regolismo
s. m. [der. di regola (nel sign. 1)]. – Il fatto di attenersi rigidamente, nella composizione di opere letterarie e anche artistiche, a un complesso di regole elaborate autonomamente ma soprattutto [...] scrittori, artisti e teorici del passato: l’affermazione del r. aristotelico nel Rinascimento, delle regole fondamentali per la validità delle opere drammatiche (unità di tempo, di luogo e di azione), formulate da Aristotele nella «Poetica». ...
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eduzione
eduzióne s. f. [dal lat. eductio -onis, der. di educĕre «trar fuori»]. – 1. non com. L’atto dell’edurre, del trarre fuori. 2. Nella fisica aristotelico-scolastica, il processo con cui, nella [...] generazione e mutazione corporea, la forma viene fuori dalla materia, in contrapp. al termine creazione, che indica l’atto in cui la forma è tratta dal nulla. 3. Nell’attività mineraria, il complesso delle ...
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meccanicismo
s. m. [der. di meccanico]. – 1. In generale, concezione di tipo materialistico che tende a spiegare le proprietà degli oggetti e dei processi del mondo fisico in termini esclusivamente meccanici, [...] per le quali la complessità dell’organismo vivente non è spiegabile se non ricorrendo a principî finalistici (dal concetto aristotelico di entelechia, all’anima, a forze vitali variamente intese, ecc.) proprî del vitalismo, o a concetti, metafisici o ...
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quantita
quantità s. f. [dal lat. quantĭtas -atis, der. di quantus «quanto, quanto grande»]. – 1. a. La proprietà e la condizione per cui un singolo ente o elemento, concreto o astratto, o una massa, [...] è spesso sostituito con quello di impulso. f. In filosofia, il concetto di quantità assume aspetti diversi: nel pensiero aristotelico la quantità, come proprietà di ciò che è divisibile in elementi e quindi misurabile, è la 3a categoria (dopo la ...
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venere
vènere s. f. [dal nome proprio lat. Venus -nĕris]. – 1. Nome di un’antica divinità italica e quindi romana, assimilata alla dea greca Afrodite, venerata come dea della natura, dei campi e dei [...] ; i Latini indicavano con i nomi di Espero e Lucifero le apparizioni serali e rispettivam. mattutine del pianeta. Nel sistema aristotelico-tolemaico, cielo di V., il terzo dei cieli rotanti intorno alla Terra, dopo quelli della Luna e di Mercurio; in ...
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Filosofo aristotelico (Siena 1520 - ivi 1604). Studiò a Padova e insegnò nelle univ. di Siena, Macerata, Perugia e Padova (1561-1601). Scrisse, tra l'altro, Universa philosophia de moribus (1583) contro la metodologia di G. Zabarella; Comes...
Filosofia
Nella filosofia aristotelico-scolastica determinazione o qualità che non appartiene all’essenza di un oggetto: si distingue in a. casuale, se il suo rapporto con l’oggetto è fortuito, a. per sé, se, pur non appartenendo all’essenza...