regalare
v. tr. [prob. dallo spagn. regalar; v. regalo]. – Dare liberalmente, senza compenso o altra contropartita e con intenzione amichevole o affettuosa, cosa che è, o si ritiene, utile o gradita a una persona: r. libri, fiori, dolci; che cosa ti hanno regalato per il tuo compleanno?; ogni tanto regala alla figlia sposata un vestito, o qualche centinaio di euro per le sue spese personali; per estens., in tono un po’ affettato: ci regali una sua visita, una sua conferenza; r. una parola gentile, uno sguardo pietoso; e iron.: gli regalò quattro calci, un bello schiaffo; a un cavalier d’onore ... non sarebbe mai bastato l’animo di r. a un galantuomo una signorina che aveva dato un tal saggio di sé (Manzoni); non far pagare una somma dovuta, o, iperb., vendere qualche cosa a prezzo molto basso, o che si afferma tale: gli ho regalato gli interessi del debito, e non è contento; mi creda, questa stoffa non gliela vendo, gliela regalo; in usi scherz., regalarsi una cosa, acquistarla o prenderla per sé, concedersela: mi voglio r. un bel cappotto foderato di pelliccia, o qualche giorno di vacanza. Si costruisce normalmente con l’accusativo della cosa e il compl. indiretto della persona a cui la cosa si regala; rara e letter. la costruzione, conforme all’uso lat., con l’accusativo della persona: con intenzione di regalar generosamente don Abbondio (Manzoni); regalavano il suo bambino di vestitini e di balocchi (Rovetta); nell’uso merid., assol., r. qualcuno, dargli una mancia. ◆ Part. pass. regalato, anche come agg.: roba regalata, venduta per molto meno del suo valore reale.