redazione
redazióne s. f. [der. del lat. redactus (v. redattore): cfr. il lat. tardo redactio -onis «il ricondurre»]. – 1. a. L’azione, il fatto di redigere un testo scritto: r. di una relazione, di un verbale; la r. dell’ordine del giorno, o della mozione di maggioranza, è stata molto laboriosa; r. di un proclama, di un manifesto artistico (in questi usi è più com. stesura, compilazione). Con uso più specifico, riferito a attività lessicografiche, giornalistiche o pubblicistiche: collaborare alla r. di un dizionario, di un’enciclopedia, e alla r. di un gruppo di voci, di lemmi; lavorare, attendere alla r. di un articolo di fondo, di una cronaca teatrale, di un servizio scientifico. b. Il complesso del personale che ha il cómpito di redigere le voci di opere lessicografiche o enciclopediche, gli articoli e i servizî di quotidiani e periodici, di pubblicazioni varie, e di altri apparati d’informazione, soprattutto radiotelevisivi; l’ufficio stesso, come complesso di mezzi e strutture, e la sua sede: far parte della r. di una enciclopedia scientifica, di un vocabolario storico della lingua italiana; lavorare nella r. di un grande quotidiano, di una rivista medica; la r. del giornale-radio, del telegiornale; andare in r., uscire dalla r.; qui è la r., la direzione è al piano di sopra. In partic., r. romana, l’ufficio di corrispondenza da Roma dei quotidiani delle altre città, soprattutto impegnato nel servizio di informazioni politiche e parlamentari. 2. Come termine filologico, ognuna delle stesure di una stessa opera letteraria: fra le tre r. dei «Ricordi» del Guicciardini esistono notevoli differenze stilistiche; uno studio sulle varianti delle tre r. dell’«Arcadia» di Sannazzaro; raffronto di due redazioni. Per estens. può dirsi anche di opere pittoriche o scultorie, in cui lo stesso autore tratti, con qualche diversità, il medesimo soggetto (v. anche replica).