reagire
v. tr. [comp. di re- e agire] (coniug. come agire). – Propr., agire in risposta ad altra azione e in senso contrario. 1. Nel linguaggio scient.: a. In fisica, riferito a una forza, operare in direzione e verso contrarî ad altra forza. b. In fisiopatologia, riferito a un organo o a parte di esso, modificarsi sotto l’influsso di uno stimolo interno (per es., ormonale) o esterno (per es., farmacologico); riferito all’intero organismo, modificare alcune sue funzioni in risposta all’azione di un medicamento o al determinarsi di particolari condizioni patologiche (in quest’ultimo senso, anche nel linguaggio com.: non reagisce più alle cure). c. In chimica, prendere parte a una reazione, subire una trasformazione chimica. Per tutti questi sign., v. reazione. 2. Nell’uso com., rispondere a una stimolazione dell’ambiente esterno, e in partic. a una violenza, a un’offesa o a una provocazione, con un’azione o un comportamento intesi a contrastarla, a difendersi e rivalersi: r. efficacemente, decisamente, violentemente, debolmente, senza convinzione; a quella proposta vergognosa reagì con parole sdegnose, con uno schiaffo; ascoltò senza r. gli insulti dell’avversario; quando sento simili sciocchezze non posso fare a meno di reagire. ◆ Part. pres. reagènte, anche come agg. e s. m., soprattutto negli usi scient. (v. la voce).