segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, [...] sé, o, fam. scherz., di apparecchio o congegno guasto, e sim.); non c’era nel suo sguardo alcun s. di compassione; le tue parole sono s. tutto, ma questo passa ogni s.; non il gustar del legno Fu per sé la cagion di tanto essilio [di Adamo ed Eva dal ...
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colpire
v. tr. [der. di colpo] (io colpisco, tu colpisci, ecc.). – 1. Percuotere, battere, ferire con uno o più colpi: c. con la spada, con un bastone, con un pugno; fu colpito in fronte da un sasso; [...] al cuore; c., non c. il bersaglio; nel calcio, c. il pallone di piede, di testa, al volo. Anche con uso intr. o assol.: c. nel segno; c. dove sua morte; fui colpito da tanta audacia; egli stesso fu subito colpito dal suono della parola che gli era ...
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per
pér prep. [lat. pĕr]. – Come le altre prep. proprie, può fondersi con l’articolo determinativo per dare luogo alle prep. articolate, raramente usate, pel (per il), pei o pe’ (per i), e ad altre, [...] il così dire e il dargli di questa lancia per lo petto fu una cosa (Boccaccio); essere per via, non essere ancora arrivato per terra); stare seduto per terra; starsene con le gambe per aria. c. Per indicare il luogo o il termine cui un moto è diretto: ...
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trarre
(ant. tràere e tràggere) v. tr. [lat. trahĕre] (io traggo, tu trai [ant. traggi], egli trae [ant. tragge], noi traiamo [ant. traggiamo], voi traéte, essi tràggono; pres. cong. tragga, ... traiamo [...] d’esser tratti in piazza (Pellico); il relitto della nave fu tratto in porto da due rimorchiatori; t. una barca a terra la parola tronca Forse a peggior sentenzia che non tenne (Dante). c. Indurre, spingere a fare qualche cosa: quel che mi trasse ad ...
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mamertino
agg. e s. m. [dal lat. Mamertinus, der. di Mamers -ertis, Mamerte]. – 1. Propriam., relativo a Mamerte, nome osco del dio della guerra corrispondente al dio Marte dei Latini. In epoca romana [...] così sé stessi perché si consideravano, per le loro imprese guerresche, figli di Marte). Dal sec. 6° d. C. fu dato il nome di carcere M. (Mamertinus carcer) alla prigione, precedentemente chiamata Tullianum, situata presso il Foro Romano, la ...
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sentimento
sentiménto s. m. [der. di sentire]. – 1. a. La facoltà e l’atto del sentire, di avvertire impressioni esterne o interne; affine quindi a senso nel suo sign. più generale; anticam. si usò anche [...] , impazzire, essere accecato dal furore o da altra passione: Fu allora per uscir del sentimento, Sì tutto in preda del di giustizia; smarrire, perdere il s. del pudore, ecc. c. Facoltà e capacità di sentire, in quanto presuppone una valutazione, un ...
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testa1
tèsta1 s. f. [lat. tardo testa «cranio, testa», in origine «conchiglia, guscio, vaso», attraverso un uso metaforico]. – 1. Parte del corpo animale in cui si apre la bocca e che contiene il cervello [...] t. ai piedi, interamente, in tutta la persona; gli fu troncata, gli fu mozzata la t.; popoli cacciatori di teste, in etnologia ( né si salvò alcuno. b. T. coronate, i sovrani, i regnanti. c. ant. e region. Il capo di famiglia (oppure il capo di una ...
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ultimo
ùltimo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. ultĭmus, superlativo, der. di ultra «oltre»]. – 1. a. Che è in fondo a una sequenza formata da un numero qualsivoglia di elementi; che in una sequenza ordinata [...] di un film; le u. note di una canzone; su una retta non c’è né un primo né un ultimo punto. In locuz. particolari: dare l’ di un fatto: questo è il primo e l’u. scherzo che mi fanno; fu il primo e l’u. incontro che ebbi con lui. Frequente la locuz. l ...
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occhio
òcchio s. m. [lat. ŏcŭlus]. – 1. a. In anatomia, organo di senso, pari, caratteristico dei vertebrati, che ha la funzione di ricevere gli stimoli luminosi e di trasmetterli ai centri nervosi dando [...] un o., ho speso un o., cioè moltissimo; e altre simili. c. Proverbî: quattro o. vedono meglio che due, si vede o si nella forma occhi di bove), occhi grossi e sporgenti; presso i Greci, fu appellativo di Era, βοῶπις (v. boopide), e di altre dee. ...
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rispondere
rispóndere (letter. ant. respóndere) v. intr. [lat. respondēre (comp. di re- e spondēre «promettere»), con mutamento di coniugazione] (io rispóndo, ecc.; pass. rem. rispósi [ant. rispuòsi], [...] (Dante). 2. Con sign. particolari: a. Rispondere ribattendo, confutando, o anche reagendo bruscamente: a questi argomenti c’è poco da r.; mi fu facile rispondergli che aveva preso un granchio; non mi abbasso a r. a simili accuse; r. per le rime, cioè ...
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Retore greco (circa 160-225 d. C.); fu famoso da giovanetto per la sua facilità d'improvvisazione. I suoi scritti tecnici di retorica, a noi giunti, costituirono un vero e proprio corso (specialmente la parte Sulle idee, cioè le figure o qualità...
Liberto d'origine, nel 52-60 d. C. fu procuratore della Giudea, che governò molto duramente; dopo il suo richiamo fu accusato, ma senza conseguenze, dagli Ebrei. Sposò Drusilla, nipote di M. Antonio il triumviro, in seguito un'altra Drusilla...