residente
residènte agg. e s. m. e f. [dal lat. resĭdens -entis, part. pres. di residēre «risiedere»]. – 1. a. Che ha la residenza abituale, ufficiale e anagrafica, in un dato stato o comune, in cui è presente di fatto o da cui può anche essere temporaneamente assente: la popolazione r. in Italia, a Roma; (parte della) popolazione non r., che pur essendo presente in uno stato o in un comune (dove può avere la dimora o il domicilio) non ha tuttavia lì la residenza; come sost., un r., una r., i r. o i non residenti, chi ha o non ha la residenza in uno stato o in un comune, pur essendo lì presente. In partic., accademici r., in alcune accademie, quelli che abitano nella città dove ha sede l’accademia stessa, distinti dai non r., che abitano in altra città. Nel linguaggio economico internazionale per residenti s’intendono sia gli individui che abbiano il loro centro di interessi nel paese in questione, anche se temporaneamente assenti, sia gli enti (stato, enti locali, enti morali e persone giuridiche aventi fine di lucro) che ivi svolgono la loro attività principale; gli istituti internazionali sono considerati invece come se appartenessero a un’area al di fuori dei confini di ogni paese. b. agg. e s. m., ant. Che siede. Nell’ordinamento processuale romano erano detti residenti (lat. residentes) i giudici, in quanto contrapposti alle parti, agli avvocati, al pubblico, che stavano in piedi attorno a loro (adstantes: v. astante). 2. agg. e s. m. In diplomazia il termine residenti (o ministri r.) ha indicato nel passato un rango di agenti diplomatici ora caduto in desuetudine.