ricavare
v. tr. [comp. di ri- e cavare]. – 1. non com. Cavare di nuovo: dovette ricavarsi le scarpe perché gli era entrata dell’altra sabbia. 2. Cavare fuori, ottenere, trarre o estrarre, di solito attraverso una elaborazione o trasformazione più o meno profonda: r. una scala nella roccia; il gruppo statuario è ricavato da un unico blocco di marmo; acquavite ricavata dalla distillazione delle vinacce; un sottosuolo ricchissimo da cui si ricavano ferro e carbone. Più genericam.: r. da un limone spremuto solo qualche goccia di succo; e in senso più astratto: r. una copia da un originale, r. un disegno da un modello; r. una notizia da un libro, da un giornale; r. un’idea, uno spunto da un discorso altrui, da un suggerimento; il soggetto del film è ricavato (più com. tratto) da un noto romanzo inglese; r. da un sogno i numeri del lotto; r. la morale, un insegnamento da un fatto, da un’esperienza; dedurre: da quanto egli afferma si ricava facilmente che nessuno ne sapeva nulla; conoscendo il costo totale della merce, si può r. il prezzo unitario. 3. Avere un reddito, un profitto, un effetto utile, o un vantaggio economico: un terreno povero da cui si ricava ben poco; dal fitto di questi appartamenti ricava di che vivere largamente. In partic., ritrarre dalla vendita: ha venduto alcuni quadri ricavandone un milione di euro. In usi fig., riferito a profitti e vantaggi non specificamente economici: da tante cure non ha ricavato nessun giovamento; che cosa ha ricavato da tanti anni di studio?; anche a parlargli direttamente, non ci ricaverò nulla. ◆ Part. pass. ricavato, anche come s. m. (v. la voce).