raglio
ràglio (ant. o pop. tosc. ràgghio) s. m. [der. di ragliare]. – 1. Il verso caratteristico dell’asino, che alterna in modo discordante toni acutissimi a toni bassi (reso perciò graficamente con ih oh, ih oh): l’asino fece (o emise) un lungo raglio. 2. fig., spreg. Canto male eseguito, stonato, spiacevole, o comunque emissione di suoni simili a ragli d’asino: senti che r.!; lo si sentiva sbadigliare, in una sorta di r. strazianti, stirandosi in tutta la sua lunghezza (Morante); discorso, modo di parlare sgradevole come tonalità di voce: che cos’è questo r.?; oppure, discorso sciocco, frase offensiva o che rivela ignoranza: senti quanti r.!; non mi curo dei suoi ragli; prov.: raglio d’asino non arrivò mai in cielo, le maldicenze degli sciocchi, gli insulti degli ignoranti, non toccano chi è troppo superiore a loro.