etere1
ètere1 (ant. ètera) s. m. [dal lat. aether -eris, gr. αἰϑήρ -έρος, dal tema di αἴϑω «ardere»]. – 1. a. Secondo gli antichi cosmologi greci, la parte più alta, pura e luminosa dello spazio; nella [...] fisica aristotelica, il quinto elemento, incorruttibile, di cui sono costituiti le sfere e i corpi celesti, dal cielo della luna al cielo delle stelle fisse. b. poet. Aria, cielo (v. anche etra): all’etere stellato (Foscolo). 2. In fisica, e. cosmico ...
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tragico
tràgico agg. e s. m. [dal lat. tragĭcus, e questo dal gr. τραγικός] (pl. m. -ci). – 1. agg. Di tragedia, relativo alla tragedia: attore t.; scrittore t.; poeta t.; sostenere, come attore, una [...] . c. Con valore neutro, la tragicità, l’essenza della tragedia, il complesso di sentimenti da essa suscitati: la concezione aristotelica del tragico. Con uso estens. e fig., circostanza, situazione tragica, di eccezionale gravità e tristezza: il t. è ...
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idea
idèa s. f. [dal gr. ἰδέα, propr. «aspetto, forma, apparenza», dal tema di ἰδεῖν «vedere»]. – 1. a. Nel sign. più ampio e generico, ogni singolo contenuto del pensiero, ogni entità mentale, e più [...] al mondo sensibile che di quelle è pallida immagine); tale aspetto formale e obiettivo si accentuò nella critica aristotelica, che ridusse l’idea a pura forma della concreta individualità, concezione che si conservò sostanzialmente in tutto il ...
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unita
unità s. f. [dal lat. unĭtas -atis, der. di unus «uno»; in alcuni dei sign. concreti, ha risentito l’influenza dell’ingl. unit (che in inglese è distinto da unity)]. – 1. a. Il fatto, la condizione [...] dell’u. e della trinità di Dio, nella teologia cattolica; u. di tempo, di luogo e di azione, la norma aristotelica (legge delle tre u.) per la tragedia classica, cui si conformò il teatro classicistico dal Rinascimento al Romanticismo. In partic., u ...
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identita
identità s. f. [dal lat. tardo identĭtas -atis, der. di idem «medesimo», calco del gr. ταὐτότης]. – 1. L’essere identico, perfetta uguaglianza: i. di due firme, di due concetti; i. piena, vera, [...] altro («A non è non A»): risulta da una contaminazione del principio aristotelico di contraddizione (v. contraddizione, nel sign. 2 a) con l’asserzione, non aristotelica, dell’uguaglianza tra soggetto e predicato. b. In matematica, uguaglianza valida ...
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vuoto
vuòto (ant. o pop. vòto) agg. [lat. volg. *vocĭtus, da vacĭtus, part. pass. di un verbo *vacēre «vuotare», con la stessa radice di vacuus «vacuo, vuoto»]. – 1. a. Privo di contenuto, che non contiene [...] del pensiero scientifico, l’esistenza del vuoto (v. assoluto), negata a suo tempo da Aristotele e, in seguito, dalla tradizione aristotelica, viene riaffermata, nel corso della rivoluzione scientifica del secolo 17°, con la ripresa dell’atomismo ...
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metafisica
metafìṡica s. f. [dal lat. mediev. metaphysica, e questo dal gr. μετὰ τὰ ϕυσικά (v. oltre)]. – 1. a. In Aristotele, è la dottrina, da lui chiamata «filosofia prima» (πρώτη ϕιλοσοϕία) e definita [...] la successione di un gruppo di scritti a un altro, ricevette poi, in base al carattere intrinseco dell’opera aristotelica, una interpretazione diversa, come se volesse esprimere un giudizio di superiorità e di trascendenza delle realtà studiate nella ...
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apagoge
apagòge (raro apagogìa) s. f. [dal gr. ἀπαγωγή «deduzione», der. di ἀπάγω «dedurre»]. – Nella logica aristotelica: 1. Sinon. di abduzione (nel sign. 2). 2. Metodo di dimostrazione indiretta, [...] che procede accertando, in base alle sue conseguenze, la falsità di una tesi, per poter dedurre la verità della tesi contraddittoria (coincide con la dimostrazione per assurdo e con la riduzione all’assurdo) ...
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topico
tòpico agg. [dal lat. tardo topĭcus, gr. τοπικός, der. di τόπος «luogo»] (pl. m. -ci). – 1. Nella logica antica, che riguarda l’invenzione degli argomenti, cioè dei mezzi dialettici con cui condurre [...] , di Cicerone, di Boezio (sostantivato, i Topici, traduz. del titolo greco, Τὰ τοπικά, dell’opera aristotelica); luogo t., tema generale o schema tipico di argomentazione a cui si può ricorrere per la discussione di casi particolari; con sign ...
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specie
spècie (ant. spèzie) s. f. [dal lat. species, propr. «aspetto, forma esteriore», der. di specĕre «guardare»], invar. – 1. non com., letter. Aspetto, forma esteriore, apparenza: E potess’io, Nel [...] è l’idea, cioè la forma o il modello delle cose sensibili, di cui queste rappresentano la copia; nella filosofia aristotelica, il termine è usato sia con riferimento alla sostanza prima, per indicare la forma immanente alla realtà perfettamente ...
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Nella gnoseologia aristotelica, l’attività mentale che viene messa in atto dalla διάνοια, cioè dal pensiero discorsivo, il quale scinde nella dualità giudicante del soggetto e del predicato l’unità dell’oggetto del pensiero noetico, cioè dell’intuizione...
Nella logica aristotelica, riferito a ciò che separa una cosa da un’altra, che nega l’appartenenza di un predicato a un soggetto. La teologia a. (in opposizione alla catafatica) è quella che procede alla conoscenza di Dio per via di negazioni,...