massima1
màssima1 s. f. [dal lat. maxĭma (sententia), propr. «sentenza di carattere generale»]. – 1. a. Giudizio che si trae dall’esperienza pratica e si assume come norma generale dell’agire; anche [...] di uno o più precetti giuridici; m. di una sentenza, sintesi del principio di diritto di cui è fatta applicazione nella motivazione di una sentenza (soprattutto di quelle della Cassazione): viene redatta non dal giudice che decide il processo ma ...
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deflessione
deflessióne s. f. [dal lat. tardo deflexio -onis «piegamento», der. di deflectĕre «piegare»]. – 1. non com. L’atto, il fatto di deflettere, spec. in senso fig.: d. da un principio, da una [...] di particelle a traiettoria curvilinea (ciclotroni, sincrotroni, ecc.) e nei tubi a raggi catodici (che trovano applicazione nell’oscilloscopia, nella televisione, ecc.). Sensibilità di d., il rapporto tra la deviazione della traiettoria delle ...
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zufolo
zùfolo (ant. o region. ciùfolo, ant. sùfolo; raro zùffolo) s. m. [der. di zufolare]. – 1. a. Strumento a fiato di contadini o pastori, costituito di un cilindro cavo di bosso (o di canna), con [...] minchione, persona balorda. 2. Tormento degli z. o dei sibili, dal sec. 15° al 18°, uno dei modi d’applicazione della tortura giudiziaria: consisteva nel mettere tanti piccoli zufoli, o cannucce, tra le dita delle due mani congiunte insieme come nell ...
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nome
nóme s. m. [lat. nōmen, da una radice comune a molte altre lingue indoeuropee (sanscr. nā̆ma, armeno anum, ittita lāman, gr. ὄνομα, got. namo, paleoslavo imę, albanese emër, ecc., forme certamente [...] ); padrone di n. ma non di fatto; per molta gente moralità e giustizia sono puri n., concetti astratti, vuoti, senza applicazione pratica. b. Quando si riferisce a nome proprio di persona, la parola comprende spesso (nel linguaggio com. e nell’uso ...
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stazionario
stazionàrio agg. e s. m. [dal lat. tardo stationarius, der. di statio -onis «fermata, dimora, riposo»]. – 1. agg. Che sta fermo in un luogo, che non si allontana dal luogo in cui si trova. [...] rimangano costanti nel tempo il numero, la composizione della popolazione, le risorse, le conoscenze tecniche e la loro effettiva applicazione, e non mutino quindi neppure le quantità complessive domandate e offerte di beni e servizî, i prezzi e il ...
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lassismo
s. m. [der. del lat. laxus «largo, indulgente» (v. lasso2)]. – 1. Nella storia della morale cattolica, disposizione dell’anima (detta anche coscienza lassa) che porta a negare l’obbligatorietà [...] In senso generico, ogni sistema di opinioni o tendenza individuale caratterizzati da mancanza di rigore nel conformare la propria condotta alla legge morale, alle norme della disciplina, ecc., o da eccessiva indulgenza nel richiederne l’applicazione. ...
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linimento
liniménto s. m. [dal lat. tardo linimentum, der. di linire «ungere»]. – 1. Preparazione farmaceutica di consistenza liquida o semiliquida, per uso esterno, preparata con eccipienti grassi cui [...] L. calcareo, ottenuto mescolando volumi uguali di acqua di calce e di olio d’oliva e agitando fortemente; sostituendo l’ammoniaca all’acqua di calce si ha il l. ammoniacale. 2. Applicazione di un linimento, unzione o frizione fatta con un linimento. ...
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paretiano
agg. – Relativo all’economista e sociologo Vilfredo Pareto (1848-1923) e al suo pensiero, caratterizzato dall’applicazione della matematica e della statistica all’economia e dagli studî sull’equilibrio [...] generale basati sulle curve d’indifferenza (v.): legge p. della distribuzione dei redditi, secondo la quale il diagramma che esprime il numero dei redditieri di una collettività in funzione dell’ammontare ...
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servitu
servitù (ant. servitute e servitude) s. f. [dal lat. servĭtus -utis «schiavitù», der. di servus: v. servo]. – 1. a. Condizione di servo, cioè di schiavo (sinon. quindi, di tono più elevato, di [...] libertà di azione (meno com. di schiavitù, usato in senso fig.): ribellarsi alla s. dell’orario fisso; sottrarsi alla s. della rima; anche con sign. concr., attività che obbliga a un’applicazione continua o pesante: questo lavoro è una gran servitù. ...
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arbitrale
agg. [dal lat. tardo arbitralis]. – Di arbitro; che riguarda l’arbitro o gli arbitri: collegio, lodo, giudizio arbitrale. In partic., Camera a., organo permanente, di solito costituito nell’àmbito [...] di una organizzazione o previsto da una convenzione internazionale, con lo scopo di risolvere mediante arbitrato le controversie che sorgano fra gli appartenenti all’organizzazione o nell’applicazione della convenzione. ...
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Matematica
Il concetto di a. è una generalizzazione del concetto classico di funzione (➔ corrispondenza). Si parla di a. di un insieme P in un insieme Q, quando tra i due si stabilisce una corrispondenza del tipo seguente: a ogni elemento di...
applicazione
applicazióne [Der. del lat. applicatio -onis "atto ed effetto dell'applicare", dal part. pass. applicatus di applicare: (→ applicabile)] [ALG] Si dice che f è un'a. di un insieme P in un insieme Q, e si scrive f:P→Q, quando a...