relativita
relatività s. f. [der. di relativo]. – 1. La condizione, la natura e il carattere di ciò che è relativo: r. di un giudizio, di una valutazione, o di un valore, di un’esperienza; r. della conoscenza del reale, in filosofia; r. del tono, in musica. 2. In fisica, genericamente, si parla di relatività quando talune proprietà o grandezze che caratterizzano un ente fisico sono definibili, e assumono quindi significati e valori univoci, solo se si è convenzionalmente fissato un criterio di riferimento (per es., un sistema di coordinate), cosicché tali significati e tali valori non possono essere considerati assoluti (indipendenti cioè dal sistema di riferimento adottato) e inerenti all’ente fisico stesso, ma vanno al contrario concepiti come relativi, in quanto variano se il sistema di riferimento viene, per una qualsiasi ragione, cambiato. Con sign. specifico, il termine è usato quando l’invarianza di alcune leggi fisiche sotto particolari trasformazioni del sistema di riferimento implica l’assenza di un sistema di riferimento privilegiato per lo studio dei fenomeni governati da quelle leggi: in partic., il principio di r. galileiana, basato sull’invarianza delle leggi della meccanica espresse in sistemi di riferimento i cui moti relativi siano rettilinei e uniformi (riferimenti inerziali), nega l’esistenza di fenomeni meccanici che possano determinare un riferimento inerziale privilegiato rispetto al quale siano individuabili stati di moto o di quiete assoluti; il principio di r. einsteiniana esclude l’esistenza di un riferimento inerziale privilegiato (che le teorie precedenti identificavano con il riferimento di quiete dell’etere) anche per quanto riguarda i fenomeni elettromagnetici (le cui leggi sono invarianti per trasformazioni di Lorentz tra riferimenti inerziali) e, assieme al postulato dell’indipendenza della velocità della luce dallo stato di moto della sorgente che la emette, è stato posto da Einstein a fondamento della teoria della r. ristretta (o speciale), dalla quale discendono la costanza della velocità della luce in ogni sistema di riferimento, la relatività della contemporaneità (o della simultaneità), la dilatazione relativistica del tempo, la contrazione relativistica delle lunghezze, l’equivalenza tra massa ed energia; la teoria della r. generale, successivamente formulata dallo stesso Einstein, estende il principio di relatività a sistemi di riferimento accelerati tra loro (riferimenti non inerziali) e, in base all’identità tra massa inerziale e massa gravitazionale, ipotizza l’equivalenza tra tali riferimenti e i campi gravitazionali, il che porta a considerare il campo gravitazionale come una deformazione (curvatura) della geometria dello spazio-tempo (definita dal tensore metrico o metrica: v. metrica, n. 2 a), che non va quindi considerata una proprietà intrinseca e a priori dello spazio e del tempo, e risulta invece determinata dai fenomeni fisici che vi si svolgono. TAV.