reddito
rèddito s. m. [dal lat. reddĭtum, part. pass. neutro di reddĕre «rendere»]. – 1. L’utile che viene dall’esercizio di un mestiere, di una professione, di un’industria, da un qualsiasi impiego di capitale: un lavoro che dà un buon r., un r. modesto. 2. Usi e sign. specifici: a. In economia, il flusso di moneta, beni o servizî, ricevuto da singoli individui, collettività, imprese o dall’economia nazionale nel suo complesso, in un dato periodo di tempo: r. in natura, quando viene percepito in forma di beni o servizî; r. monetario, se percepito in moneta. Può derivare dalla vendita di servizî dei fattori della produzione (prendendo allora il nome di salario, o stipendio, se è la remunerazione del lavoro; di interesse, se remunera servizî resi da capitali monetarî; di profitto, se è la remunerazione dell’attività imprenditoriale; di rendita, quando è il compenso spettante a proprietà reali, come terreni e fabbricati), oppure da un trasferimento (per es., le pensioni). In partic., r. nazionale è il complesso di redditi percepiti in un certo periodo di tempo da tutti i soggetti economici residenti in un paese come remunerazione dei servizî produttivi da essi resi: esso è uguale al prodotto nazionale lordo, detratti gli ammortamenti e le imposte indirette; r. personale (o delle persone) è il reddito nazionale, detratti i profitti non distribuiti delle società e i contributi sociali, ma comprensivo dei trasferimenti, dei redditi netti da interessi e dei dividendi azionarî; r. personale disponibile è il reddito personale al netto di tasse e imposte personali sul reddito. Flusso circolare del r., l’insieme dei flussi di reddito e produzione intercorrenti, in un sistema economico, tra famiglie e imprese. In partic.: r. fondiario (detto anche r. immobiliare o rendita), derivante da terreni (e allora distinto in r. dominicale, che indica quella parte del prodotto della terra che rimane al proprietario dopo aver pagato gli altri fattori produttivi, e r. agrario, quello che deriva dall’esercizio diretto di attività agricole) e da fabbricati (r. dei fabbricati); r. di capitali (detto anche r. mobiliare), alla cui produzione non concorra l’attività del percettore, derivante cioè da mutui, partecipazioni in imprese, obbligazioni e titoli (detti questi a r. fisso se a rendimento costante); r. di lavoro, distinto in r. di lavoro dipendente (r. fisso) e autonomo; r. d’impresa, derivante dall’esercizio di imprese commerciali. b. In economia politica e in politica economica, formazione e sviluppo del r. nazionale, la produzione, l’attività economica produttiva di tutta la nazione e il suo sviluppo; discriminazione, distribuzione e ridistribuzione del r., v. discriminazione, distribuzione e ridistribuzione; politica dei r., politica economica che àncora l’incremento dei salarî, e in genere dei redditi di lavoro, a un incremento effettivo della produzione. c. In finanza, imposte sul r., imposte dirette che colpiscono, in misura diversificata secondo il tipo e l’entità, i varî redditi singoli e il reddito complessivo di ogni contribuente: sono attualmente distinte, in Italia, in imposta sul r. delle persone fisiche (abbrev. IRPEF), imposta sul r. delle persone giuridiche (IRPEG) e imposta locale sui r. (ILOR); r. imponibile, la quota di reddito soggetta a imposta (v. imponibile). d. In ragioneria, la variazione che il capitale d’impresa subisce in un certo periodo di tempo per effetto della gestione: r. di gestione o totale, la variazione subita dal capitale durante l’intera vita dell’azienda; r. d’esercizio, variazione riferita a un periodo amministrativo; r. minimo, quello al disotto del quale l’imprenditore può non trovare conveniente l’attuazione delle operazioni e che deve coprire gli oneri figurativi (interesse sul capitale, rischio d’impresa e compenso all’imprenditore); sistema del r., l’insieme di scritture contabili che, avendo per oggetto complesso il reddito, mira a rilevare il processo formativo di questo nel suo duplice aspetto, numerario ed economico.