ribalta
s. f. [der. di ribaltare]. – 1. Sistema ed elemento di chiusura costituito da un piano, un’asse o uno sportello, girevole su perni o su una cerniera orizzontale in modo da potersi alzare e abbassare: la r. d’una botola, d’una cateratta, ecc.; scrivania a r. (detta anche più brevemente ribalta), mobile fornito nella parte inferiore di cassetti e, superiormente, di una alzata, chiusa da un piano incernierato che, abbattuto, fa da piano d’appoggio, usato soprattutto per scrivere. 2. In legatoria, prolungamento di uno dei piatti della coperta d’un libro che si ripiega sull’altro a salvaguardia del taglio anteriore (anche risvolto). 3. Nell’architettura teatrale, la parte anteriore del palcoscenico sporgente sotto l’arco scenico verso la sala, lungo la quale si trovano allineate le sorgenti luminose (in origine indicava l’asse girevole con cui si potevano coprire i lumi del palcoscenico per oscurare la scena); è perciò sinon. di proscenio, ma si usa soprattutto in alcune locuz., come: le luci della r. (anche in senso fig., l’attività di attore di teatro, il fascino del teatro, e sim.); chiamare, presentarsi alla r.; venire, salire alla r. (anche in senso fig., di persona che assuma improvvisamente un importante posto nella vita di una nazione, o che comunque acquisti a un certo momento grande notorietà, e faccia molto parlare di sé). Per estens., è chiamato ribalta anche l’apparecchio a luci e schermi di intensità e colore variabili usato per l’illuminazione diretta e indiretta, dal basso verso l’alto, del proscenio e degli attori, o anche del palcoscenico.