vigilia
vigìlia s. f. [dal lat. vigilia, propr. «il fatto di vegliare, vigilanza» e quindi «veglia», der. di vigil -ĭlis «vigile»]. – 1. a. letter. Veglia, notte trascorsa senza dormire, per studio, [...] mai per voi soffersi ... (Dante, in un’invocazione alle Muse); il vigore del quale ... né i digiuni né le v. potevano macerare (Boccaccio); se ... A te fur care le mie chiome e il viso E le dolci v. (Foscolo); non trovando mai la felicità nel tempo ...
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per
pér prep. [lat. pĕr]. – Come le altre prep. proprie, può fondersi con l’articolo determinativo per dare luogo alle prep. articolate, raramente usate, pel (per il), pei o pe’ (per i), e ad altre, [...] ; una medicina che si prende per bocca; e il così dire e il dargli di questa lancia per lo petto fu una cosa (Boccaccio); essere per via, non essere ancora arrivato; in usi fig.: le rette che passano per il punto A; mille pensieri gli passavano per ...
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uomo
uòmo (ant. o pop. òmo) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini [lat. hŏmĭnes]). – 1. a. Essere cosciente e responsabile dei proprî atti, capace di distaccarsi dal mondo organico oggettivandolo e servendosene [...] luogo, si hanno anche per uomo esempî nell’ant. toscano e umbro di riduzione del dittongo uo a u, documentata anche questa in Boccaccio (Dec. III, 1, 11): che è uno umo a star con femine? ◆ Nei varî alterati, essendo la prima sillaba fuori d’accento ...
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trarre
(ant. tràere e tràggere) v. tr. [lat. trahĕre] (io traggo, tu trai [ant. traggi], egli trae [ant. tragge], noi traiamo [ant. traggiamo], voi traéte, essi tràggono; pres. cong. tragga, ... traiamo [...] : perch’egli alla nobiltà del padre e non alla mercatantia si traesse, non l’aveva il padre voluto mettere a alcun fondaco (Boccaccio). 3. a. letter. Condurre, portare via, con un compl. di moto da luogo introdotto dalla prep. da (nell’uso ant. anche ...
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rimanere
rimanére v. intr. [lat. remanēre, comp. di re- e manēre «restare»] (io rimango, tu rimani, ... essi rimàngono; pass. rem. rimasi o rimaṡi, rimanésti; fut. rimarrò; cong. pres. rimanga; condiz. [...] di restare, nei suoi varî usi: rimasi in città per tutta l’estate; se io vo, chi rimane? se io rimango, chi va? (Boccaccio), frase che avrebbe detto Dante, quando gli si offriva di andare ambasciatore a Roma; lo pregò di rimanergli accanto; con compl ...
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montare
v. intr. e tr. [der. di monte] (io mónto, ecc.; come intr., aus. essere). – 1. intr. a. Andar su, muovere verso un luogo più alto: Né mai qua giù dove si monta e cala Naturalmente, fu sì ratto [...] !, monta su!, per invitare altri a salire in vettura); m. in bicicletta; montata sopra una barchetta se ne fuggì a Lipari (Boccaccio). In locuz. particolari: m. in cattedra, anche nel senso fig. di fare il saccente; m. a riva, nel linguaggio marin ...
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sentire
v. tr. [lat. sĕntire] (io sènto, ecc.). – In senso ampio, avvertire un qualsiasi stato di coscienza indotto in noi dal mondo esterno attraverso i sensi o un qualsiasi stato affettivo insorgente [...] , esperienza d’una cosa: io ho da più persone inteso che tu se’ savissimo e nelle cose di Dio senti molto avanti (Boccaccio). 7. Come s. m., il s., il contenuto affettivo o etico dell’animo: nobiltà, delicatezza, squisitezza del s.; uomo di retto, d ...
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sottile
agg. [lat. subtīlis, der. della locuz. sŭb tela, termine dei tessitori, propr. «che passa sotto l’ordito»]. – 1. a. Che ha un diametro o uno spessore relativamente piccolo, o più piccolo del [...] , ... avendo l’udire s., sì come le più volte veggiamo aver gl’infermi, udì ciò che costoro di lui dicevano (Boccaccio). c. Pronto e sensibile, capace di cogliere le affinità, le distinzioni, le sfumature e sim., riferito sia a facoltà intellettuali ...
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parola
paròla s. f. [lat. tardo parabŏla (v. parabola1), lat. pop. *paraula; l’evoluzione di sign. da «parabola» a «discorso, parola» si ha già nella Vulgata, in quanto le parabole di Gesù sono le parole [...] : con la mia benedizione ti do la p. che tu ne facci quello che l’animo ti giudica che ben sia fatto (Boccaccio); Buccio, avendo bisogno d’essere a casa, ebbe la p. dall’officiale della guardia (Sacchetti). 9. a. Assicurazione formale, non appoggiata ...
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grazioso
grazióso agg. [dal lat. gratiosus, der. di gratia «grazia»]. – 1. a. Che ha in sé grazia, che piace per la sua grazia: un bambino g.; una g. ragazza; un viso molto g.; è graziosa quando sorride, [...] ); Il vagante inno mio fugge ove incontri Grazïose le menti ad ascoltarlo (Foscolo); anche riferito agli atti: liete e g. accoglienze (Boccaccio); un g. saluto. b. Che concede o ha facoltà e disposizione a concedere una grazia: m’è ... Amore stato g ...
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Pittore. Figlio di un Antonio de Boccatiis, espertissimo ricamatore, di famiglia originaria di Cremona ma che già dal 1465 aveva preso quasi stabile dimora a Ferrara lavorandovi anche per conto degli Estensi, nacque a Ferrara circa il 1467 se...
Scrittore (Certaldo o Firenze 1313 - Certaldo 21 dic. 1375). Tuttora sostenuta da alcuni la nascita a Parigi, da un'ignota francese, certo è comunque che il B. nacque da un amore illegittimo d'un mercante certaldese stabilitosi a Firenze, Boccaccio...