sciogliere
sciògliere (pop. o letter. sciòrre) v. tr. [lat. exsolvĕre, comp di ex- e solvĕre «slegare, sciogliere»] (io sciòlgo, tu sciògli, ecc.; pass. rem. sciòlsi, sciogliésti, ecc.; fut. scioglierò, [...] che al momento della morte l’anima si sciolga dal corpo. c. Per estens., liberare da quanto impedisce, trattiene o ritarda, rendere determinato scopo: sc. un comizio non autorizzato; l’assembramento fu sciolto dalla polizia; e come intr. pron.: i ...
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maturo
agg. [lat. matūrus]. – 1. Con riferimento al mondo vegetale e animale: a. In botanica, di organo che ha raggiunto la fase finale del suo sviluppo morfologico e fisiologico; in partic., di spore, [...] a prematuro). b. Ascesso m., foruncolo m., giunti a suppurazione. c. Tosse m., che dà catarro facile a espettorarsi. d. Vino Approfondito, ben ponderato: dopo m. esame della situazione, fu deliberata la ripresa dei lavori; è una decisione grave, che ...
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influenza
inflüènza (ant. inflüènzia) s. f. [dal lat. mediev. influentia, der. di influĕre «scorrere dentro»: v. influire]. – 1. ant. Il fluire dentro, e in genere lo scorrere, di liquidi: veggono certo [...] un’altra: l’i. del clima sulla flora e sulla fauna; grande fu l’i. della cultura greca su quella romana; l’i. dell’esempio; una trista, dannosa, pessima, deleteria i. su qualcuno. c. Credito, ascendente, capacità di imporre il proprio volere con ...
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argenteo
argènteo agg. e s. m. [dal lat. argenteus]. – 1. agg. a. Di argento: calice a., monete argentee. Codice a., in partic. il codice di 187 fogli, che conserva la massima parte di quanto è giunto [...] d’argento (lat. argenteus, sottint. denarius), che tra le monete argentee, con la decadenza del quinario e la sparizione del sesterzio, ebbe nell’età imperiale romana la prevalenza; la sua coniazione, dal 15 a. C. in poi, fu riservata all’imperatore. ...
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t, T
(ti, ant. o region. te 〈té〉) s. f. o m. – Diciannovesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma deriva da quella del tau greco, identico nella maiuscola (che a sua volta è una modificazione [...] di Toscana si ha la spirantizzazione (più o meno analoga a quella del c duro e del p), cioè una pronuncia del t senza contatto tra la sono oggi stabili; ma fino al sec. 17° vi fu oscillazione tra le grafie vizio e vitio, azzione, azione, attione ...
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salute
s. f. [lat. salus -ūtis «salvezza, incolumità, integrità, salute», affine a salvus «salvo»]. – 1. letter. Salvezza, soprattutto come stato di benessere, di tranquillità, d’integrità, individuale [...] dia, ti conservi la s., formula pop. d’augurio. Quando c’è la s. c’è tutto, frase che si ripete spesso per significare che la «Invia salute il capitan d’Egitto» (T. Tasso). Anticam. fu in uso, con questo sign., anche la forma saluta, soprattutto nel ...
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poliistore
polïìstore (o polìstore) s. m. [dal lat. polyhistor -ŏris, gr. πολυΐστωρ -ορος, comp. di πολυ- «poli-» e ἵστωρ -ορος «conoscitore, dotto»], letter. – Erudito, persona dotata di molta e varia [...] dottrina; fu anticam. soprannome di alcuni scrittori greci e latini, come Alessandro di Mileto (sec. 1° a. C.), Gaio Giulio Igino (sec. 1° d. C.) e Gaio Giulio Solino (sec. 3°-4° d. C.). ...
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bestia
béstia s. f. [lat. bēstia]. – 1. Nome generico di ogni animale, escluso però l’uomo, anzi spesso in contrapp. all’uomo: lo pensiero è propio atto de la ragione, perché le b. non pensano (Dante); [...] non ne voglio (e qui s’intenderanno cani, gatti, uccelli, ecc.). c. fam. o scherz. Pelliccia per signora: è una bella bestia. d. sangue suo figlio; son Vanni Fucci Bestia, e Pistoia mi fu degna tana (Dante); andare, entrare, montare, saltare in b ...
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muovere
muòvere (pop. o letter. mòvere) v. tr. e intr. [lat. movēre, con mutamento di coniug.] (pass. rem. mòssi, movésti, ecc.; part. pass. mòsso; fuori d’accento le forme senza dittongo [moviamo, movéte, [...] ; m. lite; m. accuse, rimproveri; m. guerra. c. Suscitare sentimenti, o provocarne la manifestazione: Sì che insieme movea da una linea di condotta (per il più com. smuovere): non ci fu modo di muoverlo dal suo proposito; l’uomo giusto non si muove se ...
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capitombolo
capitómbolo s. m. [comp. di capo e tombolare]. – Il cadere (meno com. il buttarsi) col capo all’ingiù: perse l’equilibrio e fece un c. dal letto; se il suo sostenitore non fosse stato ben [...] lesto a tenerlo per un braccio, la voltata [di Renzo] sarebbe stata un c. (Manzoni). In senso fig., fallimento, rovescio di fortuna e sim.: il governo ha fatto un c.; si coprì di debiti e fu costretto a fare capitombolo. ◆ Accr. capitombolóne. ...
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Retore greco (circa 160-225 d. C.); fu famoso da giovanetto per la sua facilità d'improvvisazione. I suoi scritti tecnici di retorica, a noi giunti, costituirono un vero e proprio corso (specialmente la parte Sulle idee, cioè le figure o qualità...
Liberto d'origine, nel 52-60 d. C. fu procuratore della Giudea, che governò molto duramente; dopo il suo richiamo fu accusato, ma senza conseguenze, dagli Ebrei. Sposò Drusilla, nipote di M. Antonio il triumviro, in seguito un'altra Drusilla...