ragnatela
ragnatéla s. f. (non com. ragnatélo s. m.) [comp. di ragno e tela1; cfr. l’espressione sinonima ant. tela ragna]. – 1. Struttura di fili sottili, costruita dai ragni per catturare la preda e formata da una sostanza (seta) contenuta negli organi sericipari allo stato fluido o gommoso la quale, appena emessa dalle filiere, si solidifica all’aria (può essere regolare, di forma e con disposizione dei fili uguale, o irregolare): una stanza, una soffitta piena di ragnatele (anche per indicare l’abbandono, la scarsa pulizia); libri coperti di ragnatele (anche fig., in quanto nessuno li legge); levare le r. dagli angoli; esce fuori tutto pieno di paglia e di ragnateli (Sacchetti); in similitudini: sottile, fine, leggero come una r. (v. fig. a p. 446). 2. In usi e con sign. estensivi e fig., con riferimento alla radezza e alla sottigliezza di una trama di fili o di linee: abiti logori, ridotti a una r.; quella chiostra di rupi Che sembra sfilacciarsi In ragnatele di nubi (Montale); e con allusione a manovre coperte, ambigue o insidiose: una r. d’intrighi, di affari loschi; qualcuno già pensava a tessere la r. per prenderlo in trappola. Con altro uso fig., avere le r. al cervello, frase diretta a chi fa ragionamenti illogici o strampalati (come se avesse tenuto per lungo tempo il cervello inattivo).