accusativoaccuṡativo agg. e s. m. [dal lat. accusativus (casus), malamente ricalcato sul greco αἰτιατικ ή (πτ ῶ σις) «(caso) causativo»]. – Caso a. (o semplicem. accusativo s. m.): uno dei casi della [...] («vivere la vita») o l’ital. dormire sonni tranquilli; c) il doppio a., retto dai verbi che si costruiscono con l’accusativo della persona e della cosa; così il lat. docere pueros grammaticam («insegnare la grammatica ai ragazzi»); d) a. assoluto, v ...
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greco
grèco agg. e s. m. [dal lat. Graecus, gr. Γραικός] (pl. m. -ci; dei vini e dei vènti anche -chi). – 1. agg. Della Grecia, come regione geografica, comprendente all’incirca la parte meridionale [...] . Alla greca, come locuz. avv. o aggettivale, al modo dei Greci: vestire alla greca; per il costrutto detto accusativo alla greca, v. accusativo. Con altra accezione, in legatoria, cucitura alla greca, v. cucitura, n. 2, e anche grecare, grecaggio. 3 ...
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genere
gènere s. m. [dal lat. genus -nĕris, affine a gignĕre «generare» e alle voci gr. γένος «genere, stirpe», γένεσις «origine», γίγνομαι «nascere»]. – 1. Nel suo sign. più ampio, termine indicante [...] , è transitivo, quando ha la possibilità di accordarsi con un nome in accusativo (o complemento diretto), intransitivo quando il caso o complemento è diverso dall’accusativo, oppure il verbo è usato assolutamente. 5. Pittura di genere (e analogam ...
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caso
caṡo s. m. [dal lat. casus -us, propr. «caduta», der. di cadĕre «cadere»; nel sign. 7, il lat. casus è un calco del gr. πτῶσις (che significava anch’esso propr. «caduta»)]. – 1. Avvenimento fortuito, [...] caso come alterazione formale del nome (soltanto nel pronome personale si può distinguere ancora un nominativo: io, egli; un accusativo: me, lui; un dativo: mi, gli); nell’uso, peraltro, si parla talora di caso per indicare alcuni rapporti sintattici ...
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causativo
cauṡativo agg. [dal lat. tardo causativus, der. di causari «causare»]. – 1. Che è causa, che ha potenza di causare: assai ben si può comprendere la tristizia esser c. dell’ira (Boccaccio). [...] 2. In grammatica: a. ant. Caso c., il quarto caso, il caso accusativo (lat. casus causativus, in Prisciano, calco del gr. αἰτιατικός: cfr. accusativo). b. Verbi c. (o fattivi), verbi derivati che esprimono un’azione non compiuta dal soggetto ma fatta ...
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regalare
v. tr. [prob. dallo spagn. regalar; v. regalo]. – Dare liberalmente, senza compenso o altra contropartita e con intenzione amichevole o affettuosa, cosa che è, o si ritiene, utile o gradita [...] concedersela: mi voglio r. un bel cappotto foderato di pelliccia, o qualche giorno di vacanza. Si costruisce normalmente con l’accusativo della cosa e il compl. indiretto della persona a cui la cosa si regala; rara e letter. la costruzione, conforme ...
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reggere
règgere v. tr. e intr. [lat. rĕgĕre «guidare, dirigere, governare»] (io règgo, tu règgi, ecc.; pass. rem. rèssi, reggésti, ecc.; part. pass. rètto). – 1. tr. a. Tenere su, sostenere diritto o [...] fatica o indebolimento; la tua obiezione non regge, non ha consistenza, non resiste a un esame; il paragone, l’accusa, l’ipotesi, il ragionamento, la dimostrazione non regge; riferito al tempo: speriamo che questo sereno regga per qualche giorno ...
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infinito
agg. e s. m. [dal lat. infinitus, comp. di in-2 e finitus, part. pass. di finire «limitare»]. – 1. agg. a. Che non ha principio né fine; che non ha limiti: il tempo i.; lo spazio i.; la misericordia [...] al posto dei tempi passati dell’indicativo nel contesto di una narrazione, per dare maggiore concitazione ed evidenza realistica al racconto. Accusativo con l’i., particolare costrutto sintattico, proprio soprattutto del latino e del greco (v ...
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relazione
relazióne s. f. [dal lat. relatio -onis, der. di referre «riferire», part. pass. relatus]. – 1. L’azione e il fatto di riferire, e il testo stesso, orale e scritto, con cui si riferisce, e [...] sintassi italiana, complemento di r., il complemento che nella sintassi latina è comunem. chiamato accusativo di relazione o alla greca (v. accusativo). h. In relazione a ..., locuz. avv. equivalente a con riferimento a ..., rispetto a ..., usata ...
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predicare
v. tr. [dal lat. praedicare «far noto, celebrare, lodare», e, nel lat. tardo, eccles., «predicare»] (io prèdico, tu prèdichi, ecc.). – 1. a. Annunciare, dichiarare pubblicamente la legge divina: [...] che dà agli altri (dal prov. tosc. fare come padre Zappata, che predicava bene e razzolava male). Con un accusativo dell’oggetto interno: p. il quaresimale (o la quaresima). d. estens. Esortare, ammonire, fare discorsi per rimproverare, consigliare e ...
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Caso grammaticale caratterizzato nelle lingue indoeuropee dalla massima uniformità desinenziale, dall’elevata frequenza, da notevole stabilità diacronica. La sintassi scolastica moderna distingue diversi valori nell’a. latino e greco: l’a. retto...
L’accusativo preposizionale (detto anche oggetto preposizionale) è il fenomeno, diffuso in diverse parlate italiane e in varie aree romanze, per cui il complemento oggetto (➔ oggetto, costituito tanto da nomi quanto da pronomi, soprattutto personali)...