrezza: la lunga malattia l’ha scheletrito; più com. nell’intr. pron., [...] per la fame e le malattie. Cfr. ischeletrire. ◆ Part. pass. scheletrito, anche come agg., magro, secco, o nudo come uno scheletro: un albero, un ramo scheletrito; vedete qui me, mia moglie e i figli come siamo ridotti scheletriti! (I. Calvino). ...
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moresco
morésco agg. [dallo spagn. morisco, der. di moro «moro1»] (pl. m. -chi). – Dei Mori, cioè dei musulmani che, a partire dall’anno 711, occuparono la maggior parte della penisola iberica, rimanendovi [...] fino al 1492: il capo pescatore era stato soldato dell’esercito m. in terra di Spagna (I. Calvino); l’arte, l’architettura m.; stile m., termine generico con cui si designa lo stile decorativo sviluppatosi tra la seconda metà del sec. 11° e la fine ...
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affabulazione
affabulazióne s. f. [dal fr. affabulation, der. di fable «favola», sul modello del lat. tardo affabulatio -onis «morale di una favola»], letter. – Organizzazione di un soggetto in favola, [...] e, fig., successione di episodî di un sogno o di un’immaginazione fantastica. Con sign. più generico, invenzione favolosa, costruzione della fantasia più o meno inverosimile: tanta suggestione hanno dunque su di te le a. d’un grafomane? (I. Calvino). ...
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schematico
schemàtico agg. [der. di schema, sul modello del gr. σχηματικός, che però significa «relativo alle fasi degli astri»] (pl. m. -ci). – Di rappresentazione grafica che dia soltanto, nel modo [...] .), rigido, poco flessibile: il comunismo mondiale s’era fatto, in quei tempi duri, s. e senza sfumature (I. Calvino). ◆ Avv. schematicaménte, in modo schematico, mediante uno schema: rappresentare schematicamente un fenomeno; con la brevità e l ...
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stallo1
stallo1 s. m. [dal germ. *stall, da cui anche stalla]. – 1. Ampio sedile di legno, per lo più dotato di braccioli e spalliera, disposto in serie di varî elementi, spesso artisticamente pregevoli, [...] porcile; gli s. delle cavie nel laboratorio; passa in rassegna questi s. in cui dormono i pitoni, i boa, i crotali (I. Calvino); il fango della strada s’era indurito ghiacciandosi e si camminava fino allo s. dietro alla piazza per prendervi a nolo un ...
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ravviare
ravvïare v. tr. [comp. di r- e avviare] (io ravvìo, ecc.). – 1. a. ant. o letter. Rimettere sulla via giusta, per lo più fig., in senso morale (contrario di sviare); nel rifl., rimettersi sulla [...] . ◆ Part. pass. ravvïato, anche come agg., riordinato, o anche semplicem. ordinato, assestato: ha i capelli, i vestiti ben ravviati; aiole tutte ben ravviate di petunie e convolvoli (I. Calvino); e riferito a persona: rientrò tutta pulita e ravviata. ...
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senso
sènso s. m. [lat. sēnsus -us, der. di sentire «percepire», part. pass. sensus]. – 1. a. La facoltà di ricevere impressioni da stimoli esterni o interni (affine quindi a sensibilità): gli animali [...] (o di un evento); il s. della vanità della storia umana che l’aveva colto poco prima in cortile, lo riprese (I. Calvino). 5. Usi estens. e fig., che si sviluppano dalla prec. accezione: a. Ai sensi, a senso, conforme a, secondo quanto è disposto ...
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Riformatore religioso (Noyon 1509 - Ginevra 1564). Figlio di Gérard Cauvin, notaio e promotore del capitolo, studiò (1523) a Parigi ove si legò d'amicizia con i figli di G. Cop e col cugino P. Robert, l'Olivetano, inclini alle idee della riforma;...