complottismo s. m. L’atteggiamento di chi ritiene che dietro ad alcuni fatti si nascondano complotti o cospirazioni. ◆ Il tragico epilogo della liberazione di Giuliana Sgrena, con la morte del funzionano [...] festa, è un riconoscimento che va a me ma anche al cinema italiano». (Emanuele Crialese intervistato da Stefania Scateni, Unità, . m. complotto con l’aggiunta del suffisso -ismo.
Già attestato in un articolo di Mario Ciriello nel quotidiano «La ...
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sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] [...] . di che. b. Aver chiaro in mente, non avere dubbî, aver già deciso: so io quel che farò; so a chi devo rivolgermi; e io sappia, per quanto ne so. Spesso la particella si va unita al verbo dipendente: non sa che si fare (e analogam., non sapevo che ...
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tempo
tèmpo s. m. [lat. tĕmpus -pŏris, voce d’incerta origine, che aveva solo il sign. cronologico, mentre quello atmosferico (cfr. al n. 8) era significato da tempestas -atis]. – 1. L’intuizione e la [...] con riferimento a presunti valori allora particolarmente avvertiti: Quante lagrime, lasso, e quanti versi Ho già sparti al mio t. (Petrarca); al t. dei nostri padri; al t. d’i dolci sospiri, A che e come concedette amore Che conosceste i dubbiosi ...
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passo2
passo2 s. m. [lat. passus -us, der. di pandĕre «aprire, stendere», part. pass. passus; in origine, quindi, «apertura delle gambe nel camminare; spazio compreso in questa apertura», da cui «passo» [...] silenziosi; Pur s’incamina, e così passo passo Per le già corse vie move il piè lasso (T. Tasso); salivamo a nella stanza accanto; m’è parso di sentire un p.; anche al sing. collettivo, in quanto sia caratteristico di una persona: deve essere ...
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essere1
èssere1 v. intr. [lat. esse (volg. *essĕre), pres. sum, da una radice *es-, *s- che ricorre anche nel sanscr. ásti «egli è», gr. ἐστί, osco est, ant. slavo jestŭ, ecc.; il perf. fui da una radice [...] rinnova qualche fatto spiacevole o noioso. c. Riferito più particolarmente al tempo: è presto, è tardi; siamo già a Natale; è di cinque mesi, di sette mesi, ecc., o è al quinto, al settimo mese (per indicare lo stadio della gravidanza). Determinando ...
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intendere
intèndere v. tr. [dal lat. intendĕre, comp. di in-1 e tendĕre «tendere, rivolgere, mirare a»] (coniug. come tendere). – Verbo di largo uso e di molteplici significati, che si possono ricondurre [...] raggiungere uno scopo, per ottenere ciò che si desidera: i. al guadagno; quindi, più genericam., tendere, mirare a un fine: con la figlia del suo principale; pare che quei due se l’intendessero già da un pezzo. 7. intr. (aus. avere), ant. Porre il ...
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secondo1
secóndo1 agg. e s. m. [lat. secŭndus, der. di sequi «seguire»; propr. «che segue, che non offre resistenza», detto dapprima della corrente e del vento, quindi, per contrapp. ad adversus, «favorevole, [...] ma secondo si considera soltanto nella sua contrapp. a primo – come del resto già in alcuni degli esempî precedenti – equivale spesso a «seguente, successivo» (rispetto naturalmente al primo): il s. giorno dopo l’arrivo; prenda la s. strada a destra ...
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suonare
(ant. o region. sonare) v. intr. e tr. [lat. sŏnare, der. di sŏnus «suono»] (io suòno, ecc.; fuori d’accento, sono in uso sia le forme con -o- sia quelle con -uo-, che sono ormai le più comuni). [...] agg., riferito spec. a ore e ad anni di età: sono le otto suonate, è mezzanotte suonata, già passate (v. sopra, al n. 2 c); ha sessant’anni suonati, già compiuti e anche passati; e nelle espressioni fig., fam. e scherz., avere l’aria suonata, un po ...
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non
nón avv. [lat. non]. – Avverbio di negazione; parola frequentissima nel discorso, serve a negare o escludere il concetto espresso dal vocabolo cui si premette (essere - non essere; andare - non andare; [...] antichi, è frequente nelle proposizioni dipendenti da verbi di timore, di impedimento, ecc.: E temo che non sia già sì smarrito, Ch’io mi sia tardi al soccorso levata (Dante); Né possa ella negar che non lo prenda (Ariosto); e spesso anche senza che ...
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parlare2
parlare2 v. intr. [lat. mediev. parabolare, *paraulare, der. di parabŏla (v. parola)] (aus. avere). – 1. a. Pronunciare suoni articolati, dire delle parole: il bambino comincia già a p., ha [...] parlo a chi m’intende; è come p. al vento, al muro, al deserto, inutilmente, senza essere ascoltato o senza ottenere l una questione che mi sta molto a cuore; i giornali ne hanno già parlato; si parla anche di te nell’articolo; nel «Fedone», Platone ...
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Pittore. Nel 1291, già in piena maturità d'arte, eseguiva i musaici inferiori nell'abside di S. Maria in Trastevere, a Roma; nel 1308, lavorava per Carlo d'Angiò a Napoli; era ancora operoso circa il 1321 se suoi, come affermò il Ghiberti, sono...
Tripolitania Regione della Libia settentrionale (350.000 km2 ca.), costituita da territori a differente altitudine: la Gefara o pianura costiera, il Gebel o montagna, la Ghibla o regione meridionale. La pianura, che si affaccia sulla costa mediterranea,...