riattaccare
v. tr. [comp. di ri- e attaccare] (io riattacco, tu riattacchi, ecc.). – 1. Attaccare di nuovo, nei varî sign. del verbo semplice: bisogna r. il quadro alla parete; mi puoi r. questo bottone?; r. i cavalli alla carrozza, al calesse (o anche, assol., r.); avevo smesso di fumare, ma lui mi ha riattaccato il vizio; r. il telefono (o anche assol. riattaccare), riagganciarlo a conversazione ultimata o per troncare un colloquio sgradito, imbarazzante: stavo per dirgli il fatto suo, ma lui ha riattaccato (il telefono). Com. soprattutto nel senso di riprendere immediatamente, ricominciare quasi senza interruzione, o d’improvviso: si fermava un momento per riprendere fiato e riattaccava subito a discorrere; riattaccò a ridere, a piangere, a urlare; con uso assol.: come, hai appena finito di mangiare (o di brontolare, ecc.) e già riattacchi?; smise di russare per qualche minuto, ma poi riattaccò subito. 2. Nel linguaggio aeron., con uso assol., interrompere la fase finale dell’atterraggio per riprendere quota, sia per rinunciare ad atterrare sia per effettuare un altro tentativo di atterraggio.