rettitudine
rettitùdine s. f. [dal lat. tardo rectitudo -udĭnis, der. di rectus «retto2»]. – 1. letter. e raro. L’esser diritto, andamento in linea retta: la r. della sua ossatura (D’Annunzio). 2. fig. L’essere retto in senso morale e intellettuale come probità e onestà, lealtà e sicurezza nel giudicare, coerenza nell’agire in conformità della legge morale: r. della coscienza, dell’animo, del carattere; un uomo, un funzionario di una gran r., di eccezionale r.; agire, condursi con r.; nel «De vulgari eloquentia» Dante si definisce cantore della rettitudine.