reduce
rèduce agg. [dal lat. redux -ŭcis, comp. di re- e ducĕre «guidare»]. – Che ritorna, che è appena ritornato dopo una lunga assenza, dovuta a imprese e avventure rischiose, all’esilio, e in partic. alla guerra: gli alpinisti r. dalla conquista del K2; i soldati r. dalla prigionia, dai campi di concentramento; assol.: Grata agli dei del r. marito (Foscolo), grata per il ritorno del marito; sostantivato: un raduno di reduci della seconda guerra mondiale; i r. della spedizione polare; scherz.: un r. dalle patrie galere; senz’altra determinazione s’intende per reduci, con valore di sost., i combattenti che al termine di una campagna di guerra ritornano in patria. Con sign. più generico, in frasi di tono lievemente elevato, per indicare il semplice fatto di tornare, anche dopo un’assenza non molto prolungata: essere r. da una tournée, da un giro di conferenze, da una vittoria, da una sconfitta, da una scalata in montagna; e come sost.: una gran folla di tifosi attendeva all’aeroporto i calciatori della Nazionale, reduci dai campionati mondiali. Con uso fig., poet.: il sol che, reduce, L’erta infocata ascende (Manzoni).