sconcio
scóncio agg. e s. m. [der. di sconciare]. – 1. agg. (pl. f. -ce, raro -cie) Brutto, ripugnante, che offende la vista o il senso estetico: uno s. animale; una s. costruzione; La vostra s. e fastidiosa [...] a tanto che tempo venisse nel quale essi, senza danno o s. di loro, questa vergogna ... si potessero torre dal viso (Boccaccio); le cerimonie sono di grande s. alle faccende, e di molto tedio (Della Casa). ◆ Avv. sconciaménte, in modo sconcio, senza ...
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tapino
agg. e s. m. (f. -a) [forse dal fr. ant. tapi, part. pass. di (se) tapir «nascondersi stando rannicchiato», voce di origine germ.], letter. – Misero, infelice: un essere umile e t.; gente t.; [...] condurre vita t.; che voi del suo essilio e dell’essere andato tapin per lo mondo sette anni non siate cagione ... (Boccaccio); e come sost.: Come ’l tapin che non sa che si faccia (Dante); Il clamor delle turbe vittrici Copre i lai del t. che mor ( ...
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vincere
vìncere v. tr. [lat. vĭncĕre] (pres. io vinco, tu vinci, ecc.; pass. rem. vinsi, vincésti, ecc.; part. pass. vinto). – 1. a. Sopraffare l’avversario in armi, in guerra o in uno scontro qualsiasi, [...] di competizione (battaglia, gara sportiva, ecc.), e anche in senso più generico: sì che il mulattiere vinse la pruova (Boccaccio); Non sbigottir, ch’io vincerò la prova (Dante). Nell’uso fam., vincerla (sottintendendosi prova o altra parola simile ...
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verace
agg. [dal lat. verax -acis, der. di verus «vero» sul modello di fallax «fallace», mendax «mendace», ai quali si oppone]. – 1. Sinon. letter. di vero, in alcune delle accezioni di questo agg.: [...] e v. Dio (Petrarca); facciate che a me vegna quel veracissimo corpo di Cristo il qual voi la mattina sopra l’altare consecrate (Boccaccio); la v. fede, la Chiesa v.; io saprei volentieri da te quale delle tre leggi tu reputi la v., o la giudaica o ...
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avvisare2
avviṡare2 v. tr. [dal fr. ant. aviser, comp. di à e viser «vedere»], ant. – 1. Osservare: le sue parole e risposte serberete, e avviserete la corte sua e’ costumi di quella (Novellino); adocchiare: [...] , avvisava un’altra scheggia (Dante); prendere di mira: prese un arco, e di lontano l’avvisò sotto il braccio (Boccaccio). 2. Riconoscere, ravvisare, o anche credere di riconoscere, giudicare dall’aspetto: Poiché venir mi vide, e che di Troia ...
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veramente
veraménte avv. [der. dell’agg. vero]. – 1. a. Con verità, in modo conforme a verità, realmente: pare che le cose stiano v. così; è v. ammalato (volendo significare che non è una finzione, o [...] eccezione; col sign. di «a patto che»: io vi perdono, sì v. che voi mi diciate ciò che l’angelo poi vi disse (Boccaccio); col sign. di «se non che»: di che la donna contenta, onestamente, come soleva, con lui si visse, sì v. che, quando acconciamente ...
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questione
questióne (letter. o pop. quistióne) s. f. [dal lat. quaestio -onis, der. di quaerĕre «chiedere, interrogare», part. pass. quaestus]. – 1. a. letter. Domanda, interrogazione: formulare una [...] c. ant. Lite giudiziaria, processo penale: fu posto costui tra gli altri giudici a udire le quistion criminali (Boccaccio). ◆ Dim. questioncina e più frequente questioncèlla, questione non difficile, di scarsa importanza: è una questioncella che si ...
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paternostro
paternòstro s. m. – 1. a. Adattamento del lat. Pater noster, come nome della preghiera; si alterna nell’uso con padrenostro (o Padre nostro) ed è più pop. di paternoster, ma ha sign. estens. [...] tempo assai diffusa): chi non ha detto il p. di san Giuliano spesse volte, ancora che abbia buon letto, alberga male (Boccaccio); dire il p. della scimmia, bestemmiare: quando bene alla tua intenzione Non rïusciva il disegno o l’archìmia, Dicevi il p ...
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titolo
tìtolo s. m. [dal lat. titŭlus]. – 1. Con riferimento all’antichità romana (per la quale è di uso frequente, anche oggi, la forma lat. titulus), iscrizione apposta alle immagini degli antenati; [...] l titol d’esser bella (Petrarca); rifiutando d’esser chiamato maestro. Il qual t. rifiutato da lui tanto più in lui risplendeva (Boccaccio); quei, cui dona il vulgo Titol di saggio (Parini). Nell’uso com., per lo più con tono scherz. o iron., epiteto ...
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mio
agg. poss. [lat. mĕus, affine a mē (ant. mēd) «me» e a mihi «a me»]. – È il possessivo che si riferisce a soggetto sing. di 1a pers. (io), così come tuo, suo, si riferiscono rispettivamente ai soggetti [...] a nomi di parentela, assumendo la forma mo, ma, ecc.: sarei sentita da fratelmo, se io t’aprissi (Boccaccio); mogliema nol mi crederà (Boccaccio). Le relazioni e i sign. espressi da mio sono analoghi a quelli espressi dagli altri agg. poss. e perciò ...
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Pittore. Figlio di un Antonio de Boccatiis, espertissimo ricamatore, di famiglia originaria di Cremona ma che già dal 1465 aveva preso quasi stabile dimora a Ferrara lavorandovi anche per conto degli Estensi, nacque a Ferrara circa il 1467 se...
Scrittore (Certaldo o Firenze 1313 - Certaldo 21 dic. 1375). Tuttora sostenuta da alcuni la nascita a Parigi, da un'ignota francese, certo è comunque che il B. nacque da un amore illegittimo d'un mercante certaldese stabilitosi a Firenze, Boccaccio...