reverse engineering
loc. s.le m. inv. Reingegnerizzazione; ridefinizione di un processo, della sua struttura, delle sue funzioni e delle sue operazioni. ◆ Le macchine di misura della Zeiss rappresentano qualche cosa di assolutamente nuovo, nel loro specifico settore. In particolare la Contura, con l’esclusivo sistema di rilevazione a scansione continua, e la Scanmax, con l’applicazione di reverse engineering. (Stampa, 18 giugno 2001, Savona, p. 4) • Era difficilissimo, nel 1953, calcolare la struttura di un’immensa molecola a partire dai soli dati cristallografici. Ma era relativamente facile fare l’inverso, cioè partire da una struttura e verificare che i dati disponibili erano tutti con essa compatibili. Era un esempio di ciò che oggi chiamiamo «reverse engineering». (Massimo Piattelli Palmarini, Corriere della sera, 26 aprile 2003, p. 17, Cronache) • La parabola della Toyota iniziò in Giappone proprio come oggi iniziano tante imprese in Cina: copiando. Il «reverse engineering» (letteralmente ingegneria alla rovescia) fu il primo metodo di progettazione nipponico. Consisteva semplicemente nello smontare le auto americane pezzo per pezzo, imparare com’erano fatte e replicarle a buon mercato. (Federico Rampini, Repubblica, 27 dicembre 2006, p. 51, Economia).
Espressione ingl. composta dall’agg. reverse (‘inverso, rovesciato’) e dal s. engineering (‘ingegnerizzazione’).
Già attestato nella Repubblica del 28 settembre 1990, Affari & Finanza, p. 11 (G. L.).