accentoaccènto s. m. [dal lat. accentus -us, comp. di ad- e cantus «canto1», per calco del gr. προσῳδία]. – 1. a. Rafforzamento o elevazione del tono di voce (a. tonico in senso largo) con cui si dà [...] per le vocali a, i ed u. Questo è l’uso seguito in questo Vocabolario, ma sono possibili anche usi diversi, soprattutto quello dell’accentograve uniforme (perchè invece di perché, come caffè). Nell’ortografia ordinaria, è obbligatorio segnare l ...
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grave
agg. [lat. gravis]. – 1. a. Che ha peso, che è soggetto alla forza di gravità: i corpi g. (anche s. m., spec. al plur.: le leggi della caduta dei g.); e cantando vanìo Come per acqua cupa cosa [...] anche con funzione di s. m.), il più lento dei movimenti praticabili nell’esecuzione di un passo musicale. 5. Accentograve: segno grafico (`) che nella scrittura corrente dell’italiano si pone sull’ultima vocale di parole tronche e sui monosillabi ...
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acuto
(ant. aguto) agg. [lat. acūtus, part. pass. di acuĕre «acuire»]. – 1. a. Che termina in punta sottile, aguzzo: Con una spada lucida e aguta (Dante); d’acuti strali Ambe carche le mani (Caro); l’ombra [...] , per indicare il timbro chiuso della e; per es. été); da alcuni è usato anche, invece del grave, per segnare la posizione dell’accento tonico, quando questo cade sopra una i o una u (balía, circúito). Non ha attecchito nell’ortografia italiana ...
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secondario
secondàrio agg. [dal lat. secundarius, der. di secundus «secondo» (agg.)]. – 1. Che viene come secondo, in ordine di tempo e di luogo, e, per estens., d’importanza (si contrappone ora a primario [...] maggiore interesse o importanza: la deviazione verso est di un grave è, rispetto alla sua caduta verticale, un fenomeno secondario possiede già un accento su una determinata sillaba (accento principale), è detto accento s. l’accento che interessa un’ ...
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e, E
〈é〉 s. f. o m. (radd. sint.). – Quinta lettera dell’alfabeto latino, la cui forma deriva dalla lettera E dell’alfabeto greco, che a sua volta, con modificazioni formali e funzionali, risale a un [...] in singole parole che occorra distinguere di volta in volta) soltanto quello consistente nel segnare l’accento acuto sulla e tonica chiusa (é), l’accentograve sulla e tonica aperta (è): regola seguita anche nel presente Vocabolario. Le norme in base ...
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o, O
‹ò› s. f. o m. (radd. sint.). – Quattordicesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma deriva dal segno usato dai Greci per indicare in origine la vocale o, breve o lunga, prima che si differenziassero [...] singole parole che occorra distinguere di volta in volta) soltanto quello consistente nel segnare l’accento acuto sulla o tonica chiusa (ó), l’accentograve sulla o tonica aperta (ò): regola, questa, seguita anche nel presente Vocabolario per le voci ...
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podatus
s. m., lat. mediev. [der. del gr. πούς ποδός «piede»]. – Figura della notazione neumatica medievale (detta anche pes), risultante dalla combinazione dell’accentograve e dell’accento acuto, adottata [...] nella notazione del canto gregoriano per rappresentare due suoni ascendenti sulla stessa sillaba: è formata da due punti sovrapposti l’uno all’altro, riuniti da un tratto verticale a destra ...
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tono1
tòno1 (ant. tuòno) s. m. [dal lat. tonus, gr. τόνος, propr. «tensione», affine a τείνω «tendere»]. – 1. a. In linguistica, accento musicale e, con valore più generico, accento in generale (anche [...] : devi recitare col t. di voce adatto; legge, parla con t. di voce sempre uguale; t. dolce, affettuoso, aspro, grave, solenne, drammatico, scherzoso; la sua voce non aveva un t. naturale, aveva un t. falso. Spesso, il termine precisa indirettamente ...
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se
sé pron. rifl. [lat. sē] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers.; si usa soltanto quand’è riferito al soggetto (maschile o femminile, singolare o plurale) o [...] che lo giustifichino, senza accento: se stesso, se medesimo (in ogni altro caso la grafia senz’accento è antiquata). 2. Locuzioni ha alcuna importanza; è un’offesa già in sé stessa molto grave (in partic., nel linguaggio filos. la locuz. in sé ...
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leggero
leggèro (o leggièro; ant. leggière o leggère, e leggièri o leggèri) agg. [dal fr. ant. legier, che è il lat. *leviarius, der. di lĕvis «lieve»]. – 1. Che pesa relativamente poco, che fa sentir [...] ha un l. difetto di pronuncia; parlava italiano con l. accento straniero. Debole, moderato, di poca forza o intensità: dà l., ecc. A cuor l., con spensieratezza, senza badare alla gravità delle parole o degli atti; con sign. affine, la locuz. avv ...
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Segno grafico ( ̀) che nella scrittura corrente dell’italiano si pone sull’ultima vocale di parole tronche e sui monosillabi che richiedono distinzioni di significato (per es. città) oppure sulle vocali e, o toniche per indicare il timbro aperto...
L’accento grave è un tipo di ➔ accento grafico, cioè un segno diacritico che, in forma di barretta obliqua orientata in alto verso sinistra (‵), si pone sulle vocali per segnalarne la messa in evidenza fonica. Secondo la norma più diffusa nelle...