radunare
(ant. ragunare e raunare) v. tr. [comp. di r- e adunare]. – 1. Riunire insieme, raccogliere in uno stesso luogo cose o animali o persone sparse (con senso più generico e intonazione più familiare di adunare): radunò le proprie cose e partì; prima di morire, volle r. i figli intorno a sé; la sera il pastore raduna il gregge nell’ovile. Mettere insieme per formare una raccolta, un gruppo: riuscì a radunarvi circa trentamila volumi stampati, e quattordicimila manoscritti (Manzoni, con riferimento alla biblioteca di Federico Borromeo); radunò pochi seguaci, un esercito raccogliticcio. Per estens., accumulare (acquistando, guadagnando ma anche con senso più generico e con riferimento ad acquisti non materiali): la cupiditade ..., raunando ricchezze, cresce (Dante); O mente vaga, ... A che tanti pensieri? un’ora sgombra Quanto in molt’anni a pena si raguna (Petrarca). In marina, r. le rotte, nella navigazione stimata, sommare (con operazione geometrica e analitica) i diversi tratti di rotta nelle loro differenze di latitudine e di longitudine percorse in un certo periodo di tempo. 2. intr. pron. Di persone (raram. di animali), riunirsi insieme, raccogliersi in uno stesso luogo: radunarsi in piazza; gli antichi cristiani si radunavano nelle catacombe; intorno al ciarlatano si erano radunati gli sfaccendati del paese; un consultare tumultuoso, un’esitazione tra il fuggire e il restare, un radunarsi di donne, un metter le mani ne’ capelli (Manzoni). Talora di cose, raccogliersi insieme: tutto quello che ciascun uomo va perdendo ... tutto sale e si raguna costà (Leopardi). Ant., radunarsi con qualcuno, unirsi, fare gruppo con lui (anche politicamente): Avvegna che con popol si rauni Oggi colui ... (Dante); avevano gran séguito, e intorno a loro aveano molte schiatte che con loro si raunavano (Compagni). ◆ Part. pass. radunato, anche come agg. e sost.: parlare alla folla radunata; una gran parte de’ radunati, sospeso ogni altro discorso, s’eran rivoltati a lui (Manzoni).