rapina
s. f. [dal lat. rapina, der. di rapĕre «rapire»]. – 1. a. In diritto penale, delitto contro il patrimonio, consistente nell’azione e nel fatto di impossessarsi, mediante violenza o minaccia, della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto (r. propria); oppure di adoperare violenza o minaccia, immediatamente dopo la sottrazione della cosa mobile altrui, per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa stessa, o per procurare a sé o ad altri l’impunità (r. impropria): commettere, perpetrare una r.; fare, organizzare una r. in banca, in una gioielleria; subire una r.; reo, imputato di r.; condannato per r.; r. a mano armata, quando la violenza o la minaccia è commessa con armi. b. Nell’uso com., l’azione e il fatto di portare via ad altri qualcosa, per impossessarsene ingiustamente, con violenza o minacce o abusi: il paese era dissanguato dalle r. degli amministratori; chiedere una somma simile per un pranzo è una r.!; Lì cominciò con forza e con menzogna La sua r. (Dante), la sua serie di ingiuste e fraudolente estorsioni; con le sue r. si è fatto una fortuna; il bottino derivante dalla rapina: senza alcuno impedimento stretti insieme con la loro r. alla nave pervennero (Boccaccio); in usi fig., poet.: Sento far del mio cor dolce rapina (Petrarca). In partic., animali, uccelli di r., che vivono cacciando altri animali selvatici o domestici (v. rapace, n. 2); gol di r., nel gioco del calcio, rete scaturita fortunosamente da una mischia. 2. a. letter. Violenza, forza violenta, spec. di vento, turbini, acque: La bufera infernal, che mai non resta, Mena li spirti con la sua r. (Dante); come un turbine vasto ... va a cercare negli angoli le foglie passe ... e le porta in giro involte nella sua r. (Manzoni). b. poet. ant. Rapimento, ratto: Se la vecchia r. a mente avete, Euridice mia bella mi rendete (Poliziano, con allusione al mito del ratto di Proserpina).