ricacciare
v. tr. [comp. di ri- e cacciare] (io ricàccio, ecc.). – 1. Cacciare, cioè mandare via, di nuovo: si è fatto r. dal posto; il padre l’ha ricacciato di casa, e questa volta definitivamente; respingere nuovamente: tornino pure, noi sapremo ricacciarli! Senza valore iterativo, respingere con la forza, con le armi: il nemico fu ricacciato oltre le Alpi; con un’audace sortita, gli assediati ricacciarono gli assedianti di là dal fiume. 2. Mandare giù, mandare indietro: con un pugno lo ricacciò a terra; un’ondata lo travolse ricacciandolo lontano dalla riva; in usi fig.: gli ricaccerò in gola tutti i suoi insulti, l’obbligherò a ritrattarli, o lo farò amaramente pentire d’avermi insultato; gli venne un nodo di pianto ma si ricacciò in gola le lacrime. 3. Con valore intensivo, rimettere (con una certa forza): ricacciò il chiodo nell’asse; ricacciò le mani in tasca; nel rifl., ricacciarsi in un luogo, entrarvi nuovamente dentro, penetrandovi o nascondendovisi: nella torta via Dell’intricata selva si ricaccia (Ariosto); fig.: ricacciarsi nei guai. 4. a. Cavare, tirare fuori di nuovo: dovrà r. (fuori) tutti i soldi che s’è intascato. b. Usato assol., in agraria, tornare a produrre germogli, radici (sinon. di ributtare): gli arbusti e gli alberi potati ricacciano sempre.