sunna
s. f., arabo. – Consuetudine, modo abituale di comportarsi. In partic. la consuetudine di Maometto nelle varie circostanze della vita (che, salvo casi eccezionali, ha valore di norma per i credenti, [...] ed è proposta loro come esempio da imitare), desunta dalle tradizioni canoniche di detti o fatti di Maometto, e fin dalla fine del 1° sec. dell’egira (7° sec. d. C.) considerata come un’interpretazione ...
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trascrivere
trascrìvere (ant. transcrìvere) v. tr. [dal lat. transcriběre, comp. di trans- «trans-» e scribĕre «scrivere»] (coniug. come scrivere). – 1. Scrivere un testo desumendolo da altra scrittura; [...] transcribe), trasferire dati tra diversi tipi di memorie o da un supporto a un altro, per es. da disco a nastro magnetico, previa eventuale conversione del loro formato. ◆ Part. pass. trascritto, anche come agg.: un codice, un nome arabo trascritto. ...
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sunnita
agg. e s. m. e f. [dall’arabo sunniyyūn o ahl assunna] (pl. m. -i). – Che è proprio o appartiene alla setta musulmana più ortodossa nel rispetto della sunna, o tradizione maomettana, e più numerosa [...] (circa il 90%): la setta s.; come s. m. e f., membro della setta sunnita: un s., una sunnita; la rivalità tra sciiti e sunniti ...
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trascrizione
trascrizióne s. f. [dal lat. transcriptio -onis, der. di transcribĕre «trascrivere», part. pass. transcriptus]. – 1. L’azione e l’operazione di trascrivere, il fatto di venire trascritto, [...] usuale per quella lingua o per quel dialetto: t. in caratteri latini o in alfabeto latino di un nome arabo, ebraico, russo (più propriam. traslitterazione) o di una scrittura ideografica (per es. cinese, giapponese; non com. romanizzazione); t. di ...
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cifra
(ant. cìfera) s. f. [dal lat. mediev. cifra, e questo dall’arabo ṣifr «nulla, zero», che è un calco del sanscr. śūnyá «vuoto, zero»]. – 1. a. Ciascuno dei segni con cui si rappresentano graficamente [...] c. non significativa) e i numeri dall’uno al nove (c. significative) secondo il sistema diffuso dagli Arabi (cioè 1, 2, 3, ecc.), detti perciò anche cifre arabe o arabiche (mentre i segni secondo l’uso romano: I, II, III, ecc. si chiamano più comunem ...
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callega
càllega (o càlliga; anche gàlica o gàllica) s. f. [dall’arabo ḥalga «incanto2»]. – Termine già usato (sec. 13°-17°) in Sicilia, a Pisa, a Genova, a Venezia, per indicare il pubblico incanto e, [...] dato che le gabelle si appaltavano con questo mezzo, anche la gabella così appaltata. Consoli delle c., i magistrati preposti a Genova alle vendite all’incanto ...
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bonduc
bondùc s. m. [dall’arabo bunduq, che è dal gr. ποντικόν (κάρυον) «(nocciola) del Ponto»]. – Nome di due arbusti rampicanti delle leguminose (Caesalpinia bonducella e C. bonduc), i cui semi, contenenti [...] un olio grasso e un principio amaro, sono usati come febbrifughi e antielmintici ...
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suq
sūq 〈sùuḳ〉 s. f., arabo. – Mercato, luogo di mercato; strada ricca di bazar e di negozî. La parola è nota anche negli adattamenti ital. suk e fr. souk, entrambi usati per lo più al maschile. ...
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sura1
sura1 s. f. [dall’arabo sūra, plur. suwar]. – Nome, di incerto significato originario (forse «filare, linea di mattoni, sequenza»), di ognuno dei 114 capitoli in cui è diviso il Corano. ...
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euro-arabo
agg. Relativo al continente europeo e al mondo arabo.
• Carletto [Ancelotti] al Real Madrid per sostituire [José] Mourinho, al quale il Manchester City avrebbe offerto un contratto quinquennale da 10 milioni di sterline a stagione,...
Popolazioni miste dell’Africa settentrionale, dalla Cirenaica alla Mauretania, paesi nei quali all’originario fondo di genti berbere si sono sovrapposti, a partire dal 7° sec. d.C., gli invasori provenienti dall’Arabia.